Intervista – Sarah

Intervista alla giovane cantautrice laureatasi Artista del mese di Settembre 2021

Nata il 24 Ottobre 2000, Sarah è una talentuosa cantautrice emergente, italiana.
Inizia il suo percorso musicale all’età di 11 anni come musical performer, per poi approfondire la disciplina del canto, ed iniziare a scrivere i suoi primi pezzi a 12 anni, principalmente in inglese.
Nella composizione musicale si aiuta con gli accordi di piano che ha imparato da autodidatta.
All’età di 15 anni inizia il suo primo progetto discografico che la porta a scrivere e co-produrre il suo primo album, “Mountain Top”, pubblicato nel 2019, interamente in lingua inglese.
Nel frattempo, scrive e compone brani anche in italiano, per altri artisti, oltre a presenziare a numerosi eventi live.
Nel 2020 scopre l’intenzione di voler dare nuova veste al suo percorso, e a luglio conosce il suo attuale producer, Tiasnow, con il quale decide di iniziare un nuovo progetto italiano, puntando a portare una nuova figura femminile nel panorama pop italiano.
Le sue sonorità fondono il pop all’elettronica, con influenze trap e suoni ultra fresh. La sua scrittura mantiene uno stile internazionale, adattando le tendenze all’industria italiana del momento.
Questa nuova determinazione del suo progetto artistico e la collaborazione con Tiasnow , si concretizzano con “Noia“, disponibile (su Spotify e le altre piattaforme digitali) dal 6 Ottobre 2020, brano con il quale ve l’abbiamo presentata all’interno dell’episodio 252 del 10 settembre e che l’ha portata ad aggiudicarsi il titolo di “Artista del mese di Settembre 2021” del nostro portale.

Di tutto questo, e di tanto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lei.
ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Sarah. Per iniziare, ci racconti il tuo avvicinamento al mondo della muscia?
È stato un evento tanto inaspettato quanto divertente da raccontare. Fino agli 11 anni ero la bambina più stonata del mondo. Però avevo sempre provato grande attrazione verso la musica e lo spettacolo. Ero in prima media, ed un giorno di pieno inverno si è rotto l’impianto di riscaldamento. Tutti gli altri ragazzi hanno chiamato i propri genitori per farsi venire a prendere a scuola, o comunque sono stati autorizzati a tornare a casa. Io abitavo distante, e a casa non avevo nessuno che potesse venirmi a prendere. Sono così rimasta, assieme ad una decina di altri ragazzi. Ci siamo chiusi nel laboratorio di arte con alcuni professori, tra cui il prof. di musica che ci ha raggiunti con una tastiera, per fare qualcosa tutti insieme. Ricordo che si mise a suonare “Mamma Mia” degli ABBA, per i quali ho sempre provato quasi un’ossessione. La sapevo tutta, così mi sono messa in un angolo a canticchiarla. Lui se ne è accorto, e mi ha invitata a cantare insieme. Prima di quel momento, non pensavo di poterlo fare. È uscito tutto improvvisamente. Ad oggi non ho ancora capito cosa sia successo in quel momento. Così lui mi ha detto “Sai che sei proprio brava?”. Due giorni dopo avevo ottenuto il ruolo da protagonista in un musical. E non ho più smesso. 
A 12 anni ho iniziato a scrivere le mie canzoni, aiutandomi con il pianoforte e quel poco che ho imparato da autodidatta. Avevo bisogno di scrivere ed esprimermi, e non solamente di eseguire qualcosa di già fatto da altri. Ho studiato, ininterrottamente, per curare la voce e apprendere una tecnica. A 15 anni ho vinto un concorso e ho iniziato a produrre pezzi miei, fondamentalmente tutti in inglese, la scrittura mi veniva più spontanea. Nel 2018 ho pubblicato così il mio primo album, “Mountain Top”, e un anno dopo è stata la volta di “Noia”, primo singolo in italiano.  

