Foto di Marcello Della Puppa
Intervista all’artista protagonista dell’episodio 697 della nostra rubrica #LFMConsiglia del 7 luglio 2025.
Acqua Distillata è il nome d’arte di Lucia Gatto, giovane e talentuosa artista veneta di stanza a Bologna.
Scrive canzoni intime, costruite con frammenti di vita quotidiana e immagini semplici. La sua voce è soffusa e delicata, sempre accompagnata dalla chitarra acustica a cui ha dato il nome “Lamù”. Finora ha pubblicato tre EP realizzati con il contributo di Rareş.
Per lei la musica è un modo per alleggerire il dolore e trasformare i momenti difficili in brani spontanei e diretti, “canzoni di pancia” che cercano sollievo. Sono pezzi che ricordano una filastrocca o una ninna nanna, pensati come piccoli gesti che curano le ferite.
La sua musica riflette anche il suo sguardo sul mondo: miope e astigmatico, quindi spesso sfocato, ma capace di aprirsi a momenti di luce e calore. Ogni brano è come una piccola bolla che racchiude un segreto di vita.
Disponibile dal 4 Luglio 2025, “diamine” è il brano con cui l’abbiamo conosciuta all’interno del nostro portale, nell’l’episodio 697 della nostra rubrica #LFMConsiglia del 7 luglio 2025.
“Selvatica”, invece, è l’ultima uscita, nuovo brano nato nell’ambito del progetto Acqua Distillata canta Ribaltavapori.
CREDITI
Prodotto da: Alessandro Giorgiutti (sesto) e Antonio Uras (Ribaltavapori)
Scritto e arrangiato da: Antonio Uras (Ribaltavapori)
Interprete: Lucia Gatto
Mix: Alessandro Giorgiutti (sesto)
Mastering: Giacomo Fiorenza
Batteria e percussioni: Alessio Ghezzi
Basso: Francesco Candura
Chitarra classica: Antonio Uras
Pianoforte: Antonio Uras
Violini e viole: Lucy Passante Spaccapietra
Violoncelli: Alice Micol Moro
Contrabbasso: Enrico Apostoli
Flauti: Alice Porro
Trombe e filicorni: Giacomo Ricardi Di Netro
Tromboni: Maximiliano Ravanello
Voci cori: Stefania Scropetta, Angelo Mallardo e Alessandro Giorgiutti
Fotografie e grafiche: Marcello Della Puppa
Distributore: Believe
Le abbiamo posto qualche domanda per conoscere ancora meglio lei e la sua musica.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo dal brano con cui ti abbiamo conosciuta all’interno del nostro portale: “diamine”. Com’è nato e qual è stata l’ispirazione alla base di questa canzone?
“diamine”, come una pioggerella estiva, nasce inaspettatamente un pomeriggio di luglio, quasi per gioco. Roberto Da Dalt e Andrea Da Dalto, muniti di un registratore multitraccia, hanno iniziato a lavorare al pezzo registrando sotto forma musicale la calura estiva e improvvisando giri di chitarre lo-fi, intrecciate ad un basso dal sapore country e batterie leggere. L’ispirazione alla base è stata quella sensazione “del dolce far niente”, imbevuta poi di sentimenti malinconici legati alla fine dell’estate e all’amarezza della fine di una relazione.
CREDITI
“diamine” è un brano di Acqua Distillata (Lucia Gatto), composto insieme a Roberto Da Dalt e Andrea Da Dalto.
Autore: Lucia Gatto
Compositori: Lucia Gatto, Roberto Da Dalt, Andrea Da Dalto
Voce: Acqua Distillata (Lucia Gatto)
Voce coro: Roberto Da Dalt
Chitarre: Roberto Da Dalt, Matteo Da Ros
Basso: Roberto Da Dalt
Batteria: Andrea Da Dalto
Prodotto da: Alessandro Giorgiutti (Sesto), Roberto Da Dalt, Andrea Da Dalto
Arrangiato da: Lucia Gatto (Acqua Distillata), Roberto Da Dalt, Andrea Da Dalto e Alessandro Giorgiutti (Sesto)
Registrato presso: Codata e Cornelia Concerti
Fotografie e grafiche: Marcello Della Puppa (Colibree)
Copertina/artwork: Marcello Della Puppa (Colibree)
Distributore: Believe
Riguardo al processo creativo, ci racconti com’è stato lavorare proprio con Roberto Da Dalt e Andrea Da Dalto, e come si sono sviluppati gli arrangiamenti tra chitarre lo-fi, basso country e xilofono?
