Intervista all’artista classe 2003, protagonista dell’episodio 718 della nostra rubrica #LFMConsiglia, dell’8 settembre 2025.
Mattia Galbiati, in arte YOF, è un polistrumentista, autore e produttore nato nel 2003 a Guidonia.
Inizia a suonare la chitarra a soli 10 anni e sviluppa nel tempo una solida padronanza di diversi strumenti e generi musicali.
Formatosi al St. Louis College of Music di Roma con focus sul jazz e oggi studente al CPM di Milano sotto la guida di Franco Mussida (PFM), YOF unisce tecnica, sensibilità ed eclettismo.
Nonostante la giovane età, si sta affermando nella scena musicale italiana e internazionale. Con il suo EP “Lambda” (uscito nel novembre 2024), ha conquistato il panorama NuSoul, ottenendo inserimenti in playlist e rotazioni radio, oltre a due sincronizzazioni per la Major League Soccer negli USA.
Il brano “Casa”, il pezzo scelto oltreoceano, prosegue ora il suo percorso internazionale: di recente è stato nominato ai prestigiosi Production Music Awards 2025 di Londra, uno dei riconoscimenti più importanti al mondo dedicati alla produzione musicale.
Anche in Italia YOF continua a farsi notare, conquistando un pubblico giovane e attento. Dopo l’EP “Lambda” e le attenzioni di MTV Push, playlist e copertine DSP, il nuovo singolo “Zero” (fuori dal 5 settembre 2025 per Cézame Music Agency e Solid Records) in collaborazione con Lauryyn (giovane e talentuosa artista protagonista conosciuta all’interno del nostro portale nell’episodio 368 di #LFMConsiglia, del 14 settembre 2022) gli è valso la copertina della playlist editoriale Anima RnB di Spotify e rotazioni radio in Italia e in Europa.
CREDITI
Testo: Mattia Galbiati, Aurora De Gregorio
Chitarra, Tastiere, Programming: Mattia Galbiati
Chitarra: Christopher Padilla Billa
Basso: Maria Vittoria Benigni
Tromba: Giuseppe Bonifacio
Produzione e Mix: Mattia Galbiati
Master: Théophile Josso
A&R: Antonio Pietro Montecucco, Alessia Brutti
Di tutto questo ne abbiamo parlato direttamente con lui in questa intervista.
Senza dilungarci oltre, dunque, vi lasciamo direttamente alle sue parole
Partiamo dall’inizio: quando e come è nato il tuo legame con la musica?
Il mio legame con la musica nasce dalla mia famiglia: fin da piccolo ho sempre visto mio fratello percuotere ringhiere se non aveva una batteria, anche i miei genitori suonano degli strumenti e ascoltano molta musica. Durante l’infanzia ci hanno fatto ascoltare di tutto e da lì in poi è stata una passione che non ha fatto nient’altro che crescere.
C’è un artista, un album o un brano che ha avuto un’influenza particolare sul tuo percorso?
Molti, uno dei primi che mi ha lasciato il segno è stato probabilmente Childish Gambino, che mi colpì per la versatilità della sua musica. Ma non solo, avendo cominciato a suonare la chitarra come primo strumento ho sempre ammirato molti chitarristi come John Mayer e Tom Misch, quest’ultimo mi ha anche fatto appassionare al mondo della produzione.
Quali sono, invece, le figure o le esperienze che ti ispirano di più oggi nel modo di scrivere o vivere la musica?
Sinceramente non lo so. Vivo la mia scrittura in modo abbastanza personale e difficilmente trovo ispirazione nei testi o nell’immaginario di qualcun altro. Allo stesso tempo però ci sono molti artisti che stimo e che mi appassionano nel loro modo di scrivere e che inevitabilmente mi influenzano, soprattuto gli amici/colleghi con cui lavoro.
Guardando al tuo cammino, qual è la tappa o il momento che consideri più importante finora?