Come descriveresti la tua musica?
Non ho mai cercato, nella mia musica, di etichettarla o di inserirmi per forza in un genere. La mia musica però alla fine è pop, e magari è pure vergognosamente commerciale, perché è in questo che si riflette la mia identità. In ogni caso non sono mai partita dicendo “voglio fare musica pop”. Anzi, soprattutto all’inizio, ho lavorato sulle contaminazioni. Ho cercato di prendere quello che mi piaceva da diversi generi per creare qualcosa di mio, per capire dopo che quello che volevo era pop. E ho cercato anche di riflettere, nella musica che faccio, il mio animo profondamente esteta. Lo facevano i poeti del ‘900, mi affascinavano, ma volevo che le mie canzoni, seppur “estetiche”, fossero anche fruibili da tutti. 
La mia musica forse non la capisci subito, non devi partire dalla pretesa di avere davanti un prodotto finito. Magari ti darà anche fastidio dover indagare. Ma è fatta perché tu ti ponga delle domande: in questo modo ti lascia esplorare.  

Modelli d’aspirazione?
Tanti, infiniti; come dicevo prima cerco sempre di trarre tutto ciò che mi piace dagli artisti e dai generi più diversi, senza però per forza dovermici ispirare. Anche se sicuramente ho ascoltato tanto Sia, Dua Lipa, Imagine Dragons, Lana Del Rey, Ed Sheeran, Bastille.

Ci parli di “Noia“, il brano con cui ti abbiamo conosciuta all’interno del nostro portale e che ti ha portata a vincere il premio di “Artista del mese” di Settembre?
“Noia” è nata, come la maggior parte delle cose che faccio, per caso. Subito dopo la pubblicazione del primo album, la pandemia e il lockdown hanno fermato tutto. Non era nelle mie intenzioni proseguire il percorso artistico. A luglio 2020 però ho conosciuto Tiasnow, che mi ha proposto di collaborare su un nuovo progetto in italiano. Avevo voglia di provare un’esperienza di scrittura diversa per me stessa, perché in italiano avevo sempre scritto solo per altri artisti. Volevo finalmente buttare fuori qualcosa che potesse davvero essere capito da tutti. Così ho scritto “Noia”.
In “Noia” volevo denunciare questa crescente tendenza a volerci costruire mondi perfetti restando però vuotissimi. Questa cosa abbiamo voluto veicolarla soprattutto nel video ufficiale, che potete vedere su YouTube. Era un periodo in cui mi sentivo estremamente esclusa dai mondi e dalle gioie degli altri: mi sono ritrovata a guardare le estati altrui attraverso le storie di Instagram, mentre io non stavo vivendo niente se non i libri dell’università, e mi faceva soffrire (lo fa ancora, devo sempre risolvere). Però al tempo stesso mi rendevo conto di quanto le realtà che guardavo attraverso il telefono fossero filtrate, “selezionate”, viviamo nella pretesa di una perfezione e da tutto ciò ne usciamo lobotomizzati. Questo senso di ipnosi e di inadeguatezza è finito tutto dentro “Noia”. 

Quando una nuova uscita?
Da artista indipendente, è troppo difficile, in questo momento storico, predire queste cose. Dopo l’uscita di “Noia”, essendomi sempre autofinanziata in tutto il percorso, avevo bisogno di un appoggio esterno per riuscire a proseguire. Mio padre fa l’operaio in fabbrica, mia madre l’impiegata, io studio. Le realtà medie come la mia faticano a stare a galla se il tuo lavoro artistico comporta solo delle uscite. Con nuovi lockdown e continue restrizioni subito dopo l’uscita del singolo, ho continuato a non riuscire ad esibirmi, a produrre, a coprire le spese con entrate. Quindi ho dovuto fermarmi. Un anno dopo non ci sono ancora state nuove uscite, anche se spero in un futuro più normale, dove tutti possano riprendere a lavorare liberamente e con dignità, e dove farò il possibile per tornare a farlo anch’io. 

Feat dei sogni?
Halsey.

Il tuo sogno nel cassetto?
Che qualcuno un giorno possa venire da me e dirmi “Tu mi hai ispirato a fare questa cosa, senza di te non avrei mai trovato il coraggio”. Ispirare qualcuno è l’ambizione di ogni artista. E poi guidare una Ferrari. 

Grazie Sarah. In bocca al lupo per tutto.
A voi, è stato un piacere.

Profilo Spotify dell’artista

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