#LFMSpecialGuest, la rubrica che ci porta alla scoperta degli elementi di spicco, del panorama emergente italiano.
Appuntamento di oggi dedicato ad un giovane e talentuoso cantautore, tanto apprezzato nel panorama emergente (e non solo): Fadi.
Thomas O. Fadimiluyi in arte FADI, Italo-Nigeriano della riviera romagnola.
Il padre originario dell’etnia Yoruba, arriva in Italia nei primissimi anni ‘80 per imparare l’arte del design di automobili. Mette su famiglia e inizia a gestire insieme alla moglie un alberghetto a Riccione, in cui crescono FADI e i suoi fratelli. Nella tratta casa – scuola e nell’autoradio del padre suonano le canzoni di Marley, Ray Charles, Fela Kuti. In quella della madre i grandi cantautori italiani: Battisti, Dalla. Due mondi che in lui trovano una sintesi perfetta. Una miscela potenzialmente pericolosissima che in FADI si traduce semplicemente in una questione di attitudine soul. Arriva l’adolescenza, il grunge, i Fugazi, i Pearl Jam, gli Afterhours, il gusto per la chitarra elettrica, l’indie romagnolo, i Cosmetic, Brunori Sas, le discoteche sulla riviera, i motori… La sua timbrica vocale è profonda, il colore inconfondibile.
Non ha paura a misurarsi con la forma canzone all’italiana, con il cantautorato migliore che l’italia abbia prodotto nei decenni passati e nei duemila, conservando un gusto tutto anni ‘90 verso alcune sonorità elettriche, nel suono diretto e senza fronzoli.
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