Intervista – “Maledetti Noi”: Ciliari

In occasione dell’uscita del suo album “Maledetti Noi“, abbiamo intervistato Ciliari (artista che, in passato, è stato protagonista dell’episodio 306 di #LFMConsiglia del 16 febbraio 2022).

Ciliari, al secolo Domenico Tinelli, è un cantautorepugliese di origine e milanese di adozione.
Tanti i traguardi raggiunti nel suo percorso tra cui l’inserimento tra i “Best Of Indie Italia 2021” di Spotify con più di 7 milioni di ascolti, in Viral 50 Italia con la sua “Giornata di Merda” (brano con cui l’abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale, nell’episodio 306 di #LFMConsiglia del 16 febbraio 2022)  e le copertine di Indie Italia e Scuola Indie, la copertina “Novità Indie Italiano” di Amazon Music e tra i Future Hits di Radio Zeta.
Da quando il suo progetto è venuto alla luce, Ciliari ha saputo conquistarsi un pubblico sempre più vasto; prova di questo, oltre i risultati già citati, oltre i milioni di stream messi insieme su Spotify, il fatto che i suoi brani sono presenti in più di 13 mila playlist di tutto il mondo (e anche tra le sigle di un noto programma radio in Argentina).

Nel 2022 escono “Lato C” e “Lato D”, i suoi primi due Ep, che contengono brani come “Nebbia”, “Giornata di merda” appunto, “Tuttoaputtane”, “Porno 80” e “Anche se non ti conosco”, distribuiti da Believe e prodotti da Riccardo Scirè con Adel Al Kassem, Luca Mezzadra, Roberto Pace, Marco Rossi e Emanuele Alosi.
Maledetto Amore” è il singolo che inaugura il 2023 di Ciliari, che anticipa la sua partecipazione al Concerto del Primo Maggio e il singolo “Enoteca Discoteca“.
Dopo l’energica “Puntifragola”, uscita durante il mese di ottobre, Ciliari abbraccia la sua malinconia con il singolo “Basta”, una canzone leggera capace di entrare nella mente e nel cuore di chi l’ascolta, e che anticipa il nuovo album.

Disponibile dall’8 dicembre, infatti, “Maledetti Noi” (distribuito da Believe) è il suo primo album.
Con 10 tracce sincere e potenti, “Maledetti Noi” è l’incontro tra synth, piano, chitarre e cantautorato italiano, per raccontare ricordi personali e le mille sfaccettature di amori vissuti.

CREDITI
Scritto da: Ciliari, Riccardo Scirè (Enoteca Discoteca), Adel Al Kassem (Enoteca Discoteca), Marco Rossi (Acqua Tonica, Puntifragola, Maledetto Amore)
Produzione di: F. Coletti, Riccardo Scirè (Enoteca Discoteca, Maledetto Amore)
Masterizzato da: Adel Al Kassem 
Solo chitarra “Puntifragola”diWrongonyou
Cori “Puntifragola” di Enrica Macaro
Parte delle voci del disco sono state registrate presso OZ LAB Studio

Proprio in occasione di questa importante uscita, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ne è venuta fuori questa interessantissima intervista, in cui l’artista ha raccontato sè, il suo album e, più in generale, la sua musica, con grande disponibiltà.

Veniamo subito a “Maledetti Noi” il tuo album appena uscito. Cosa rappresenta per te questo progetto?
Un album è un po’ un traguardo, la fine di un capitolo in attesa del prossimo. Per me questo album è servito a chiudere un capitolo fondamentale della mia vita che in realtà è partito da quando è nato Ciliari. Questo album è quello che ho vissuto fino a qui e l’ho messo tutto in queste canzoni.

Ci racconti la scelta del titolo?
Il titolo è stata una scelta molto naturale perché il primo pezzo di quest’album che ho pubblicato come singolo, era “Maledetto Amore” e il testo si conclude appunto con “Maledetti Noi”.

Dunque, indicheresti “Maledetto Amore” come “brano manifesto” dell’intero album?
Sì, perché è un po’ il focus del disco, un disco che parla principalmente di quello che ho vissuto e di come sia un casino esagerato, che a volte ti distrugge e a volte ti porta sulla luna. Poi il fatto è che le cose che racconto in questo disco non le ho vissute da solo perché ci sono anche delle controparti. Non parlo di me, parlo di noi, anche se dal mio punto di vista. Ecco perché “Maledetti Noi”.

