Dopo la prima serata, panoramica, opinioni ed impressioni su tutti i 29 brani del Festival.
Se siete in cerca di critiche spietate o di voti numerici, questo non è l’articolo giusto. Qui si parla di , emozioni e performance, perché il livello è alto e vale la pena raccontarlo per quello che è: musica.
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Aprire una serata di Sanremo non è mai semplice, ma Gaia lo fa con naturalezza, rompendo il ghiaccio senza esitazioni. La sua esibizione è completa, arricchita da una coreografia che rende il tutto ancora più coinvolgente. Il brano si presta a diversi contesti: è perfetto per un ascolto intimo in cuffia, ma funziona anche per ballare.
Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Un messaggio di positività che arriva dritto al cuore. In un periodo in cui anche solo dire “Viva la vita” può sembrare rivoluzionario, Gabbani lo trasforma in un mantra da ripetere nei momenti difficili. Sul palco è un mix di energia e leggerezza: sorride, canta, si gode il momento. E fa sorridere anche noi.
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Il ritorno a ritmi che gli sono sempre appartenuti (come lui stesso ha detto), senza mai guardare indietro, ma solo avanti. Rkomi torna al ritmo, al suo stile unico di stare sulla base, con un pezzo che farà felici i suoi fan di sempre. È un’evoluzione naturale, non un passo indietro: un artista che continua a crescere senza perdere la propria identità.
Noemi – “Se t’innamori muori”
Noemi gioca la carta che sa giocare meglio: eleganza e potenza vocale. Chi ama le voci che riempiono lo spazio, qui trova pane per i suoi denti. Il brano punta su un’emozionalità raffinata, che non ha bisogno di esplosioni sonore o drop potenti: è la sua interpretazione a fare la differenza, e lei, come sempre, è all’altezza della situazione.
Irama – “Lentamente”
Un altro pezzo emozionale, ma con un andamento diverso rispetto ai precedenti. Parte subito in alto e ci rimane, sostenuto dalla sua voce che non perde intensità per più di tre minuti. Mantenere questo livello senza stancare è un’impresa, ma Irama dimostra di essere probabilmente l’unico a poterlo fare con questa naturalezza.



