Intervista al giovane artista romano classe 2004, protagonsita dell’episodio 657 della nostra rubrica #LFMConsiglia del 24 febbraio 2025, e vincitore del Premio della critica del mese di Febbraio 2025.
Gabriele Miccinilli, in arte Hoomor, nasce a Roma il 4 febbraio 2004 e cresce con la musica nel sangue. Suo padre, bassista, lo introduce presto a questo mondo, regalandogli un basso all’età di otto anni. Da quel momento, la musica diventa la sua compagna di viaggio.
Tra il 2017 e il 2018 scopre SoundCloud e, insieme al producer e amico Nidya, decide di pubblicare i primi brani per puro divertimento. Ma quella che inizialmente è solo una passione si trasforma presto in qualcosa di più grande. Nel 2020, con la seconda traccia “Voglio stare con te”, Hoomor raggiunge il suo primo vero traguardo: 700mila ascolti sulla piattaforma.
Dopo aver pubblicato altri singoli e un EP, il progetto si sposta su Spotify, dove il singolo “Fragili” ottiene un ottimo riscontro con 150mila ascolti. L’esperienza su SoundCloud gli permette di entrare in contatto con altri artisti della scena indipendente, dando vita a collaborazioni e concerti.
Nel 2022 ha l’opportunità di aprire il live di Bartolini al Monk di Roma, un’esperienza che segna un ulteriore passo avanti nel suo percorso musicale. Da allora, continua a esibirsi e a coltivare la sua carriera, sempre con lo stesso spirito di sperimentazione e passione che lo ha accompagnato sin dagli inizi.
“Cosa Rimane” è il suo ultimo singolo uscito il 21 febbraio per Honiro Label, brano con cui l’abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale nell’ambito della rubrica #LFMConsilgia, e che l’ha protato a vincere il Premio della Critica del mese di Febbraio 2025.
Sonorità dream pop che affascinano e che, allo stesso tempo, creano un ambiente profondo ed etereo dei ricordi, quelli che più ci salvano, ma anche quelli che ci dannano e che ripercorrono in noi un senso di malinconia, come un oceano dove affondare, senza mai arrivare al fondo.
Di questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lui.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo dalle origini: quando e come hai deciso di dedicarti alla musica? C’è stato un momento o un motivo particolare che ti ha spinto a farlo?
Diciamo che parte tutto per “gioco”. Nel 2018 venni a conoscenza del piccolo panorama Soundcloud italiano grazie ad una storia instagram di un mio amico che cominciò a fare musica e a pubblicarla sulla piattaforma.
Casualmente pochi mesi dopo, sempre attraverso una storia instagram, scoprii che Damiano (Nidya), che ormai conoscevo da qualche anno, aveva appena iniziato ad usare FL Studio e gli chiesi pareri sui miei primi beat.
Inutile dire che erano orribili, ma dopo diversi scambi a riguardo cominciammo a collaborare insieme. Inizialmente eravamo incostanti, lo trattavamo proprio come un passatempo.
Il genere che facevamo era trap, ma sentivo che infondo non mi riguardava.
Nel 2020 con l’inizio della quarantena cominciai a prenderla un po’ più sul serio, quando provammo a fare un pezzo “indie” e notavo la mia soddisfazione nel farlo.
Lo chiamo indie ma in realtà non saprei se definirlo tale. Sapevo e so soltanto che quel mood mi permetteva di esprimermi nel migliore dei modi.
Dunque il punto d’inizio è abbastanza relativo. Mi piace pensare sia stato un processo graduale che è venuto da sé.
C’è un artista, un album o una canzone che ha avuto un ruolo fondamentale nel tuo percorso musicale e ti ha fatto avvicinare a questo mondo?
Non posso non citare gli Psicologi.Sono stati un grande punto di riferimento per me.
Quando li iniziai ad ascoltare mi ritrovai tantissimo nei loro testi, in più ero quasi fiero di loro perché quando li ascoltavano non li conoscevano in tanti, se non chi ascoltava i loro pezzi su SoundCloud separatamente.
Da lì scoprii un nuovo lato di me, più sensibile ed emotivo. Probabilmente questo lato già esisteva, l’avevo soltanto ammesso a me stesso.
Quali sono i riferimenti artistici che ti ispirano maggiormente?
In Italia come scrittura mi piace molto quella di Franco126. Il suo stile riesce a crearmi delle immagini mentre lo ascolto, e mi accorgo come sia un’arma veramente potente.
Anche Frah Quintale per il suo stile melodico e ovviamente gli Psicologi per i motivi precedentemente elencati.
Ultimamente mi sto spostando un po’ di più all’estero. Ascolto particolarmente Mk.gee che ha delle sonorità spaziali e a tratti molto anni ‘80. I The Strokes sono un altro gruppo che sto saturando.