In questo primo anno dalla release sono successe tantissime cose inaspettate: il release party sold out durante la Milano Music Week, l’R&B Takeover Festival, l’MTV Push, ”Apollo12” che per due settimane è stato il brano più suonato su NoNameRadio, la sync in America, la nomination a Londra, le copertine Spotify…tutto bellissimo e importantissimo, ma probabilmente il momento più significativo di tutti è quando mia mamma mi ha detto “caruccio il pezzo nuovo con quella ragazza” (intendeva “Zero”, ovviamente).
Veniamo proprio a “Zero” che, oltre ad essere la tua nuova uscita, è il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale. Ti va di raccontarcelo?
“Zero” è nata in camera mia a Milano. Parla di un legame che ti sostiene, che ti dà equilibrio anche solo per un momento. Non è necessariamente amore, ma un rapporto sincero tra due persone che si tengono a galla insieme per non affogare nella malinconia.
Come è nata la collaborazione con Lauryyn e cosa ti ha lasciato dal punto di vista artistico?
La prima bozza di “Zero” è stata un giro di due accordi con il ritornello, molto semplice. Fortuna vuole che io abbia conosciuto di persona Lauryyn (che già conoscevo e apprezzavo come artista) proprio quando ho iniziato a lavorare sulla base e ho capito la direzione che stava prendendo il pezzo. Ho colto la palla al balzo e ho deciso di chiederle se volesse completarla insieme a me. Lei ha accettato entusiasta, ci siamo trovati in studio con altri musicisti e già dalla prima stesura del testo era chiaro che il duo sarebbe stata la dimensione perfetta per questo brano. Dal punto di vista artistico lavorare con lei mi ha lasciato tantissimo: ha un modo molto istintivo ma al tempo stesso raffinato di approcciarsi alla musica, è un’artista incredibile.
Tra i tuoi pezzi ce n’è uno che, ad 1 anno dalla sua uscita, sta continuando ad accumulare consensi da ogni parte del mondo, è il caso di dire: “Casa”.
Sono molto contento e soprattutto stupito che “Casa” abbia viaggiato così lontano e stia continuando a farlo. Dalla sync in America è finita ora a Londra per la nomination ai Production Music Awards, mi sembra folle. Non avrei mai pensato che uno dei miei primi pezzi potesse avere un riscontro così positivo ancora oggi a distanza di un anno. Io tendo a staccarmi molto presto dai miei brani vecchi, ma questo, fortunatamente, è uno dei pochi che vedo ancora con affetto.
Facendo, dunque, un po’ la somma di tutto quello che è stato e di quello che è ora, ad oggi, come descriveresti la tua musica?
La mia musica continua a cambiare a seconda del periodo di vita che affronto: a volte è più “canzone classica”, a volte più “folle”, ma rimane con le basi ben solide nel mondo NuSoul/R&B. Il motore di tutto, oltre alla vita quotidiana, è chi mi sta accanto e crede fermamente in quello che faccio come ci credo io, spronandomi giorno per giorno a dare il massimo anche quando ho paura di non essere all’altezza. È così che cresce sempre più forte la voglia di continuare, e questa energia inevitabilmente si riflette sulle mie produzioni.
Parliamo del presente e del futuro: a cosa stai lavorando in questo periodo?
Dopo una grandiosa collaborazione c’é solo una cosa: un’altra grandiosa collaborazione! A fine ottobre ci saranno belle novità.
Guardandoti dentro, chi è YOF oggi? Dove, invece, vuole arrivare?
Sono sempre io, smemorato ma con un unico obiettivo del giorno: fare la mia musica. E se penso a cosa vorrò dopo non vedo molte altre alternative, mi auguro solo di farlo sempre più in grande.
Infine, la nostra domanda di rito: con chi ti piacerebbe collaborare in futuro, il tuo feat dei sogni?
Troppo difficile dare un nome secco, ma sicuramente qualsiasi artista di riferimento del movimento di cui faccio parte: Jordan Rakei, Tom Misch, Yussef Dayes…
Grazie, è stato un piacere. In bocca al lupo per tutto.
Grazie a voi!
Profilo Spotify dell’artista.
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