Intervista – Giovane Werther racconta “Voce del Verbo Anima”

Tratto da La Freddezza Music MAGAZINE n.1

In questa ampia ed interessantissima intervista, Giovan Battista Romeo, in Arte Giovane Werther, ci racconta, traccia per traccia, il suo ultimo disco “Voce del Verbo Anima” (uscito lo scorso 3 ottobre).
L’album, interamente scritto, prodotto e registrato dall’artista calabrese classe ’92, racchiude all’interno 8 tracce pregne di significati, sensazioni ed emozioni, come lo stesso Giovane Werther ci spiega via via, con grande disponibilità.

Prima di cominciare a parlare del tuo album, ti va di dirci qualcosa di te?
Il mio nome è Giovan Battista Romeo, in arte Giovane Werther, sono nato nel 1992 e sono di Reggio Calabria.
Il primo approccio con la musica è avvenuto nel 2010, all’età di 20 anni, iniziando a scrivere testi rap che man a mano, col tempo, hanno avuto modo di calzare basi musicali sempre più eterogenee, a partire dalle sonorità tipiche del classico Boom Bap fino a quelle che, finalmente, da non troppo tempo, produco autonomamente e che risultano essere un po’ meno sobrie.
La musica è l’unica cosa che mi sento di fare di saper fare, è qualcosa che mi fa stare bene. Ecco, uno dei principali intenti, quando faccio musica, è quello di fare un qualcosa che possa piacere a me, che possa appagarmi, possa farmi stare bene, possa farmi rilassare e prendere bene, nel momento in cui prendo le cuffie, mi poggio sul divano, e mi riascolto. Poi, ovviamente, è importante anche che piaccia agli altri, certo, però prima di tutto deve piacere a me per poter godere, poi, dell’approvazione degli ascoltatori “esterni”.

Cosa vuol dire per te fare musica?
Fare musica per me non è solo passione, ma soprattutto un modo di sublimare ansie, paure e sofferenze di ogni tipo.
Ho sempre amato la scrittura, la cultura ed in particolare la poesia, e di questo spero che la mia penna ne sia testimone.

Bene, ora veniamo a noi. Voce Del Verbo Anima, un disco (come vedremo) pregno di emozioni, significati palesi e celati, che evidenziano una scrittura sincera, vera.
Sì, i pezzi che scrivo non sono mai pensati a tavolino, ma nascono in maniera molto spontanea.
Parto dalla produzione delle basi e da lì butto giù la prima parola che quella base mi evoca continuando nella stesura su questa linea, in modo naturale.
In genere, quello che mi ispira è la vita in generale, quella di tutti i giorni, e la vita interiore (le paure, i sogni, le ambizioni), tutto quello che vivo a livello emotivo, insomma.
La mia musica nasce primariamente da un bisogno personale, il bisogno di sublimare quelle che sono le mie paure, le mie ansie, il mio panico, tutto quello che mi ossessiona oppure, al contrario, tutto quello che mi fa stare bene.

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