Intervista – Rime e “Tradizione”: Monkey D

Intervista al talentuoso rapper classe ’93, Monkey D.

Monkey D, nome d’arte di Salvatore Di Luca Lutupitto, è artista classe ‘93 di Pozzallo (Rg), nato a Bochum (in Germania) e trasferitosi all’età di 7 anni in Sicilia, con la sua famiglia, per motivi lavorativi.
Inizia ad ascoltare Hip Hop all’età di 12 anni per poi cominciare a scrivere testi in rima.
Tra esibizioni locali ed eventi sparsi per la Sicilia il suo nome attira l’attenzione nell’ambiente underground della regione e, contemporaneamente, contribuisce a dare vita al suo primo collettivo composto da 4 membri dal nome SWS (Smokaweedasquad).
Il percorso con il collettivo dura qualche anno, per poi proseguire nel suo percorso da solista, dove affina le proprie tecniche da cantautore e si specializza nell’arte del freestyle partecipando tra gli altri a “Tecniche Perfette” a Catania (2017).
Nel 2018 prosegue il suo percorso artistico spostandosi tra Roma e Napoli per ampliare le proprie conoscenze ed esperienze, raggiungendo così un livello artistico invidiabile.

Disponibile dal 28 maggio 2023 (ed in radio dal 30 giugno), “Tradizione” (Way Music) è il suo primo singolo ufficiale.
La produzione (firmata da Doppiawu) va a configurarsi come una sorta di ambientazione tra il classico e il contemporaneo descritto in chiave moderna.

Per conoscerlo ancora meglio, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo da “Tradizione“. Cosa rappresenta per te questo brano?
Si comincia a bruciapelo eh?!
Questo brano, come il buon titolo, mi fa ricordare da dove sono partito, o meglio… siamo partiti. Il termine “Tradizione” per me rappresenta le origini, quelle che mi hanno formato; quindi, il principio stesso che mi porta a fare musica quest’oggi, apprendere, ricordare per poi tramandare appunto queste tradizioni.

Più in generale, come descriveresti la tua musica?
Come la definirei? Sinceramente non saprei darti una definizione, preferisco che giudichino gli altri; io mi limito solamente a lavorare sulla mia unicità, cosa che oramai sta scomparendo con il tempo (per amor dell’ego o del personaggio) i giovani artisti si impegnano più ad impressionare lo spettatore perdendosi troppo, a mio parere, su storie che sembrano dei film crime, quando invece la musica è tutto.

Quali sono i tuoi modelli di ispirazione?
Mi ispiro molto all’hip hop americano con il quale sono cresciuto, con artisti come Method man, Snoop Dogg, Redman, Hopsin, Eminem, Dr.Dre, Wu-Tang; potrei continuare a fare altri nomi di king americani per un bel po’, ma preferisco fermarmi.
Come artisti italiani ne seguo un paio ma credo poco nello scopo che hanno; dopo essere diventati un’icona per molti, anziché crescere, in Italia, pensano più a riempire le tasche e non a lasciare qualcosa di importante da dove un ragazzo può prendere spunto e lavorare per trovare il suo posto nella giungla, e cercare di esaudire i propri sogni. Dettagli…

Qual è il tuo approccio alla scrittura? Come nascono i tuoi brani?
Nascono da tutte quelle emozioni che magari reprimo nel tempo, colpa della mia tempra che mi fa vivere le cose, me le fa metabolizzare e trasformare in punti di forza.
Penso siano queste le skills con cui noi tutti siamo nati, è l’istinto di sopravvivenza che ci spinge a migliorare, ma agire solo d’istinto senza usare razionalità ci porta solo ad avere delle ripercussioni.
Ecco, metaforicamente parlando… faccio questo scrivendo, controllo le mie emozioni, i miei ricordi e tutto ciò che poi renderà possibile creare qualcosa che porti a guardare quel brutto periodo in un modo diverso, diciamo quasi come averlo accettato per dare vita a qualcosa che possa stare vicino a chi ascolta.

Facciamo un viaggio nel passato. Ci racconti come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Penso che il primo approccio sia stato con MTV che passava video di questi rapper vestiti larghi, rime, suoni e un mix di cose che mi hanno come incantato e fatto pensare: “un giorno sarò uno di questi artisti!”, che a distanza di poco tempo sono diventati i miei idoli.

Analizzando “quello che è stato”, quale tappa della tua carriera reputi essere, fino ad oggi, la più importante?
Una molto recente, devo dire. Ti spiego, oltre che scrivere e interpretare miei testi sono anche un freestyler e, a Luglio di quest’anno, ho avuto modo di partecipare ad un contest in collaborazione con un format molto celebre (no props) dove ho avuto il piacere di vincere, ma ho partecipato con la consapevolezza di non poter accettare il primo premio qualora avessi vinto (ovvero un contratto con un etichetta che avrebbe prodotto un mio lavoro) poichè avevo già un contratto prima di partecipare al contest e, come da “Tradizione”, avevamo già avviato i lavori per il mio futuro disco.

A proposito di questo, progetti futuri?
Album, appunto, live, cominciare a farmi notare per portare sempre più a compimento quello che ho in mente, “vedo cambiare il mondo ma non quello che ho in testa”. Potrò sembrare ripetitivo… ma il mio intento è proprio quello di portare freschezza, senza dover per forza seguire dei canoni standard, a costo di diventare pesante ed essere l’ultimo a perire per la causa.

Con chi, invece, ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Sarò real, con il mio manager che, oltre ad essere il mio coach e lavorare sulle mie produzioni è anche un artista (“Doppiawu”), con VaccaDon e InokiNess, li ascolto da quando ero un ragazzino; quindi, diciamo che sarebbe veramente figo farci una collaborazione ma non tanto per i numeri o le views, a pelle percepisco la loro umiltà il loro essere realmente 4REAL, quindi uscirebbe qualcosa di wow.

Chi è Monkey D oggi?
Quello che ero ieri ciò che sono oggi e (spero) ciò che sarò domani, con degli aggiornamenti e dei mezzi o strumenti in più per realizzare, appunto, questa mia vocazione.

Dove, invece, vuole arrivare?
Dire “Un giorno diventerò il re dei pirati” (citazione del personaggio d’ispirazione) è troppo.
Mi basta essere l’originale alternativa di quegli artisti che tutti aspirano a diventare oggi, io voglio realmente farne qualcosa di quei miei eventuali successi, si parla col senno di poi ma o raggiungo questa vocazione o morirò nel provarci e nello stimolare chi come me crede nei suoi sogni.

Grazie per la disponibilità. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.
Io devo ringraziare voi per il tempo dedicatomi, è stato veramente divertente e costruttiva questa vostra intervista che, come sempre, è il top.
Vi abbraccio, ma voglio dire un’ultima cosa a chi mi segue “credete sempre nei vostri sogni, magari con la giusta ambizione li raggiungerete”.

Profilo Spotify dell’artista.

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