Intervista al giovane artista romano classe 2000.
Icaro, al secolo Roberto Forlani, è un giovane artista romano classe 2000.
Muove i suoi primi passi all’interno del mondo della musica durante l’infanzia, iniziando a suonare pianoforte e chitarra prima da autodidatta, per poi spostarsi in accademia a 16 anni, dove perfeziona gli studi in pianoforte moderno maturando capacità in ambito di produzione musicale.
Da sempre ispirato dal pop internazionale, nel 2022, dopo un periodo di riscoperta personale durato quasi due anni, decide di dedicarsi alla propria arte a tempo pieno pubblicando il suo primo brano “Dove Sei”, un elegante mix di sonorità che disegna la fine di un amore.
Disponibile dal 3 marzo “Soli” (The Wolf) è il brano che inaugura ufficialmente il suo percorso musicale.
Di tutto questo (e di molto altro) ne abbiamo parlato direttamente con lui.
Come è avvenuto il tuo avvicinamento al mondo della musica?
Ho iniziato a fare musica un po’ per caso in realtà, vedendo su YouTube i video dei concerti dei grandi artisti che ancora oggi seguo. Ricordo di come, fin da subito, rimasi colpito dal pubblico che cantava a squarciagola; mi dissi che un giorno sarebbe successo anche a me e da quel momento non ho mai smesso di sognarlo e di lavorare sodo affinché succeda.
Ci racconti il tuo percorso artistico, fino a questo momento?
Il mio percorso artistico parte un po’ da quanto appena detto e arriva fino a dove sono ora, continuando sempre a evolversi e cercare ciò che manca per migliorare. Ho iniziato studiando la chitarra da autodidatta, per poi iniziare con canto e pianoforte cercando di produrre qualcosa di mio.
Quale reputi essere, ad oggi, la tappa più significativa e più importante per la tua crescita?
Non so se riesco a dire quale sia la tappa più decisiva del mio percorso, sento che ogni giorno sia la tappa di un viaggio che vede come obiettivo quello di crescere e di migliorare nella musica sotto tutti gli aspetti. Sicuramente il momento in cui ho chiuso il disco (che uscirà) è stata una tappa significativa in cui mi sono fermato a guardare indietro e ho visto un lavoro di cui sono realmente soddisfatto.
Qualche giorno fa è uscito “soli“, il tuo ultimo singolo. Cosa rappresenta, per te, questo brano?
“soli” è un brano che nasce dalla necessità di raccontare un’emozione, un po’ come tutti gli altri. Ho scritto questa canzone in un momento particolare, un momento in cui ho cercato di fare i conti con la solitudine, un sentimento che per assurdo è difficile provare quando si è insieme a qualcuno. Sentivo di aver dato tutto ciò che avevo all’altra persona ma comunque non era mai abbastanza, solo dopo essere uscito da questo “loop” ho razionalizzato che effettivamente tutto ciò che stavo provando a diventare era essere perfetto più che per me, per chi avevo accanto. Il brano è dedicato un po’ a tutti coloro che hanno provato questa sensazione. A volte per paura di perdere chi abbiamo accanto rinunciamo a essere chi siamo realmente, dimenticandoci che i rapporti più veri non sono perfetti ma sono fatti di tante incomprensioni e limiti che, se ne vale la pena, vanno accettati così come sono, sempre con l’obiettivo di comprendere e lavorare su se stessi.
A proposito di tuoi pezzi, ne esiste uno, tra quelli editi e non, che rappresenta al meglio te e la tua musica?
Ho scelto i brani che sono nel disco nella maniera più accurata possibile quindi è difficile definire con quale sono più legato, con ognuno c’è un rapporto diverso e unico, spero si riesca anche a sentire.
A cosa stai lavorando adesso? Prossimi passi?
Ora come ora sto finalizzando il lavoro sul primo disco, ma a dire la verità ho già da pochi mesi iniziato a fare il secondo, non riesco a stare fermo, scrivere mi fa stare bene. I prossimi passi saranno sicuramente pubblicare la nuova musica e cantarla ai live con tutto me stesso e l’amore che c’è dentro.
Più a lungo termine, quali sono gli obbiettivi che ti sei prefissato di raggiungere?
L’obiettivo principale, come già detto, è crescere, essere l’artista migliore che possa essere e lavorare sodo affinché la mia musica arrivi, non in termini di successo, ma di emozioni, quella sarebbe la mia vittoria e soddisfazione primaria.
Feat. dei sogni?
Ahia! Domandona… a livello internazionale direi Ed Sheeran, in Italia Nayt.
Palco dei sogni?
Ricordo che da bambino mi piaceva mettermi le cuffie e immaginarmi su un grande palco davanti a migliaia di persone, quel palco era quasi sempre quello dello Stadio Olimpico. Essendo romano e infinitamente legato alla mia città e alla gente che ci vive, sarebbe il sogno di una vita.
Fatti un augurio per il futuro.
Lavora sodo che nessuno regala niente!
Grazie, è stato un piacere.
Piacere mio!
Profilo Spotify dell’artista.