Foto Enrico Luoni
Intervista al protagonista dell’episodio 301 di #LFMConsiglia, del 4 febbraio 2022.
Pietro, in arte NIO, classe 2000, nasce a Rimini e si sposta prima a Bologna e poi a Milano. Cresciuto con la musica, si approccia alla chitarra attorno ai 10 anni, avvicinandosi poi al canto e alla scrittura.
Disponibile dal 23 giugno 2022 “QUATTROMURA” (Asian Fake/Sony Music) è il suo primo EP.
Con sonorità che spaziano dal pop-rock all’elettronica, la voce di NIO si unisce alla sua penna accattivante – costellata da riferimenti che vanno dalla musica al cinema – per donare all’ascoltatore uno spaccato del suo immaginario. Incredibilmente lucido, cinico, crudo ma anche dolce e malinconico, “QUATTROMURA” è composto da 7 brani scritti da NIO e prodotti da Estremo, già al fianco dell’artista nella produzione dei singoli “Brame”, “Insomnia” e “Twin Peaks”, presenti all’interno della tracklist.
Per conoscerlo meglio, proprio in occasione dell’uscita del suo EP, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Quando, come e perché hai iniziato a fare musica?
Non c’è stato un inizio preciso, però il ricordo più vivido che ho è di me che circa a 8/9 anni salgo all’ultimo piano di casa mia, e trovo mio padre con la chitarra che strimpellava.
Lui non è mai stato un musicista professionista ma mi ha cresciuto comunque a pane e assoli di Jimi Hendrix, mi ha quindi dato sin dall’inizio un’ottima impronta.
Ecco, se dovessi dare un momento di inizio al mio percorso musicale direi proprio quando ho imparato a fare il Re Maggiore all’ultimo piano di casa mia, quella volta che guardai mio babbo con la chitarra in mano e gli dissi “Mi insegni a fare un accordo?”
Cosa vuol dire, per te, fare musica?
Non è sempre la stessa cosa, tutte le volte assume un’accezione diversa: molte volte è per dissipare dell’energia, altre volte è per mettere in fila i pensieri, altre volte ancora è per creare una bolla all’interno della quale i pensieri non riescono ad entrare. Assume varie forme a seconda di quello di cui sento di aver bisogno.
Quali sono i tuoi modelli di ispirazione?
Di modelli di ispirazione ne ho avuti tanti: sicuramente mio padre, mentre a livello musicale ho ascoltato molto i Bastille (andavo soprattutto a leggermi i testi e le traduzioni), poi ancora Neighborhood, e ho ascoltato tantissimo anche i Bring Me The Horizon. Sento che le mie fonti di ispirazione e i modelli sono qualsiasi sensazione, sentimento o cosa che valga la pena di essere amplificata su carta.
È da poco uscito “QUATTROMURA”, il tuo primo Ep. Cosa rappresenta per te, questo progetto?
Questo progetto per me rappresenta il primo grande passo, con la mia etichetta discografica. Non ho mai fatto uscire un EP, nessun tipo di album, e con tre brani all’attivo “QUATTROMURA” è quello che aspettavo da due anni.
Tra quelli presenti in tracklist, c’è qualche brano che, più degli altri, rappresenta al meglio l’intero disco?
In tutta sincerità no, sono affezionato a tutti i brani in maniera diversa, presi singolarmente
Qual è per te, invece, la barra più significativa dell’intero Ep?
La barra più significativa è sicuramente l’ultimo ritornello di Abisso.
Adesso faccio un salto nel vuoto
Tu non lasciarmi da solo
Ora che riesco a chiedere aiuto
Tu fallo giusto per me
Che non parlavo a nessuno
Nemmeno ci provavo
So di avere sbagliato
Quindi resta con me
(Quindi resta con me)
Quali sono i tuoi progetti futuri? Quali, invece, i sogni?
Non ho mete definitive, voglio semplicemente divertirmi, fare musica – che è quello che alla fine mi piace fare – e spero che possa diventare a tutti gli effetti a lavoro, perché credo non ci sia sogno migliore di sperare di arrivare un giorno ad alzarsi al mattino e dire “che bello, vado a lavorare”.
Chi è NIO oggi?
Nio è un ragazzo di 22 anni con tanta voglia di fare, tanti sogni nel cassetto e tanta fame, ma fame non tanto di “fama”, ma intesa come voglia di riuscire a fare quello che mi piace nella vita
Dove, invece, vuole arrivare?
Più in là possibile! Non ho una meta definitiva, sono uno che non si accontenta mai, quindi più in là vado meglio è.
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