Foto Davide Luigi Di Lorenzo

Intervista al protagonista dell’episodio 264 di #LFMConsiglia, del 13 ottobre 2021.

Luigi Picone, in arte SANTACHIARA, nasce ad Alberobello nel 1998.
Si appassiona al rap sin da ragazzino, ma gli sta stretto e inizia a prendere ispirazione dalla musica più disparata: dal cantautorato italiano al rock, passando per la techno, la classica e l’urban. Studia pianoforte e chitarra e inizia a mescolare su Garage Band i Radiohead con Mozart e i Nirvana, pescando da tutto quello che ascolta, ed è un gioco che fa insieme al compagno di studi Andrea (UNTITLED).
Sceglie di chiamarsi Santachiara “perché ho scritto e registrato le mie prime canzoni in quel piccolo appartamento in via Santachiara 1, nell’omonimo quartiere di Napoli”.
Debutta discograficamente nel giugno del 2020, tirando fuori 3 singoli in un mese, “quindi”, “io e me” e “alba”, che hanno un ottimo riscontro di pubblico e critica.
A fine 2020 pubblica “7 pezzi”, il primo lavoro più completo composto da 7 brani, uno per ogni mood. Nei brani viene fuori la sua attitudine a non usare i generi musicali come tratto distintivo, ma piuttosto come tappeti per le parole, le melodie e la timbrica della sua voce. Il 2021 invece è l’anno di “Chiedimi” e “Passi falsi” (brano inserito nell’episodio 264 della nostra rubrica #LFMConsiglia a lui dedicato), con quest’ultimo che ha nuovamente un ottimo successo di critica e pubblico. Arrivano anche le prime date live, partecipa all’edizione “speciale” del Mi Ami Festival, che per l’occasione si chiama Mi Manchi, Ancora. La sua crescita continua e i brani diventano più strutturati, con una scrittura che si riempie sempre di più di citazioni culturali non scontate: cita i filosofi e psicologi illustri (Santachiara è laureato in Psicologia) e allo stesso tempo inserisce immagini e mood di vita di un universitario a Napoli.

In estate 2022 arriva “La mia testa è un postaccio”, tra i brani Indie Pop più apprezzati del 2022. Il 2023 si apre con la partecipazione come ospite musicale ai festeggiamenti del 60° Anniversario del Centro di Produzione Rai di Napoli (“No Name X Naples”) e con l’arrivo di “le cose che non dici mai”, “colpa dei no” e “nina”, i tre singoli che anticipano il nuovo album “la strada più breve per tornare a casa” (Carosello Records/SuoniVisioni), fuori il 12 maggio 2023.

Per parlare di questa nuova uscita, e del suo percorso artistico in generale, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista.
Veniamo all’attualità. “LA STRADA PIÙ BREVE PER TORNARE A CASA“, nuovo importante capitolo della tua carriera. Cosa rappresenta per te questo album?
È un momento importante per me, è il mio primo vero disco con un concept.
Ci ho lavorato tanto in ogni aspetto – dal punto di vista musicale e anche per quello che riguarda la parte visiva – ed è come se avessi messo una gran parte di me e della mia vita in questo disco.

Tra quelli presenti in tracklist, c’è qualche brano che, più degli altri, rappresenta al meglio l’intero disco?
È sempre difficile rispondere a questa domanda.
Se dovessi pensare al brano in cui ho scavato di più dentro di me direi forse “l’ultimo giorno”. Affronta argomenti molto vicini a me.

Una frase particolarmente significativa di uno dei brani dell’album?
dimmi se anche chi non legge Neruda sa chiedere scusa e piangere al Museo D’Orsay”.

Più in generale, quali sono le sensazioni che vuoi trasmettere, le emozioni che vuoi far provare, le immagini che vuoi raccontare, con la tua musica?
Con la mia musica voglio fare viaggiare la gente, portarla attraverso mondi ed emozioni diverse. Raccontando la mia vita, i miei dubbi e le mie esperienze, voglio far sentire a quelli che sono come me che li capisco.

Volgendo lo sguardo indietro ed analizzando “quello che è stato”, quale tappa della tua carriera reputi essere, fino ad oggi, la più importante?
L’uscita di questo disco, sicuramente.

A proposito di passato, ci racconti i tuoi inizi nel mondo della musica?
Avevo fatto un po’ di piano e un po’ di chitarra e poi, a 15 anni, ho messo da parte i soldi per un computer.
Ho iniziato a produrre beat su cui rappavo con mio fratello, ci divertivamo un botto.
Poi mi sono trasferito a Napoli e la città mi ha trasmesso la grande importanza delle melodie.
Il mio stile è cambiato molto e ho prodotto con un mio amico dell’università un primo EP; da lì in poi ho conosciuto i miei manager ed è iniziato il progetto SANTACHIARA. 

Riguardo questo, esiste un artista, un album o semplicemente un brano, che ti ha portato a voler intraprendere questo percorso?
Sicuramente “17” di XXXTENTACION, “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano e “Sadnecessary” dei Milky Chance. Un bel mix.

Guardando avanti, invece, programmi futuri?
Fare concerti a cannone e lavorare a tanta musica nuova, pur godendosi quella che ho appena pubblicato.
Sto lavorando molto nel creare qualcosa di molto particolare per i live, voglio dare tutto ciò che ho al pubblico.

Chi è SANTACHIARA oggi?
Uno molto felice del suo disco.

Dove, invece, vuole arrivare?
Al prossimo disco, godendo della strada che farò per arrivarci.

Prima di salutaci, una domanda che ci piace porre a tutti gli artisti che intervistiamo: feat. dei sogni?
Frank Ocean.

Grazie per la disponibilità, è stato un grande piacere.
Pure per me! Fate i bravi e andate ad ascoltare “la strada più breve per tornare a casa”, mi raccomando.

Profilo Spotify dell’artista.

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