Intervista – Frau racconta “La prima notte”

Intervista al cantautore protagonista dell’episodio 682 di #LFMConsiglia del 12 maggio 2025.

Frau è un artista e cantautore, riconosciuto per la sua scrittura profonda, personale ma al tempo stesso accessibile, e per la sua voce calda e potente. Nato e cresciuto tra Cagliari e Lecco, la sua musica è sempre stata un rifugio, un modo per affrontare traumi adolescenziali e quelli odierni. Fin da adolescente ha trovato ispirazione nelle leggende del rock americano e britannico e ha mescolato questo tipo di sonorità con il cantautorato indie contemporaneo, creando un’esperienza sonora che evoca emozioni legate a ricordi e momenti cruciali della sua vita. Dopo essersi fatto notare dal vivo aprendo i concerti di artisti come Nada, Dargen D’Amico, Lucio Leoni e Bianco, la sua penna originale lo porta a firmare un contratto autoriale con Viameda di Eros Ramazzotti. Nello stesso anno lancia il progetto musicale che porta il suo nome, debuttando sul palco dello “Scenario Festival”.

Disponibile da venerdì 9 maggio, “La prima notte” è il suo nuovo EP.
“La prima notte” è un progetto che si compone di 3 tracce, in cui l’artista vuole mettersi a nudo davanti ai suoi ascoltatori, facendo in modo che lo possano conoscere senza la necessità di parlare.

Il progetto unisce cantautorato indie contemporaneo e rock e si distingue per l’autenticità emotiva e la scelta di un sound essenziale e moderno. Attraverso una produzione minimalista, ogni brano esprime in modo diretto e sincero sensazioni diverse, alternando atmosfere intime e riflessive a momenti più intensi e graffianti.

Per comprendere ancora più nel profondo questo progetto, abbiamo contattato l’artista ponendogli qualche domanda a riguardo.
Senza dilungarci oltre, vi lasciamo direttamente alle sue parole.

Parliamo di “La prima notte”, il tuo EP. Cosa rappresenta, per te, questo progetto?
“La prima notte” rappresenta un punto di svolta. È nato dal bisogno quasi viscerale di trovare una direzione, in un periodo in cui mi sentivo perso e confuso. È un lavoro che unisce traumi adolescenziali e ferite del presente, mettendoli in musica con sincerità cruda. Mi sono ispirato anche a “Le notti bianche” di Dostoevskij: il protagonista è un sognatore che vive di illusioni e aspettative non realizzate. Questo EP è il mio modo di dare forma ai miei sogni, di trasformare il dolore in qualcosa di tangibile.

Questi 3 brani parlano tanto di te; da dove nasce questo bisogno di raccontarti all’ascoltatore?
Nasce dal bisogno di essere capito, o almeno ascoltato senza dovermi spiegare a parole. Raccontarmi è stato l’unico modo che ho trovato per non implodere. Scrivere questi brani è stato come scrivere lettere a me stesso, come guardarmi allo specchio senza filtri.

Quali sono i messaggi, le emozioni e le sensazioni che desideri trasmettere, con questo EP?
Voglio trasmettere verità. Quella che fa male, ma che è necessaria. Emozioni come rabbia, disillusione, solitudine… ma anche resistenza, voglia di riscatto, e soprattutto il desiderio di restare fedeli a sé stessi. Questo EP è un invito a non omologarsi, a non perdere la propria identità anche quando il mondo cerca di appiattirci. 

Ti va di entrare nello specifico dei tre brani, raccontandoceli in ogni loro sfumatura?
Certo.

Partiamo da “Io ti odio”.
“Io ti odio” è uno sfogo. È la mia ribellione contro una società che spesso sento distante, superficiale, ipocrita. È la voce di chi è stanco di sorrisi falsi, di relazioni vuote, di apparenze che contano più della sostanza. In questo brano, urlo il mio rifiuto verso un mondo che non mi rappresenta, e lo faccio senza mezzi termini. È ruvido, diretto, provocatorio.

Proseguiamo con “ICS2”.
Questo è il brano più intimo dell’EP. Parla del mio vissuto familiare. Lucy, in questo pezzo, è una figura simbolica: rappresenta la musica, che mi ha spostato positivamente più volte dalla realtà. È una canzone dura, senza filtri, ma anche piena di fragilità. 

Chiudiamo con “Sane Verità”.
“Sane Verità” è una riflessione lucida su ciò che siamo diventati. Viviamo in un mondo che celebra l’apparenza, le multinazionali, le celebrità… mentre chi lotta per restare vero viene ignorato. È un brano che parla di sogni e di gabbie, di libertà e alienazione. Ho voluto mostrare quanto sia difficile restare fedeli a sé stessi, ma anche quanto sia importante provarci, ogni giorno. È un brano critico, ma anche propositivo.

Tra i 3 pezzi, pensi che ce ne sia uno che possa essere indicato come “brano manifesto” dell’intero EP?
Direi “ICS2”, perché è quello che mi mette più a nudo. È il punto da cui tutto parte: il dolore, la voglia di scappare, il rifugiarsi nella musica. Rappresenta perfettamente il senso dell’EP. Se qualcuno volesse capire davvero chi sono, dovrebbe partire da lì.

Guardando al futuro, quali saranno i prossimi passi del tuo percorso?
Vorrei portare questo EP dal vivo, perché il palco è il luogo dove tutto prende senso. Sto già lavorando a nuovi brani, in continuità con questo percorso ma con nuove sfumature. Mi interessa molto anche collaborare con altri artisti, contaminare il mio suono. E magari, prima o poi, dare forma a un disco intero.

Qual è, invece, il tuo sogno più grande?
Il mio sogno più grande è restare me stesso, sempre. Anche se un giorno dovessi arrivare a un grande pubblico, vorrei continuare a scrivere con onestà, senza farmi condizionare. E ovviamente, spero che un giorno la mia musica possa essere un rifugio per chi si sente solo.

Con chi ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Mi piacerebbe collaborare con artisti capaci di mettere l’anima nella musica. Francesco Bianconi, in particolare, rappresenterebbe per me la collaborazione dei sogni.

Prima di salutarci, qual è la domanda che mai nessuno ti ha fatto e a cui vorresti tanto rispondere?
In realtà, non esiste una domanda in particolare a cui sento il bisogno di rispondere. Credo che le cose più importanti io le abbia già dette attraverso la mia musica.

Grazie ancora per il tuo tempo e per la disponibilità. Alla prossima.
Grazie a voi per avermi dato lo spazio per raccontarmi

Profilo Spotify dell’artista.

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