Intervista – Un grande sognatore: Il Solito Dandy

Intervista ad uno dei principali protagonisti dell’edizione 2023 di X Factor: Il Solito Dandy.

Il Solito Dandy, nome d’arte di Fabrizio Longobardi, è un artista torinese classe ’93.
Legato al mondo della musica sin da piccolo, ci si avvicina come chitarrista di alcuni gruppi.
Successivamente intraprende la propria carriera da solista arrivando, nel 2017, alla pubblicazione del suo primo album “Buona Felicità”, seguitonel 2022 da “Turismo Sentimentale”.

Il Solito Dandy nasce e inciampa in mille fantasie. Suona la chitarra con in testa un’orchestra di violini e aragoste, corre da Torino a Roma con una camicia che sembra uscita da un giardino o da uno strappo sulla tappezzeria, si mescola ai turisti e poi finisce chissà dove, nei sogni coi mostri e le sirene.
Canzoni d’amore italiane con le nuvole, gli sguardi languidi da telenovela, le statue barocche e il blu di pescheria. Un sentimentalismo da poveri per chi vive in una città che continuamente perde pezzi e riesce comunque a commuoversi coi tramonti o con un fritto.

Questa la biografia tratta direttamente dal suo profilo Spotify, che lascia trasparire l’essenza dell’artista classe ’93, profondo, sognatore e ricco di cose da raccontare.
Questa essenza viene fuori in tutto il suo splendore ed innumerevoli sfumautre, sul palco dell’edizione 2023 di X Factor. L’esperienza all’interno del talent targato Sky, porta Fabrizio a presentarsi al grande pubblico conquistando, sin dalle prime esibizioni, pubblico, colleghi e giudici al tavolo.
Sotto la guida di Dargen, il suo cammino arriva fino alla finale del 7 dicembre 2023, concludendosi con un ottimo terzo posto.

Poche ore dopo (l’8 dicembre 2023), viene alla luce “Supersonico sogno di un mondo nascosto” (Prod. Simona Guzzino, Mix & Master Filippo Passamonti e Jesse Germanò, Prod. esecutiva Giacomo Coveri – NeverEndig Mina), l’ep che racchiude al suo interno alcuni dei brani che hanno fatto da colonna sonora alla sua esperienza sul palco di X Factor; tra questi, “Giulia” (una delle cover più apprezzate di tutta l’edizione) ed il suo inedito “Solo tu“.

In questi mesi il suo percorso artistico è andato avanti, tra live ed importanti esibizioni, con l’affetto della gente a farne sempre da contorno. Il tutto senza perdere di vista il fulcro di tutto: la musica passata, presente e futura.

Per conoscere in modo ancora più approfondito il suo universo, l’abbiamo contattato per porgli alcune domande.
Ne è venuta fuori una intervista interessantissima e ricca di spunti di interessi, in cui l’artista si è raccontato con grande disponibilità.

Ciao. Innanzitutto grazie di cuore per averci concesso questa intervista.
Per questa prima domanda vogliamo prendere spunto dal titolo del tuo ep “Supersonico sogno di un mondo nascosto“. Cosa racchiude e qual è il mondo nascosto de Il Solito Dandy?
Ciao. Forse, a pensarci bene, il mio mondo non è proprio nascosto. Sono una persona che non ha grandi segreti, solitamente se sento di avere qualche scheletro nell’armadio lo porto fuori a ballare o anche solo a fare la spesa. Il “Supersonico sogno di un mondo nascosto“, di cui parlo nella canzone è solo l’idea, o l’augurio, di sentirci tutti liberi con le nostre paure ed insicurezze. Siamo esseri umani, viviamo per non si sa quanto, ma questo non vuol dire che non possiamo sognare. Mi piace pensare che dentro le piccole cose si possa nascondere la meraviglia o l’incredibile, come quando da bambini bastava una matita e un foglio per viaggiare con la fantasia.

Facendo ancora riferimento all’ep, al suo interno è presente l’amatissimo pezzo “Solo Tu“. Come è nato questo brano e cosa rappresenta per te?
Solo Tu” è nata un pomeriggio del 2020. Ero felice ed innamorato, stavo camminando dalla stazione a casa mia ed ero con la testa tra le nuvole ed i castelli romani, non stavo passeggiando, praticamente volavo. Avevo bisogno di una canzone che mi facesse sentire così, o anche solo amplificasse quel momento della mia vita. Neanche il tempo di pensarci, che ecco arrivare la canzone!

Solo Tu” è il brano che ha coronato il tuo fantastico percorso all’interno di X Factor. Parlando di questa esperienza, cosa ti sei portato dietro?
X Factor è stata un’esperienza meravigliosa. Un’avventura che mi ha aiutato a crescere e a potenziarmi su più fronti, anche a scoprire lati del mio carattere che prima non avevo tanto preso in considerazione. Forse, però, la cosa che mi porto dietro con più affetto e allegria sono tutti i miei compagni d’avventura e il rapporto incredibile che si è creato in quei due mesi dentro il loft.

Il ricordo più bello?
Ce ne sono davvero tanti. Te ne racconto uno che mi sta particolarmente a cuore.
Una sera, finite le prove, stanchi, ci siamo trovati a parlare delle nostre vite con Sarafine e gli Animaux Formidable, eravamo a tavola e sono uscite tante coincidenze e pensieri su quanto fosse assurdo e bello vivere in questo mondo con tutte le sue fatiche e difficoltà. Non ti nego che io e il gatto siamo due teneroni e ci siamo commossi come bambini. Siamo andati al pianoforte e, così, come per necessità abbiamo improvvisato una “Sotto il segno dei pesci”. La canzone è stata come un richiamo, un momento di unione per tutti nel loft, e così, con la speranza ed il pensiero di meritarci una vita più giusta e libera, ognuno coi propri sogni s’è perso in questo canzone che sembrava, in quel momento, solo per noi.