Per il resto in realtà questo è un periodo in cui sto cercando di farmi condizionare il meno possibile, in modo da dare molto più spazio alla mia identità e alle mie radici musicali.
Parliamo di “Cosa rimane”, il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale e che ti ha permesso di vincere il Premio della Critica del mese di febbraio 2025.
Intanto vorrei ringraziarvi per il premio e sono felice che il pezzo sia piaciuto.
‘‘Cosa Rimane” parla di una relazione conclusa, della visione pessimista dopo la rottura e della nostalgia di un bel ricordo che però non potrà tornare tale.
Il messaggio un po’ più “nascosto” sarebbe quello di accorgersi di aver riempito troppo se stessi con un’altra persona, a tal punto di perdere di vista il senso della propria vita.
Questo abbiamo cercato di rappresentarlo più all’interno della copertina, in cui lo specchio sembra essere un buco che crea un distacco tra la tranquillità e il caos, anche meglio il vuoto in cui ci si sente dispersi. L’esterno è una speranza, e questa speranza può trasformarsi in realtà solo grazie alla consapevolezza.
Questo è ciò che significa per me, non è una verità assoluta. Infatti credo che ognuno di noi debba recepire il messaggio che vuole in una canzone, un quadro, una poesia ecc…
Il bello sta nel dare una sensazione con cui il destinatario può rispecchiarsi a proprio piacimento.
Guardando i tuoi pezzi pubblicati in passato, ce n’è uno a cui sei particolarmente legato? Se sì, per quale motivo?
Qui sarò scontatissimo. “Voglio stare con te” è sicuramente il pezzo a cui sono sicuramente più legato e forse anche per Nidya. Dovrei chiederglielo, potrebbe sorprendermi.
Dico così perchè è stata un’esplosione senza senso; è stato il secondo pezzo che abbiamo fatto “seriamente” e macinava ascolti in maniera per noi impensabile.
Ne sono legato così tanto dunque sia per il successo ma anche perché è praticamente uno dei pezzi iniziali del nostro percorso.
Più in generale, come descriveresti la tua musica?
Sicuramente introspettiva, e ultimamente anche abbastanza alternativa. Non sarò io a deciderlo e sono curioso di ciò che penseranno.
Come nasce una tua canzone? Hai un metodo preciso quando scrivi o segui l’ispirazione del momento?
Non ho un metodo preciso. Delle volte potrei partire anche dal ritornello per dire.
Dipende dal momento e la sensazione che mi suscita la base.
Senza base il pezzo non nasce.
Parliamo ora del tuo concerto del 22 marzo a Roma.
Com’è andata? Che emozioni ti ha lasciato?
Sono stato contento di suonare ed è stata un’esperienza che possa unirci tutti quanti, che possa farci divertire ed emozionare.
Quanto conta per te l’esperienza dal vivo? In che modo il contatto con il pubblico influisce sulla tua musica?
Molto importante, per me sentire il calore di chi ascolta le mie parole e vedere che susciti emozioni a loro è emozionante a sua volta.
Può essere anche un modo per conoscersi e scambiare due chiacchiere.
Poi è un mondo completamente a parte. Ormai siamo abituati ad aprire Spotify e avere tutto senza mai approfondire. Per quanto vale la musica il concerto permette di capire che in realtà dietro quel profilo c’è veramente una persona, e parlando da fan personalmente a me questa cosa colpisce.
Poi in generale mi piace la musica e portarla dal vivo è come se prendesse ulteriore concretezza.
A livelli ancora più alti diventano dei veri e propri Show, che permettono di valorizzare ancora di più un messaggio.
Non a caso il mio primo live l’abbiamo organizzato riunendo alcuni membri della scena SoundCloud di quel momento, per creare un’opportunità, per sostenerci, e per vivere un momento in completa amicizia.
Shootout per tutti quelli che c’erano quella sera.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Ci sono tante cose in ballo, alcune cose sono già concluse, altre stanno maturando e altre che potrebbero nascere in qualsiasi momento. Non vedo l’ora che escano, è difficile trattenersi.
Fortunatamente ho persone vicino a me a cui posso farle sentire, altrimenti non saprei come fare.
Le cose si scopriranno mano mano, portate attenzione.
Prima di salutarci, una domanda che facciamo sempre: con chi ti piacerebbe collaborare in futuro? Hai un “feat dei sogni”?
Questa domanda mi mette in seria difficoltà. Penso di avere 5 risposte differenti.
Facciamo che dico Nidya se mai inizierà a cantare. Sarebbe interessante.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato! Ti auguriamo il meglio per tutto e speriamo di risentirti presto.
Grazie a voi, è stato un piacere.
Profilo Spotify dell’artista.
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