Intervista – Musica senza etichette: IODA

Intervista alla protagonista dell’episodio 341 di #LFMConsiglia, del 23 maggio 2022.

Chiara Gagliardi, in arte IODA, nasce a Verona sotto il segno del Capricorno, nel gennaio 1998.
Cantautrice, polistrumentista e produttrice, il suo sound dinamico si caratterizza per la commistione di generi musicali, accostato ad una scrittura ricercata e ad un’immagine frizzante ma sensuale.
Sin dall’infanzia si dedica allo studio della danza e del pianoforte, per poi scoprire successivamente l’amore per il cantautorato e la musica jazz, esibendosi come cantante e ballerina e iniziando in contemporanea a comporre le prime canzoni alla chitarra.
Dopo essersi dedicata per qualche anno alla recitazione, si trasferisce a Londra per gli studi universitari di Music Performance and Production presso il London College of Creative Media.
L’incontro con Mirko Tommasi, Mario Vallenari e Simone Laurino porta alla nascita del progetto IODA, che fonde il cantautorato italiano con l’hip hop e le influenze R’n’B del panorama d’oltremanica.

Di questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lei, in questa interessantissima intervista.
Ecco cosa ci ha raccontato.

Quando, come e perchè hai iniziato a fare musica?
È cominciato tutto quando ero piccina, immagino per un gesto innato. Ho in casa un vecchissimo pianoforte a parete su cui studiava mia mamma da piccola. Sin da subito quegli 88 tasti hanno catturato la mia attenzione e, dopo aver scoperto qualche semplice melodia ad orecchio, non mi sono più fermata. Crescendo mi divertivo a scrivere filastrocche, storie e tradurre dall’inglese all’italiano alcune canzoni molto semplici. Infine a 17 anni, con l’arrivo delle prime cotte e i primi amori, ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni.

Esiste un artista, un album o “semplicemente” un brano che ha contribuito al tuo avvicinamento a questo mondo?
Facciamo che menzionerò un artista, un album e un brano, visto che le mie influenze sono davvero tantissime.
Tra i tanti artisti, credo che la mia fonte di ispirazione più grande per i testi sia stata De André, per la delicatezza con cui sa toccare temi sociali anche pesanti, ma sempre attuali. Tra tanti album, a contribuire enormemente al mio sound è stato “Back to Black” di Amy Winehouse. Infine, un brano che porto nel cuore e che per me è un pilastro di ispirazione è sicuramente “Mr. Tambourine Man” di Bob Dylan.

Tra i tuoi brani, editi e non, ne esiste uno che significa, per te, più degli altri?
Amo molto tutti i miei brani, soprattutto quelli co-scritti con Mirko Tommasi e che già sono editi. Il brano con cui tuttavia mi identifico di più è “Millemila”, una ballata urban scritta durante la pandemia in un momento davvero difficile per me. Sono particolarmente legata a questo brano sia per il testo – dedicato alle persone a me più care, ai migliori amici e a tutti i ricordi felici con loro – sia per il sound dolcissimo e la melodia che somiglia a una ninna nanna. Ancora mi commuovo cantandola.

Quale canzone di altri artisti, invece, avresti voluto scrivere tu?
Questa è facile. Per tutti i motivi che ho dato finora del perché sono legata a certi artisti e certi brani, la canzone che avrei sempre voluto scrivere io è “Vincent” di Don McLean.

Come descriveresti, IODA e la sua musica, ad un ascoltatore che per la prima volta si imbatte in un tuo pezzo?
IODA è come una nuvola, non è mai la stessa, cambia di continuo, ma non perde la sua leggerezza. Mi piace questo trasformismo sia a livello di immagine, che a livello sonoro: melodie che ti accarezzano, bassi che ti danno alla testa. La collaborazione con Simone Laurino, che ha prodotto tutte i miei brani usciti finora, è stata fondamentale per trovare un sound che mi identificasse in toto.

Passiamo ad una domanda che ci piace porre a tutti gli artisti che intervistiamo; feat dei sogni?
Stromae, al 100%. Per un milione di motivi, tra cui la creatività, la sensibilità, l’interpretazione, le tematiche, il sound. Al solo pensiero ho i brividi.

Su quale palco ti piacerebbe esibirti, un giorno?
Sicuramente a casa mia, all’Arena di Verona. Andando oltre l’importanza a livello di eventi musicali, è un luogo unico al mondo e assolutamente magico.

Chi è IODA oggi?
IODA vuole crescere, scoprirsi ancora di più, sperimentare tantissime cose. Tanti sound diversi, tanti personaggi diversi. Al di là delle regole del marketing che impongono di “essere identificabili sempre”, a me le etichette non piacciono. Sono come un neonato che vuole scoprire il mondo, questo è il mio modo di vivere dentro e fuori l’ambiente musicale.

Dove, invece, vuole arrivare?
Spero di arrivare a toccare i cuori della gente, a lasciare un segno. Nel grande o nel piccolo, presto o tardi, la cosa importante è sentire di aver lasciato qualcosa con la mia musica.

Grazie, è stato un piacere. In bocca al lupo per tutto.
Grazie a voi per avermi dedicato il vostro tempo, è sempre un piacere rispondere alle vostre domande. Anzi complimenti per il lavoro che fate per gli artisti emergenti, c’è tanta roba là fuori che vale la pena essere ascoltata.

Profilo Spotify dell’artista

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