Coma_Cose – “Cuoricini”
Se i Ricchi e Poveri di “Mamma Maria” fossero catapultati nel 2025, il risultato sarebbe qualcosa di molto simile a questo pezzo. Un complimento, ovviamente. I Coma_Cose sono sempre inquadrati, simpatici, coreografici, e non sbagliano un colpo. “Cuoricini” è destinata a restare nelle nostre teste per molto tempo, pronta a partire in loop un po’ come quando gli ospiti che abbiamo a cena ci chiedono “metti un po’ di musica”… (La stai canticchiando, ora, eh?!).
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Lacrime agli occhi fin dalla prima nota. Chi aveva letto il testo sapeva cosa aspettarsi, ma l’emozione di Cristicchi, palpabile e sincera, amplifica tutto. La voce rotta, il magone che arriva immediato, la commozione che si diffonde dal palco alla platea, fino a casa. Se non sarà trionfo finale, almeno un premio (magari per il miglior testo) sembra inevitabile.
Marcella Bella – “Pelle diamante”
Un brano che porta con sé un messaggio importante: un inno all’empowerment femminile, raccontato con classe ed esperienza. Il pezzo procede sicuro, con mestiere e consapevolezza. Marcella Bella dimostra di sapere esattamente come lasciare il segno.
Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Lauro aveva già fatto capire che avrebbe portato un Sanremo più “grande”, più serio, più cantato. E mantiene la promessa. Elegante nel look e nella presenza scenica, porta un brano che suona come le grandi canzoni del festival di una volta, ma attualizzate al presente. Vuole vincere, e si vede. E, a dirla tutta, potrebbe riuscirci.
Giorgia – “La cura per me”
Giorgia è Giorgia. La padronanza del palco, il carisma, la voce che riempie ogni angolo dell’Ariston. Il brano funziona, anche se forse con meno parole e più spazio per la sua vocalità sarebbe stato ancora più potente. Ma lei quello spazio se lo prende comunque. Tra i favoriti? Ovvio.



