Intervista all’artista protagonista dell’episodio 606 di #LFMConsiglia del 18 settembre 2024.
Skoob, nome d’arte di Andrea Scuderi, è un autore e interprete milanese.
Il suo stile di scrittura semplice e diretto, lo accomuna al cantautorato di nuova generazione, da Gazzelle a Calcutta, che sono sue grandi fonti di ispirazione. Il suo brano “Ottobre” (2021) ha superato i 150 mila stream su Spotify riscuotendo un ottimo successo anche su TikTok, dove gli utenti hanno apprezzato la sua capacità di raccontare storie nelle quali potersi riconoscere. I suoi singoli “Rasoi”, “Forse/Botte” (2022) e “2010” (2024) sono stati inseriti nella playlist Scuola Indie di Spotify.
I suoi brani “Parterre” (2024) e “2010” (2024) sono stati inseriti nella chart di Giovane Fuoriclasse su Radio Lattemiele.
Nel 2020 ha pubblicato il suo primo album, “Il tuo nuovo tipo”, distribuito da Artist First.
Disponibile da venerdì 13 settembre (in distribuzione Believe), “Mimì e Cocò” è il suo ultimo singolo.Skoob, con questo brano, racconta le due facce di un amore complementare ma a volte distante, affrontando il tema nella sua complessità e nelle dinamiche di coppia.
Di questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lui in questa interessante intervista.
Partiamo da “Mimì e Cocò“, il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale.
“Mimì e Cocò” sono i nomi dei gatti della mia ragazza. Una cosa divertente è che si potrebbe pensare siano ispirati ai più noti Mimì e Cocò, ma in realtà è solo una coincidenza. Il brano, comunque, parla della complessità dell’amore e si ispira proprio ai due felini. Mimì, indipendente e sulle sue, e Cocò, dolce e affettuoso, rappresentano le due facce del nostro amore, e dell’amore di tanti: complementari, ma a volte distanti. L’idea di ispirarsi a loro è nata una sera in cui ho visto Cocò cercare le coccole da Mimì, che, glaciale, l’ha scacciato. Nonostante sembrino così diversi e lontani, in realtà non riesco a immaginarli separati.
In quanto ultima uscita, “Mimì e Cocò” è sicuramente un pezzo che vale molto, per te e per il tuo percorso artistica. Tuttavia, guardando indietro, a quale altro tuo brano (pubblicato in passato) sei particolarmente legato?
È veramente difficile scegliere. Probabilmente, in questo momento, direi “Ottobre”. È un brano che, nonostante sia uscito ormai da qualche anno, continua ad avere riscontro, molto più di quando l’ho pubblicato, in realtà. Credo rappresenti molto il mio modo di essere e di fare musica. È un brano molto intimo, in cui ho messo a nudo le mie fragilità. Riascoltandolo, riesco a rivivere il preciso istante in cui l’ho scritto.
Più in generale, quali sono le sensazioni che vuoi trasmettere, le emozioni che vuoi far provare, le immagini che vuoi raccontare, con la tua musica?
Con la musica mi piace creare connessioni. Mi piace far sentire le persone meno sole, raccontando storie in cui chiunque possa ritrovarsi. Non mi piace la musica che parla solo di sé o che si rivolge a pochi; non è quello che ascolto e, di conseguenza, non è quello che mi viene da fare. Amo le canzoni da cantare tutti insieme, a squarciagola. Ed effettivamente, è il riscontro che ottengo da chi ascolta o scopre la mia musica. Ricevo un sacco di messaggi da persone che raccontano quanto alcune mie canzoni siano state capaci di aiutarle o di storie d’amore nate ascoltando i miei brani.
Qual è il tuo approccio alla scrittura? Come nascono i tuoi brani?
