Intervista – Alla scoperta di Lorenzo De Santis

Intervista al giovane artista classe 2002, protagonista dell’episodio 703 di #LFMConsiglia dell’1 agosto 2025.

Lorenzo De Santis nasce a Roma nel 2002 e si avvicina alla musica all’età di 13 anni, spinto dal bisogno di dare voce a quelle emozioni che sentiva di non riuscire ad esprimere a parole. La scrittura e lo studio degli strumenti diventano nel tempo il suo modo di conoscersi e, allo stesso tempo, di interpretare il mondo, fino a trasformare la passione in un progetto artistico solido e più consapevole.

Il 20 Giugno 2025 è uscito il suo primo singolo ufficiale, “OSSA”, scritto insieme a Roberto Casalino con la produzione artistica di Francesco Tosoni e lucrezjq per Ballandi Music/ Sony Music Italy. Il brano, che segna l’inizio del percorso discografico di Lorenzo, è stato scelto come sigla del programma L’Ospedale delle Bambole, in onda su Real Time.

Di questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lui in questo intervista.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Lorenzo. Partiamo subito dal tuo singolo d’esordio “OSSA”: cosa significa per te questo brano e come è nato?
Ciao ragazzi, grazie per lo spazio! “OSSA” è nata dall’esigenza di raccontare una situazione in cui mi sono ritrovato spesso, ossia quella in cui smetti di essere il tuo centro nel tentativo di dare tutto a qualcunaltro.

Quali emozioni hai voluto trasmettere attraverso “OSSA” e quali reazioni speri possa suscitare in chi l’ascolta?
L’ho scritta con tutta la sincerità che ho e spero possa far sentire comprese tutte le persone che hanno avuto un’esperienza simile.

La tua musica nasce dalla voglia di dare voce a emozioni difficili da esprimere. Come descriveresti questo processo creativo?
OSSA” è nata perché stavo aspettando delle persone che stavano facendo tardi e mi sono messo a scrivere. Avevo bisogno di parlare di quelle cose e credo sia stato il mio processo creativo più spontaneo fino ad ora.

Il brano è stato scelto come sigla per L’Ospedale delle Bambole. Come ti sei sentito sapendo che la tua musica sarebbe stata parte di un progetto televisivo?
Ovviamente è stata una sensazione strana, non lo avrei mai immaginato. In generale mi fa felice sapere che le persone che mi stanno attorno, per una volta, abbiano ascoltato una mia canzone dalla tv e non dalla stanza accanto.

Tornando al tuo percorso personale, quando hai capito che la musica sarebbe potuta diventare qualcosa di concreto per te?
Da quando ho scoperto gli auricolari, che oltre ad avermi reso praticamente sordo, mi hanno insegnato che la musica può accompagnarti in un viaggio di immersione dentro te stesso. Sapendo questo non avrei mai potuto ascoltarla e basta, volevo partecipare.

Guardando indietro, quali tappe della tua vita musicale ritieni siano state più significative per la tua crescita artistica?
Non mi vengono in mente tappe in particolare. Ogni canzone scritta, ogni piccolo concerto fatto e ogni anno passato hanno contribuito a rendermi la persona che sono (anche musicalmente) e va bene così.

Come descriveresti il tuo stile musicale e quali influenze senti più vicine alla tua identità sonora?
Ho una vera difficoltà nel darmi un’etichetta. Sicuramente faccio musica “pop” ma è una definizione che do per spiegarlo agli altri, io raramente mi pongo la domanda. Le influenze sono tantissime, la maggior parte lontanissime da quello che faccio io. Ultimamente ascolto quasi solo Mk gee.

Ci, dunque, sono artisti a cui ti ispiri?
Non necessariamente solo per la musica, ma mi ispiro tantissimo a  Paolo Nutini e alla sua trasparenza in tutto quello che fa.

Con chi, invece, ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Se devo spararla grossissima c’è questo artista che si chiama Matt Maeson che sembra raccontare quello che mi succede ogni giorno per filo e per segno. Se un giorno riuscissi a collaborarci sarebbe un’occasione perfetta per dirglielo.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi obiettivi principali?
L’obiettivo è uno ed è quello di fare un percorso onesto ed essere felice mentre faccio la musica più bella che posso. Il resto è secondario.

Grazie, è stato un piacere. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.
Grazie a voi per avermi dato uno spazio, spero avremo occasione di riparlare a breve.

Profilo Spotify dell’artista.

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