Roberto e Andrea sono due persone estremamente sensibili e con una visione musicale che per me è sempre stata fonte di grande ispirazione e ammirazione. Sono anni che seguo i loro percorsi artistici e hanno sempre avuto uno spazio importante nel mio cuore. Lavorare con loro è stata un’esperienza bellissima. Mi hanno proposto la demo di “diamine” lasciandomi totale libertà d’espressione sia per le melodia da intrecciare sopra ai loro arrangiamenti sia per quanto riguarda il testo. Hanno avuto tanta pazienza, perché in quel periodo ero un po’ a corto di parole. Al contrario degli arrangiamenti, il testo è maturato lentamente, finché ad un certo punto i vari germogli hanno preso una forma concreta. Credo che lo xilofono doni quel tocco di dolcezza mista amarezza che sottovoce accompagna tutta la canzone, in contrapposizione alla sezione ritmica che invece presenta una sonorità leggermente acida e a tratti sognante.
I tuoi brani sono descritti come piccole storie di vita, intime e spontanee: come scegli quali emozioni o momenti trasformare in canzone?
Sono loro che scelgono me, non so come dire. Sono una persona che ha bisogno di molto tempo per metabolizzare le cose che mi succedono, rifletto molto e spesso mi rendo conto di avere difficoltà nell’esprimermi a parole. Le canzoni mi aiutano in questo. Mi permettono di trovare il modo di soffermarmi sulle cose e di osservarle con la parte più vera della mia persona. Sono dei dialoghi interiori, delle messe a fuoco. Ovviamente non si può basare tutto sull’ispirazione momentanea, perché sono momenti fugaci e molto rari, la scrittura va comunque allenata quotidianamente. Ma le canzoni che ho condiviso finora nascono proprio da questi momenti di letargo come li chiamo io, dove di base, rimango in ascolto.
A proposito della tua scrittura, quanto c’è di autobiografico e quanto invece nasce dall’osservazione del mondo che ti circonda?
Credo che ci sia una sorta di legame tra ciò che mi capita, ciò che è mia diretta esperienza e il mio modo di percepire il mondo che mi circonda. Prevalentemente racconto ciò che provo e ciò che mi succede perché mi aiuta a chiarirmi.
Mi chiedo spesso come poter trattare anche di certe situazioni, contemporanee e/o esterne a me, che mi turbano o lasciano un segno…ma devo ancora trovare la chiave.
Riguardo ai tuoi tre EP, c’è un filo conduttore o un tema che senti accomuni tutte le canzoni e che le rende parte di un unico universo musicale?
Credo che il filo comune sia questo legame con le “ninna nanne”. Sono racconti riflessivi, coperte dentro le quali mi sono accoccolata per anni e che mi hanno aiutato ad addormentarmi quando ne avevo più bisogno, per poi capirci qualcosa. Inoltre, tutti e tre gli EP hanno in comune la “pancia”, nel senso che sono maturati dopo un periodo “crisalide” o, come dicevo prima, un letargo.
La tua voce è delicata e soffusa: come lavori sul rapporto tra il timbro vocale e l’arrangiamento strumentale per trasmettere certe emozioni?
Non è un’operazione fatta a tavolino, nasce in maniera spontanea. Il mio desiderio è che chi ascolta possa sentirsi accolto da un abbraccio e soprattutto sono fan dell’equilibrio tra le varie sonorità. Preferisco entrare in punta di piedi. Ad esempio, non amo che la voce prevalga, ma preferisco trattarla come uno strumento all’interno della composizione, in equilibrio con tutti gli elementi. Soffice all’interno di un flusso unico.