Diciamo che scrivo in qualsiasi momento e su qualsiasi cosa. Mi piace scrivere in generale, infatti ho l’iPhone pieno di note in cui appunto ciò che vivo e ciò che provo. Anche le canzoni nascono nello stesso modo. Mi è capitato di scrivere seguendo il ritmo del tergicristallo dell’auto (come per il mio brano “Forse/Botte”) o di scrivere ispirandomi al pianoforte che ho sentito in un film. I miei brani nascono in modo abbastanza casuale. Mi è successo anche di iniziare a scrivere canzoni partendo da una parola generata casualmente da un sito su internet. Ciò che poi mi viene naturale è scrivere di me e delle mie esperienze.
Abbiamo, dunque, imparato a conoscerti tramite i tuoi pezzi, ma oggi vogliamo fare con te un viaggio indietro nel tempo. Ci racconti i tuoi primi passi nel mondo della musica?
Pensando ai miei primi ricordi musicali, due canzoni in particolare mi vengono in mente: “Una Rosa Blu” di Michele Zarrillo e “Caruso” di Lucio Dalla. Ho sempre ascoltato musica e, da piccolo, ho anche provato a imparare a suonare qualche strumento, con scarsi risultati (ancora oggi non riesco a fare il barré; se qualcuno volesse offrirmi il suo aiuto, ne sarei molto grato). La prima canzone, invece, l’ho scritta alle medie. Era più o meno rap e parlava della mia compagnia di amici di quei tempi. Da allora non ho mai smesso di scrivere e cantare.
Chi e/o cosa ti ha portato a voler intraprendere questa strada?
Ad essere sincero non lo so. Penso l’urgenza di scrivere, di comunicare e di vedere le persone unite. La consapevolezza di poter far pensare, di poter far emozionare qualcuno.
Quali sono le tappe del tuo percorso, che hanno significato di più per te e per la tua crescita artistica e personale?
In ordine cronologico, una tappa fondamentale è sicuramente il progetto precedente a quello solista attuale, in cui cantavo con un mio amico. Ci siamo esibiti su palchi importanti, siamo passati con un videoclip su MTV e altro. Tutto quel percorso, in realtà, mi ha dato molta consapevolezza su chi fossi e su cosa cercassi nella musica, permettendomi di trovare il mio stile personale. Per quanto riguarda il progetto attuale, sono stati momenti importanti la pubblicazione di “Il tuo nuovo tipo”, il mio primo non-album; i 100.000 ascolti di “Ottobre” (che ora sono quasi 200.000); il concerto al Legend Club di Milano con “dieciquattordici” davanti a 150 paganti; Spaghetti Unplugged, e anche il passaggio in radio importanti come Radio Lattemiele con “2010” e “Parterre”.
Prossimi passi? A cosa stai lavorando?
Mi piacerebbe fare un disco nuovo ma purtroppo in questo momento storico ha più senso lavorare a singoli. Ho molti brani pronti, di cui sono davvero fiero e che sono sicuro verranno apprezzati. C’è già un prossimo singolo in vista che uscirà intorno a metà novembre. Vibe Indie Rock, ovviamente super malinconico, proprio come piace a me. Parla di caramelle e occhi verdi.
Quali sono, invece, i tuoi sogni?
Da cantante italiano “basic”, direi San Siro, magari anche Sanremo. Mi piacerebbe anche un bel concerto all’Arena di Verona, con l’orchestra, visual da film, mezzo in acustico. Polezky e Kang Brulée (i miei producer) spesso mi chiedono quando faremo un disco d’oro da appendere in studio, quindi aggiungerei anche quello alla lista.
A proposito di sogni, con quale artista sogni di collaborare un giorno?
Ce ne sono molti in realtà. In Italia mi piacerebbe fare un pezzo con Tananai, Ariete, Gazzelle, Calcutta. Ci sono tanti cantanti che mi piacciono. Non ho però un vero e proprio featuring dei sogni. Mi sarebbe sicuramente piaciuto fare una canzone con Tenco.
Grazie per la disponibilità, è stato un piacere. In bocca al lupo per tutto.
Piacere mio, grazie mille. Alla prossima!
Profilo Spotify dell’artista.
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