Torniamo ancora più indietro. Ci racconti come, quando e perchè hai deciso di avvicinarti a questo mondo?
La notte del 24 Dicembre 1992, mamma Laura e papà Mario fecero l’amore in un sacco a pelo. O almeno, a me piace pensare così. E così, 9 mesi dopo, eccomi in questo mondo! Ma forse non stavamo parlando di questo. Se stiamo parlando di come mi sono avvicinato all’arte, io da bambino ho sempre ascoltato musica, specialmente l’opera con mio nonno. Questo forse ha avuto un approccio visivo e teatrale nel mio rapporto con la musica. Io e lui dipingevamo sul balcone e mi è sempre piaciuta l’idea di poter creare un mondo o un qualcosa di mio, oltre le difficoltà del reale, un posto dove potessi sentirmi libero e felice, la pittura mi faceva sentire così. Anni dopo, mia madre, la sera prima del mio esame di terza media, portò me e mia sorella all’arena di Verona per sentire la sua band del cuore, gli Who. L’impatto è stato talmente forte e vivo che iniziai a suonare la chitarra elettrica con la stessa voglia di creare e costruire qualcosa che potesse rappresentarmi o, anche solo, come una valvola di sfogo per tutto quello che non riuscivo ad esprimere.

Esiste un artista, un album o semplicemente un brano che ha contribuito a farti prendere questa strada?
No. Esistono tante figure, artisti, registi, scrittori o musicisti che mi hanno influenzato. Come ti dicevo prima, però forse devo la mia passione per l’arte alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto in questa folle avventura. Non è una cosa scontata e, anzi, mi considero una persona molto fortunata per questo. Poi, se devo dirti alcuni nomi che sono fonte d’ispirazione ti direi Lucio Dalla, Gianni Rodari, Fellini e Walt Disney.

Parlando della tua musica, all’interno di X Factor e grazie ai tuoi brani, abbiamo imparato a conoscere (ed amare) le tue innumerevoli sfumature. Facendo la somma di tutto (e oltre), ci descrivi Il Solito Dandy e la sua musica?
Questa cosa è difficilissima! Faccio molta fatica a descrivermi, ma non perché faccia cose complesse o con chissà che influenze, ma perché forse non ne sono tanto capace. So sicuramente che sono un grande sognatore, mi piace giocare con la fantasia e mischiarla con il reale fino a non capire più cosa è vero. Come se le vita fosse solo un sogno dove potersi muovere senza limiti o confini, senza la paura di troppe etichette o giudizi. Io cerco di vivere così e, in qualche maniera, di portare questo anche nella musica che faccio. Che poi sono canzoni italianissime e mi piace pensare senza un tempo preciso.

Tra i tuoi brani pubblicati, ne esiste uno che senti maggiormente calzante per raccontare il tuo “mondo nascosto”?
“Boh”.

Altra tua grande qualità emersa è quella di saper immergerti totalmente in pezzi altrui, scavando dentro i ricordi e le sensazioni per trovare il tuo significato e rendere “tuo” il brano. A tal proposito, quale canzone di altri artisti ti rispecchia ed avresti voluto scrivere tu?
Forse “Telefonami tra vent’anni” di Lucio Dalla. Non a caso è stato il brano che ho scelto di portare alla prima audizione di X Factor. È una canzone che mi fa sperare nel futuro ed immaginare che tanti problemi che ci facciamo nel presente possano essere risolti. Mi piace quella frase “non ti preoccupare, di tempo per cambiare ce n’è” mi dà la possibilità di non darmi tutta questa importanza e pesantezza, mi fa immaginare e sentire leggero. Però la canzone si conclude anche con un “E se telefoni tra vent’anni butta i numeri tra le stelle” un po’ come a esortarci a vivere bene questo presente perché poi, alla fine, che senso ha sperare nel domani se poi l’oggi non sappiamo vivercelo.

Guardando al futuro, progetti in cantiere? A cosa stai lavorando?
Sto scrivendo tantissimissimo. Il dopo X Factor è fatto di un sacco di treni, persone, luoghi e situazioni che non mi sarei mai immaginato, in tutto questo sto riuscendo a scrivere tra una valigia e qualche paesaggio. Poi abbiamo questi due concerti che mi rendono tanto felice: il 20 Aprile a Roma (Largo Venue) ed il 23 Aprile a Milano (Santeria Toscana 51). E poi chissà…

Prima di salutarci, una domanda che ci piace porre a tutti gli artisti che intervistiamo: feat dei sogni?
In realtà a questa cosa non ci penso mai troppo. Sono abbastanza aperto a tutto e a farmi sorprendere. Mi piacerebbe collaborare con qualcuno distante dal mio mondo artistico, o con una voce completamente differente dalla mia. I primi nomi che mi vengono in mente sono Bollani e Ornella Vanoni, ma perché mi piacciono tanto tanto.

Grazie per la grande disponibilità, è stato davvero un grande piacere. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.
Ciao rag, grazie a voi! È stato bellissimo!

Profilo Spotify dell’artista.

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