Intervista – Supertele, una ironica nostalgia

Intervista al protagonista dell’episodio 155 di #LFMConsilgia del 18 dicembre 2020.

Supertele è il progetto musicale di Francesco Perrone, direttore creativo milanese in ambito street advertising e già dietro le quinte di numerose attività di comunicazione e videoclip in ambito musicale.
Il filo conduttore della musica di Supertele (producer, autore e polistrumentista) è la nostalgia, intesa come scoperta, rielaborazione, attualizzazione di suoni del passato.
La musica che propone oscilla tra l’indie pop con tinte psichedeliche (Mac De Marco, Homeshake, Mild High Club) e incursioni Nu-Soul (Gus Dapperton, Clairo, Yellow Days) dal mood urban e lo-fi, dovuto al frequente uso di synth analogici e sample presi da vecchi vinili e da suoni della vita di tutti i giorni.
Il mix è un sound ricco di sfaccettature e difficilmente incasellabile, libero di prendere direzioni diverse e inaspettate. 

Disponibile dal 22 luglio 2022, è il brano “Un bravo psicologo” a rappresentare (ad oggi) l’ultima uscita del poliedrico artista milanese.

Per conoscerlo ancora meglio, a distanza di quasi 2 anni dall’episodio della nostra rubrica (#LFMConsiglia) a lui dedicato, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo da una curiosità: ci racconti la scelta del tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte è un riferimento a un mondo e una certa ironica nostalgia che sta alla base di tutto il mio lavoro. Supertele rimanda a quei giochi plasticosi con cui ci divertivamo da bambini e mi piaceva l’immaginario anni ’90 e allo stesso tempo romantico e colorato che quel pallone immortale ispira. 

Come, quando e perchè hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato verso i 12 anni con i soliti corsi di piano che si fanno da adolescenti. Ho odiato tutto e mi sono buttato sul punk e in generale sulla musica alternativa e sulle sottoculture. 
A 13-14 anni ho cominciato a scrivere canzoni. 

Quali sono state, fino a questo momento, le tappe più significative del tuo percorso?
Ho avuto tante band in passato e suonato in tanti posti diversi, ma mettermi “in proprio” è sicuramente la tappa più importante e a tratti dolorosa che ho fatto. 

Ci parli di “Un bravo psicologo“, il tuo ultimo brano?
È un brano nato dopo un incontro. Quando pensi che il tuo cuore si è congelato c’è sempre qualcuno che ti fa cambiare idea. E sale la paura di essere travolti. 

A proposito dei tuoi pezzi, ne esiste uno che rappresenta te e la tua musica, più degli altri?
Esiste, sì. Il problema è che non l’ho ancora pubblicato [sorride]; sto costruendo pian piano il mio percorso. 

Progetti futuri?
Fare uscire tante canzoni. Ho un archivio enorme di idee e cerco il tempo per sistemarle tutte. Ne avete da prestarmi? 

Qual è il punto di arrivo che ti sei prefissato?
Vorrei solo che la mia musica arrivasse a più gente possibile. So che rimarrà sempre qualcosa “di nicchia”, ma a questa nicchia devo arrivare in maniera forte. 

Sogno nel cassetto?
Vivere per sempre fuori dalla consuetudine, dall’omologazione, dalla tristezza di un mondo fatto solo di lavoro-casa-sonno. 

A proposito di sogni, con quale artista ti piacerebbe collaborare, un giorno?
In Italia ti direi coi Coma_Cose che conosco e stimo tanto [sorride].

Grazie, è stato un piacere.
Grazie a voi e un saluto a tutti i lettori.

Profilo Spotify dell’artista.

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