Da quello che ci hai raccontato, un po’ emerge, però entriamo nello specifico.
Qual è la prima frase che ti viene in mente per raccontare l’intero album?
Sono domande tutte molto legate per me, perché ti direi appunto “Maledetto amore, maledetti noi”, ovvero l’inizio e la fine. Questo è per me un viaggio più che un disco. Parte con “Giradischi”, l’invito ad una serata, si evolve in mille disastri, arriva alla consapevolezza di “Maledetto Amore” e finisce con “Fine”, un finale in cui non ci si deve dire più niente, non servono le parole, basta solo guardarsi negli occhi o ricordarsi di quello che è stato.

A quale pezzo pubblicato in passato, invece, sei particolarmente legato?
Credo che “Porno 80” sia uno dei pezzi che più mi emoziona, anche quando lo suono dal vivo. Davvero mi uccide e a volte faccio fatica. L’ho scritto forse in 10 minuti, di getto, in un momento davvero di merda e credo sia uno dei pezzi più sinceri e nudi che ho fatto fino ad ora.

Facendo un ulteriore passo indietro , ci racconti “le tue prime note”?
Ho iniziato a suonare la chitarra che avevo 6 anni e da allora non ho più smesso. Ero davvero scarso con gli sport, solitamente alla scuola calcio non mi mettevano neanche in panchina. In sostanza se non ci andavo era meglio per tutti e li capivo. Al contrario amavo ascoltare le canzoni delle cassette che avevano i miei genitori. Impazzivo per Battisti e per i Queen. Gli assoli di Brian May mi facevano volare (credo abbiano fatto volare giusto un po’ di persone).

Esistono degli artisti da cui trai ispirazone?
Certo ci sono degli artisti che amo, che ascolto ripetutamente e che mi hanno trasmesso tantissimo, come Battisti appunto o Dalla, De Andrè, De Gregori, o appunto i Queen, i Beatles, ma devo dire che ricerco tantissimo e mi piace scovare sempre musica nuova che possa ispirarmi. Accade spessissimo. Ad esempio c’è stato un periodo in cui ero in fissa con una band di Taipei che si chiama Sunset Rollercoaster. Mi ha ispirato tantissimo.

Tanti i momenti di grande rilevanza, fino ad oggi, nel tuo percorso. Ma quali tappe hanno rappresentato e rappresentano più delle altre, per la tua crescita artistica e personale?
Ogni momento è fondamentale, perché fa parte della vita, e non sai mai quello che poi di questa vita può finire in una canzone.
Se non avessi vissuto determinati momenti non avrei scritto determinate canzoni e quindi, in sostanza, sarei rimasto in cameretta o magari al bar.

Fino ad adesso abbiamo parlato di Ciliari l’artista; chi sei, invece, fuori dalla sala d’incisione?
In realtà io sono sempre Ciliari perché Ciliari è quello che vivo, quindi se lo sentite in una canzone è perché probabilmente sono stato in giro a fare il pirla e a vivere i miei disagi come tutti.
Poi oltre a suonare sono anche un tecnico backliner e quindi se in quel momento non suono, lavoro per chi suona.
Ho fatto tanti lavori e sono stato tante persone diverse e ora eccoci qui.

Quali sono i prossimi passi del tuo percorso?
L’idea principale è quella di portare questo disco in giro, ovunque, e avere anche il tempo di scrivere altro, con serenità e calma, fuori dalle logiche di mercato che volgiono tutto e subito. Io ho bisogno prima di viverle le cose per raccontarle, quindi proverò a vivere un po’.

Prima di salutarci una domanda che poniamo a tutti gli artisti che intervistiamo. Con chi ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Mi piacerebbe collaborare con Enzo Carella.
Peccato che non c’è più, chissà che musica avremmo potuto scrivere rega!

Grazie per la disponibilità, è stato un piacere. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.
Grazie a voi, grazie a chi è arrivato a leggere fin qui! Andate ad ascoltare il disco e ci si vede in giro! Bella.

Profilo Spotify dell’artista.

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