Tratto da La Freddezza Music MAGAZINE n.10
Intervista al protagonista dell’episodio 139 di #LFMConsiglia, del 14 novembre 2020.
Michele Cortese è un cantautore salentino; il suo non è un nome sconosciuto al grande pubblico infatti, nel corso del suo cammino artistico, ha calcato importanti palcoscenici, collaborato con grandi artisti e raggiunto importanti traguardi (tra cui la vittoria della prima edizione di XFactor, come frontman degli Aram Quartet). In questa intervista, il cantautore si racconta con grande disponibilità, regalandoci molteplici spunti.
Ci racconti i tuoi primi passi, anzi le tue “prime note”?
Avrò avuto 12-13 anni, mi innamorai dell’opera rock di Andrew Lloyd Webber Jesus Christ Superstar e decisi che volevo cantare come quei cantanti lì. Di lì a poco conobbi la musica di Lucio Battisti e decisi che volevo imparare a suonare la chitarra e scrivere canzoni.
Ci dai una definizione della tua musica?
Un flusso di emozioni sincero, raccontato in maniera colloquiale.
Street Food, il tuo ultimo singolo. Ti va di parlarcene?
È una di quelle canzoni nate in una notte stronza quando ti tocca fare i conti coi ricordi che non vorresti, ogni ricordo di un amore che non c’è più è legato alla passione per lo street food e i paninari di una Lecce notturna, che sono stati location dei momenti più belli di quell’amore.
Quella che ascoltiamo oggi, appare essere una nuova determinazione di “Cortese”. Ci spieghi questa evoluzione?
All’inizio di questo 2020 strampalato cercavo nuovi stimoli, ho ascoltato tanta nuova musica e scritto nuove canzoni con un linguaggio nuovo rispetto ai miei trascorsi; questo ha definito nella mia testa una nuova versione di me, un cambio abbastanza netto, un nuovo progetto artistico.
Guardando indietro, a quale dei tuoi brani sei maggiormente affezionato?
Allergico alle ghiande, la canzone che ha segnato il mio esordio da solista dopo gli Aram Quartet, un brano irriverente e più che onesto.