Intervista – Engeezo

Tratto da La Freddezza Music MAGAZINE n.4

Alla scoperta di Engeezo, protagonista dell’episodio 51 di #LFMConsiglia lo scorso 12 marzo, con il pezzo (tanto apprezzato) Groundzero. In questa approfondita intervista, il rapper ci fa entrare nel suo mondo.

Engeezo, Groundzero è stato un pezzo che i nostri utenti hanno tanto apprezzato. Ci spieghi il suo significato?
Innanzitutto un saluto alla redazione e ai lettori del magazine. Mi fa piacere che gli ascoltatori abbiano apprezzato Groundzero; c’è stato un bel lavoro dietro al brano, prodotto da Jack Raw, con il video girato da GC production a coronare il tutto. Le barre di Groundzero, non sono altro che un quadro generale di quello che penso di me stesso; “non chiedo se mi si vede ma se mi si sente bene” rappresenta la voglia di fare belle cose anche senza mettersi in mostra in maniera sfrontata, dare la priorità alla musica più che all’immagine. È un focus sulle mie tappe e sulle persone che mi circondano. “Rime ruvide come le guance di mio Pa’ “ sottolinea proprio il fatto che vengo da una famiglia normale, che si è sempre sacrificata al massimo per me e mia sorella, e racconta il bellissimo rapporto che ho con mio padre. Poi, infine, è presente uno sfogo che rappresen-
ta la voglia di diventare il migliore senza scendere a compromessi, mai. Il ritornello è una specie di mantra: partire dal basso per arrivare in alto, dal punto zero, e questo era il mio punto zero.

Dal punto di vista stilistico, dove collochi la tua musica? Sei un cultore del rap “vecchio stampo” oppure potresti aprirti ad altri stili?
Sono un cultore delle cose fatte bene. Non vorrei un’etichetta, mi piace quando il rapper (o l’autore) dice qualcosa, e amo quando percepisco che la sta dicendo per necessità.
Vorrei collocare la mia musica nel rap, ma quello fatto di liricismi seri, dove devi seguirmi “e farti il viaggio con me” per capire come vivo e quello che racconto. Credo che la scrittura sia fondamentale nel rap e credo che scrivere bene lo sia tanto quanto saper rappare; per me la scrittura non è una questione con cui scendere
a patti, prima viene quella e poi il resto. Vecchio stampo non direi, sto lavorando con alcuni producer molto più giovani di me, che hanno il suono fresco, e che (assolutamente) è una gran figata, ma sono anche affezionato a quelle batterie Boom Bap che ti strappano le parole dalla biro.
Voglio stare bene su tutto, come il nero.

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