Il lavoro di produzione dei mie tre EP è stato curato da Rareș che è riuscito a cucire addosso alle canzoni degli arrangiamenti adatti a loro. Credo che le abbia sapute leggere, sentire ed interpretare in maniera chiara e consapevole, capendo a fondo ciò di cui avevano bisogno. Il suo aiuto è stato fondamentale per far nascere queste canzoni. Insieme abbiamo trascorso molte ore, tra ascolti, chiacchiere e prove di arrangiamenti, per trovare la giusta veste sonora, un loro mondo, lontano da meccanismi pre-impostati. È stato un momento di grande libertà e sperimentazione.
Di conseguenza anche l’emozione che racchiudono emerge in maniera naturale, ma senza imporre niente a chi ascolta.
Riguardo ai testi, spesso trasformi sentimenti malinconici in momenti di leggerezza: come gestisci questo equilibrio tra dolcezza e amarezza?
Sono una persona che cerca di comprendere perché certe situazioni si presentino lungo la strada. Non è semplice. Ho provato delle cose molto pesanti in passato e riuscire a non cadere nella completa amarezza è stato impegnativo.
Mi hanno insegnato però che ciò che ci capita spesso racchiude un insegnamento o un messaggio da interpretare. Cerco di non essere rancorosa e non ammetto l’aggressività in generale.
La dolcezza credo dipenda più dal mio modo di “girare intorno alle cose”. Non essendo molto diretta, faccio fatica a dire in maniera chiara quello che provo. Per questo, spesso ci giro intorno utilizzando delle metafore per farmi capire.
Sono affascinata dalle piccole cose che possono curare una ferita, o una mancanza. Le filastrocche che fanno passare un momento no, o le ninna nanne che ti aiutano a dormire. Quando siamo piccoli è sufficiente un bacino o un cerottino per far evaporare il dolore. Io provo a curarmi con queste piccole canzoni.
Più in generale, quali sono le influenze musicali o artistiche che ti accompagnano nella creazione dei tuoi brani?
Ho ascoltato per anni Nick Drake e Luigi Tenco. Loro penso siano le mie influenze principali che hanno contribuito a formare la mia sensibilità. Ma in generale mi attira tutto ciò che percepisco genuino e “riverberante” per la mia sensibilità. Sul lato extra musicale, ad accompagnami c’è sempre un luogo “naturale”. I suoni ambientali, specie quelli dei luoghi in cui sono cresciuta, mi hanno abituato ad ascoltare ciò che mi circonda e riescono sempre a darmi molta pace, soprattutto quando ho bisogno di ritagliarmi dei momenti per scrivere.
Guardando al futuro, su quali progetti stai lavorando e cosa vuoi esplorare nei prossimi brani?
Ho appena terminato un corso di sperimentazione vocale che ha lasciato dei segni importanti. Spero di poterli sviscerare nei prossimi mesi. Ho scoperto un lato della mia vocalità più “aggressiva” e ammetto che mi ha incuriosito parecchio. Ma per i prossimi brani ci vuole tempo, ho bisogno di esplorare ed esplorarmi di più.
Nei prossimi mesi sarò concentrata principalmente sul progetto insieme a Ribaltavapori e come chitarrista per la cantautrice tabascomeno. Sento il bisogno di fare musica con persone a cui voglio bene, vivere esperienze diverse e nutrirmi di cose nuove. Ma soprattutto trovare una nuova armonia.
Quali, invece, i sogni?
Sento di vivere già in un sogno, sono molto grata delle opportunità che finora mi hanno accompagnata. Mi hanno permesso di essere me stessa e di smussare le mie insicurezze.
Quando qualcuno o qualcuna mi scrive dicendomi che le canzoni hanno accompagnato un momento delle loro vite, per me è assurdo e mi commuove molto. Non ho mai pensato che la mia musica potesse essere di conforto per qualcuno ed è una sensazione indescrivibile.
Nel profondo, il mio desiderio è quello di poter continuare a vivere la musica come una grande amica, in un rapporto genuino e sereno. Inoltre, spero di poter dare forma sonora a quello che mi sta frullando in testa.
A proposito di sogni, con chi ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Ho un sogno nel cassetto, ma per scaramanzia non dico nulla.
Grazie mille per averci dedicato il tuo tempo. In bocca al lupo per tutto e a presto.
Grazie di cuore a voi per il vostro tempo e il vostro ascolto. Prendetevi cura del vostro cuoricino, un abbraccio.
Profilo Spotify dell’artista.
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