Intervista – Il viaggio sonoro di Margherita Principi

Intervista all’artista alla talentuosa cantautrice Margherita Principi.

Margherita Principi è una cantautrice italiana che intreccia anima poetica e sonorità contemporanee, passando con disinvoltura dal soul al pop dance al pop sperimentale. Immersa nella musica già dai 16 anni, si fa notare a XFactor 2015 grazie a una versione intensa di “Hallelujah” accompagnandosi con il dulcimer.
Dopo esperienze in colonne sonore, (tra cui per film e serie come “Non c’è campo” e “The Young Pope” di Sorrentino). Nel 2024 entra nel roster Vanitas Musica (Epic), etichetta discografica fondata dal Manager e Talent-scout Matteo “Zanna” Zanotto.
Inizia così un percorso con un pop etereo, sperimentale e contemporaneo. I suoi ultimi due singoli “Scheletro” (Giugno 2025) e “Il mio posto nel mondo” (Agosto 2025) ne sono una prova solida, Margherita riesce a parlare di sé agli altri, usando un linguaggio strettamente personale ma accessibile a chiunque.
Disponibile, invece, da mercoledì 17 settembre, “One Shot” (distribuito da Sony Music Italy), è il suo ultimo singolo.

Col fine di conoscere ancora meglio lei e la sua musica, l’abbiamo contattata per porle qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Partiamo dal tuo ultimo singolo “One Shot”: com’è nato e che significato ha per te?
“One Shot” è nata per caso, con vista sul lago di Como. Ci siamo ritrovati fra amici ed è uscita così, per gioco. Sapevo che sarebbe stata importante per me nel momento in cui è uscito fuori quel ‘dici che sono diversa’, un urlo di conflitto tra me e me, e tra me e il mondo esterno.

In “One Shot” racconta della difficoltà di riconoscersi e della voglia di cambiamento: in questo, quanto ed in che modo pensi che la musica possa aiutare?
Io credo che la musica possa essere un vero e proprio rifugio per chi non trova un proprio spazio e una propria dimensione. A volte si ha paura di esternare un sentimento o stato d’animo, e una canzone può, senza pretese, mischiare le carte e dare la luce in un momento buio.

“One Shot” arriva a poche settimane di distanza dalla pubblicazione di “il mio posto nel mondo” e “Scheletro”: qual è (se esiste) il filo conduttore che unisce queste uscite?
Non so se ci sia effettivamente un filo conduttore, ma credo che il raccontare una visione della vita a modo proprio, attraverso immagini e sensazioni che vivo e vedo all’esterno sia un collante, quasi un viaggio introspettivo. “Scheletro”parte dal raccontare il malessere in maniera umana e sincera, “il mio posto nel mondo” acquisisce consapevolezza e “One Shot” esplode nel voler, in fondo, cambiare qualcosa di se stessi o di un mondo che spesso, non riflette ciò che vorremmo.

La tua scrittura è molto personale, ma riesce a parlare a chiunque. Quanto è importante per te questo equilibrio tra intimità e universalità?
Ho sempre cercato dell’equilibrio nella mia vita, un punto fermo in cui potessi sentirmi stabile in ciò che pensavo o vivevo poiché, spesso, sono proprio le emozioni fuori controllo a far crollare ogni certezza. Ho sempre cercato dell’intimità nei rapporti e in me stessa, per cui sapere che in un certo senso queste due ‘fazioni’ si parlano mi fa quasi sorridere ed emozionare, è un po’ l’obiettivo che ho sempre voluto fin da piccola.

Parlando del tuo stile, hai attraversato diversi generi, dal soul al pop più sperimentale: la somma di questo “viaggio sonoro” a cosa ha portato? Come descriveresti oggi la tua musica?
Ho scavato inconsapevolmente tratti di sonorità, parole e generi quasi inconsapevolmente, sono partita presto per questo ‘viaggio’ con la musica. A volte non mi sono riconosciuta in quello che facevo e non sono mai stata soddisfatta perché sentivo che usciva il lato di Margherita più lontano e scomodo. Ad oggi quello che rifletto attraverso la musica è sinonimo di verità e di difetto, perché credo che mettersi a nudo attraverso il proprio linguaggio sia la cosa più autentica e vera che si possa raggiungere, un viaggio sonoro tra elettronica e acustica, un contrasto musicale che mi ha sempre affascinata.

Facciamo un passo indietro, fino agli inizi. Ci racconti le tue “prime note”?
Se penso al primissimo momento in cui mi sono avvicinata alla musica penso al cancello delle scuole medie; c’era un foglio con scritto ‘corsi di canto’ appiccicato fuori e da lì sono partita. Era l’unico momento insieme alla pallacanestro dove mi sentivo coraggiosa, dove le mie insicurezze se ne andavano. È sempre stata una terapia, come una vitamina da prendere alla mattina o della melatonina prima di dormire e, da quando avevo 8 anni, non ne ho più fatto a meno.

Guardando il tuo percorso, ad oggi, c’è un momento particolare che reputi avere una valenza particolare?
Traslocare. Lo faccio da sempre, ho sempre cercato il mio posto nel mondo; ho preso i primi treni con la Little Martin in spalla, da Pesaro a Roma, passando per l’Umbria ed arrivando poi a Milano. La fase più complessa è stata provare a fermarmi proprio qui a Milano, non avevo più nulla e non riuscivo tantomeno a trovare pace. Così mi sono trovata un lavoro per educare i miei pensieri alla quotidianità, lottando con la paura della solitudine e la bulimia, insomma, a distanza di anni direi che la valenza questo viaggio l’ha avuto e ce l’ha eccome, perché mi ricorda che essere consapevoli di ciò che si è e di quel che si vuole, scombina le carte e ti fa uscire dal buio.

Facendo un lungo salto in avanti, verso il futuro: quali saranno i prossimi passi del tuo percorso?
Vorrei continuare a pubblicare musica con costanza per arrivare a suonare dal vivo e vivere di questo perché è la mia vita. Vorrei anche pubblicare un disco, se ci penso sto già sulla luna!!

Quali, invece, i sogni?
Se dicessi che non vorrei viaggiare attraverso questo lavoro mentirei, per cui, scoprire luoghi e culture diverse, suonare in giro per il mondo potrebbe essere un buon punto di arrivo, ma recitare in un film, quello sì, lo aggiungo alla lista dei sogni.

Se potessi scegliere un featuring dei sogni, con chi ti piacerebbe collaborare?
D’internazionale chiamerei Justin Vernon, sarebbe incredibile anche solo potermi ritrovare in studio con lui, “8 (circle)” è una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Prima di salutarci, fatti un augurio per il futuro.
Ciao Principessa, goditi il viaggio!

Grazie Margherita, è stato un grande piacere. In bocca al lupo per tutto e alla prossima.
Grazie, è stato un onore fare questa chiacchierata con voi! A presto!

Profilo Spotify dell’artista.

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