Intervista al protagonista dell’episodio 231 di #LFMConsiglia, del 16 luglio 2021.
Zeep è un cantautore sardo classe ’93.
Inizia a scrivere i suoi primi pezzi rap a 19 anni, per poi pubblicarli, appena trasferitosi a Torino, nel 2016.
Come per tanti giovani, avvicinatisi alla musica con il rap, anche per Marco arriva un cambiamento e così nel 2018 si innamora dell’indie-pop e, accompagnandosi con la chitarra, pubblica cover e inediti sui social.
L’anno successivo inizia la collaborazione con Kaizèn, che porterà a una serie di singoli che gli permetteranno di farsi notare a livello nazionale.
Nel 2020 arriva invece la firma del primo contratto discografico con K music e l’inizio del lavoro come autore per Cvlto music group.
Nello stesso anno la svolta con “Fantacalcio“, brano inciso insieme al calciatore di Serie A Pavoletti, tutt’oggi tra i suoi brani più ascoltati. Grazie a questa canzone compare per la prima volta nelle playlist editoriali di Spotify, oltre che sulle principali testate nazionali.
Nel 2021 prende parte all’album “Totem” di En?gma e in autunno pubblica l’EP “Astronavi & Carriattrezzi”, che conta più di mezzo milione di stream.
Il 2022 inizia con “Dimenticare” a cui fa seguito “Il mondo a metà”, entrambe prodotte da Kaizén e distribuite da Ada Music Italy.
Per conoscere ancora meglio lui e la sua musica, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo da quando tutto è iniziato. Ci racconti il tuo avvicinamento al mondo della musica?
I miei primi ricordi da bambino sono legati a Disneyland, alla Juve e alla musica; c’è sempre stata. Il cortile dei miei nonni era il mio palco e costringevo i miei parenti a sentirmi cantare. A 5 anni mi divertivo a inventare canzoni, ma è intorno ai 19 che ho sentito la necessità di provare a scriverle davvero. Volevo tenerle per me, erano uno sfogo, ma oggi devo ringraziare le persone che mi hanno convinto a pubblicarle.
Esiste un artista che ti ha portato a voler imboccare questa strada?
Sono tanti gli artisti che mi hanno fatto pensare: “Questa roba voglio farla anche io”. Ho iniziato col rap, ascoltando Marra e i Dogo, ma quando sono usciti “Mainstream” e “Polaroid” ho capito che quello era il tipo di musica che volevo fare. Ora ho la fortuna di conoscere e lavorare con artisti che mi hanno influenzato da ragazzino; il me 19enne non ci crederebbe mai.
Tra brani, live, importanti collaborazioni e ottimi riscontri da parte degli utenti sui digital stores, tanti sono i momenti di grande rilevanza del tuo percorso; tuttavia, quale reputi essere, ad oggi, la tappa più importante e/o significativa?
Ci sono stati diversi checkpoint. L’inizio della collaborazione con Kaizèn è stato fondamentale per trovare un mio suono e per fare un vero upgrade.
“Fantacalcio” con Pavoletti mi ha permesso di essere conosciuto a livello locale, è stato un punto di svolta; sentirla allo stadio quando segna il Cagliari e ascoltare il pubblico che la canta con me ai live è magico.
La mia strofa in “Totem” (il disco di En?gma) è una delle cose di cui vado più fiero, sia per l’importanza del progetto che per il significato umano che ha per me.
Ultima, ma non certo per importanza, la collaborazione con Raige e tutto il team di Cvlto, una super squadra di autori; è stimolante scrivere canzoni per altri artisti ed è bello poterlo fare insieme a loro.
“Il mondo a metà” è la tua ultima uscita; ti va di raccontarci questo brano?
È nata di getto, come non mi succedeva da un po’. Parla di un distacco ed è interessante che ognuno l’abbia interpretata in modo diverso. C’è chi ci vede una relazione andata male, chi ci ha letto la partenza dalla propria terra d’origine, chi un’amicizia finita. È bello quando le cose che scrivi per sfogarti entrano a far parte della vita delle persone senza il bisogno di spiegarle.
Guardando avanti, invece, quali saranno i prossimi passi del tuo percorso?
Ho lavorato con Kaizèn e coi ragazzi di Cvlto a delle nuove canzoni e sono le mie preferite finora. Non voglio fare troppi spoiler, ma i prossimi mesi saranno pieni di musica.
Tra i tuoi pezzi, qual è quello che porti maggiormente nel cuore?
Vi direi “i prossimi”, perché sono quelli in cui ho raccontato le mie ultime esperienze. Quando vuoi conoscere un artista consiglio di ascoltare le sue ultime canzoni, non le prime come dicono in molti. Parlando dei brani editi invece direi:
“Davvero”, perché era da un po’ che volevo parlare di me e dei miei amici in una canzone e non c’ero mai riuscito come volevo; è bello che sia stata capita e apprezzata fin da subito.
“Dimenticare”, perché mi piace che la prima canzone dopo una rottura sia semplice e onesta, senza troppi giri di parole. “A me non lo so se mi va di rivedere tutto Harry Potter con un’altra” è una delle mie frasi preferite.
“Fantacalcio” per tutte le esperienze che mi ha fatto vivere e per la spontaneità con cui è nato tutto.
Quale canzone di altri artisti, invece, avresti voluto scrivere tu?
In ordine sparso: “Marmellata #25”, “Giudizi universali”, “L’isola che non c’è”, “Rimmel”. Mi emozionano anche dopo anni.
Con quale artista, italiano o internazionale, ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Ce ne sarebbero davvero troppi, quindi lascerò fare al caso.
Chi è Zeep oggi?
È la terza volta che cancello e riscrivo questa risposta, perché in realtà non lo so neanche io chi è Zeep. Probabilmente è solo un ragazzo che vuole fare musica, perché è una delle poche cose che gli riesce bene (o almeno spero).
Ps: fa molto Giulio Cesare parlare in terza persona, potrei farci l’abitudine.
Dove, invece, vuole arrivare?
Ad essere pienamente soddisfatto, consapevole che non c’è mai un punto di arrivo. E se non esiste un arrivo tanto vale godersi il viaggio.
Grazie per averci concesso questa intervista. In bocca al lupo per tutto.
Grazie a voi e viva il lupo!
Profilo Spotify dell’artista