Intervista – Fiero di essere Pablo: alla scoperta di Pablo Murphy

Foto di Andrea Ruffini

Intervista al cantautore italo-scozzese classe 2003.

Pablo Murphy è un cantautore italo-scozzese classe 2003.
Nato in una famiglia di musicisti, è cresciuto ascoltando i cd rock anni ’80 del padre e assimilando quell’inconfondibile spirito brit che scorre nelle sue vene. Le sue origini scozzesi non sono solo un dettaglio geografico, ma una fonte d’ispirazione che influenza il suo stile: un mix graffiante di brit punk e pop-rock contemporaneo, che evoca il meglio delle band britanniche e delle icone contemporanee del genere.

Nel 2023, Pablo decide di dare vita al suo progetto da solista con il singolo “COLPA MIA”, scegliendo il suo vero nome come nome d’arte. Con la sua partecipazione a X Factor Italia 2024, dopo essersi guadagnato un posto tra i 12 finalisti, Pablo consolida la sua immagine da teen rockstar moderna: ribelle ma accessibile, ironico e vulnerabile, capace di mescolare un fascino spavaldo con un’attitudine “presa a bene” tutta sua, con la chioma spettinata, il look ispirato al brit punk e la chitarra sempre a portata di mano.

Con l’uscita del suo nuovo singolo “Red Flag” (Stage One/ADA Music Italy) il 31 gennaio 2025, Pablo apre un nuovo capitolo della sua carriera, portando avanti la sua missione: fare musica che unisce, emoziona e invita tutti ad abbracciare le proprie imperfezioni con orgoglio.

Per conoscere ancora meglio lui e la sua musica, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao, Pablo. Ti ringraziamo per questa intervista. Cominciamo dall’inizio: cosa ti ha spinto a intraprendere il percorso musicale? Quando e come è nata questa passione?
Ho iniziato a suonare all’età di 6 anni, vengo da una famiglia di musicisti dunque la cosa mi è stata un po’ “imposta”. Inizialmente sarò sincero lo odiavo, odiavo andare a lezione di chitarra cercavo sempre scuse per evitarle… verso gli 11 anni formo la mia prima band e da là il puzzle iniziò a completarsi, ormai vivo di musica non riesco a pensare ad altro.

C’è un artista, un album o una canzone che ha avuto un impatto decisivo sul tuo avvicinamento alla musica?
Assolutamente sì, Charlie Puth. Lo adoro e lo stimo tantissimo, è un polistrumentista fenomenale in grado di rendere il pop zero banale con tantissime idee a mio avviso mozzafiato. Il suo album “Voicenotes” mi ha letteralmente cambiato la vita e il modo di vedere la musica.

Quali sono, invece, le figure che più ti ispirano nel tuo percorso?
Nel mio percorso direi che The 1975 e tutte le band storiche del panorama Brit sono i miei punti di riferimento. Sono cresciuto con i CD di papà che è scozzese, tutt’ora ascolto regolarmente il derby delle band Blur e Oasis.

Se dovessi descrivere la tua musica a chi non ti ha mai ascoltato, quali parole useresti?
Direi nostalgica ironica e empatica, soprattutto con i miei nuovi pezzi. Parlo della mia vita quotidiana, di quello che vive un ragazzo 22enne e spesso mi viene detto di persone che si rivedono in quello che scrivo, è la sensazione più bella che si possa provare.

Tra le tue canzoni, pubblicate o inedite, ce n’è una a cui sei particolarmente affezionato?
“CONTROMANO” è sicuramente la canzone alla quale sono più legato, non tanto per il testo ma per la storia… l’ho scritta davanti ad un mio amico in lacrime fuori da un locale in Sardegna, lui tirava fuori tutto quello che aveva dentro e io lo trasformavo in testo.

Quali momenti del tuo viaggio artistico e personale ritieni siano stati fondamentali per la tua crescita?
Il momento più importante forse è stato il mio primo concerto con la band sul palco del mio vecchio Liceo, eravamo in seconda e chi faceva musica veniva visto un po’ come “lo sfigato” della situazione. Suonammo “Seven Nations Army” e tutto l’auditorium si alzò in piedi per applaudire e ballare a tempo, roba da matti.

Cosa bolle in pentola per il futuro? Su cosa stai lavorando attualmente?
Sto scrivendo il nuovo disco, non mi fermo un attimo, dedico ogni ora che ho alla musica, anche se faccio altre mille cose penso a lei.

Chi è Pablo oggi?
Pablo oggi è sicuramente una persona più matura, ancora più empatica e sensibile ma soprattutto Pablo oggi è più fiero di essere sé stesso.

Dove, invece, vuole arrivare?
Dico sempre che il mio sogno sono i palazzetti, ma già solo l’idea di 100 persone sotto un palco che cantano a squarciagola le mie canzoni mi fa venire i brividi. Voglio svegliarmi la mattina e vivere di musica, girando in tour, nient’altro.

Prima di concludere, c’è un artista, italiano o internazionale, con cui sogni di collaborare un giorno?
Il mio feat dei sogni internazionale è senza ombra di dubbio con Olivia Rodrigo, la prendo spesso come punto di riferimento e penso spacchi veramente, sia il genere che fa che i suoi testi. Devo dire che anche un bel pezzo country con Post Malone mi farebbe impazzire come idea, sarebbe il sogno del Pablito 16enne.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato! A presto.
Grazie mille per l’intervista e per le domande interessanti, mi sono divertito molto a rispondere! Un abbraccio, Pablito.

Profilo Spotify dell’artista.

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