Intervista alla band protagonista dell’episodio 235 di #LFMConsiglia del 26 luglio 2021.
Gli Icona Cluster sono una band nata nel 2020 nel pieno della pandemia globale, “periodo che ha portato ciascuno dei membri a riconsiderare la propria posizione nel mondo. Ciò li ha spinti a voler dire la propria sulla società in cui viviamo tramite la musica” [Tratto dalla biografia del profilo Spotify della band].
Il gruppo, composto da Mattia Elmi (voce), Gianluca Arcesilai (chitarra), Daniele Cristani (basso), Manuel Goretti (tastiere), Giovanni Tamburini (tromba), Antonio Rapa (batteria), gode di influenze stilistiche variegate provenienti dai diversi background dei suoi membri, che però convergono in un agglomerato sonoro compatto, con influenze dalla black music al rock.
L’esordio ufficiale della band avviene con “Aspetta e vedrai”, brano disponibile dal 15 giugno 2021 ed inserito nell’episodio della nostra rubrica #LFMConsilgia, a loro dedicato.
Ad“Aspetta e vedrai” segue la pubblicazione di una serie di altri brani inediti, i quali vanno a comporre contenuti nell’album “Isteria di massa” (18 novembre 2022) prodotto in collaborazione con Riccardo Rinaldi (produttore di “Arrivi e partenze”, Neffa) e Natty Dub (Funk Shui Project).
Parallelamente la band porta avanti la sua attività dal vivo, esibendosi sia in Italia che in Europa (Germania, Repubblica Ceca), fino ad approdare in Corea del Sud nel maggio 2022.
Grazie a questa intervista ed attraverso le parole dei suoi membri, andiamo a scoprire qualcosa in più di questo poliedrico gruppo.
Quando, come e perchè hai iniziato a fare musica?
Mattia Elmi: Ho iniziato a fare musica dall’età di 14 anni suonando la chitarra per poter suonare con un amico; nel momento in cui ho iniziato ad apprendere non ho mollato la chitarra e, quando il mio primo progetto è fallito, a 18 anni ho iniziato a cantare da autodidatta e a scrivere brani in inglese.
La necessità di suonare mi è nata per esprimere un malessere che mi trascino fin da bambino, la musica mi ha aiutato a canalizzare la negatività e trasformarla in qualcosa di bello che unisce le persone.
Cosa vuol dire, per te, fare musica?
Mattia Elmi: Per me la musica non è stata una scelta ma una cosa automatica; parte dalla necessità di esprimersi e connettersi con chi è più simile a me e capisce cosa provo, sul palco, mentre canto.
Raccontaci, a modo tuo, gli Icona Cluster.
Manuel Goretti: Gli Icona Cluster sono una crew, una famiglia composta da 6 amici. Purtroppo o per fortuna questi amici suonano, quindi si trovano bene nel creare musica. Ognuno ha il suo carattere quindi, come potrete immaginare, non è facile avere un equilibrio da band, ma per ora riesce bene.
Qual è secondo te, ad oggi, il momento più importante del vostro percorso?
Manuel Goretti: Penso che il momento più importante del nostro percorso potrebbe essere esattamente questo, quello in cui ci troviamo oggi. Siamo senza etichetta, senza booking, solo con noi stessi a tirare fuori brani, incidere, cercare contatti e collaboratori cazzuti con i quali lavorare. Non è facile fare i conti con tutto ciò, ogni scelta è e sarà determinante.
Artista preferito e/o da cui trai ispirazione?
Daniele Cristani: I miei artisti preferiti sono spesso cambiati con il passare del tempo e continuano a variare. Probabilmente i più duraturi sono i Radiohead, band che ammiro moltissimo per essere in grado di scrivere canzoni estremamente originali e particolari, ma comunque rimanendo “coi piedi per terra” e non troppo complicate all’ascolto. Inoltre sono stati in grado di reinventarsi moltissimo in quasi ogni album, senza mai cadere nella ripetitività: non sai mai cosa aspettarti da una loro nuova uscita.
Se vogliamo guardare artisti italiani, probabilmente Willie Peyote, mi piace molto il suo modo di inserire il rap e l’hip hop in contesti non strettamente legati al genere e il suo cinismo nella scrittura.
Canzone preferita?
Giovanni Tamburini: È molto difficile rispondere a questa domanda, non so neanche perché l’ho scelta. Penso sia impossibile avere una canzone preferita in assoluto, ma una che non mi sono ancora stancato di ascoltare è “re: stacks” di Bon Iver: una canzone semplicissima, voce e chitarra, che però crea un’atmosfera molto profonda. Bon Iver è uno degli artisti che ascolto di più e sento molto la sua influenza nel fare musica.
Sogni nel cassetto?
Gianluca Arcesilai: Parlare tutte le lingue del mondo e aprire un tiki bar a Casalecchio di Reno.
Descrivi gli altri membri del gruppo, con una frase.
Gianluca Arcesilai: I fratelli non te li scegli.
Frase preferita di un vostro pezzo?
Daniele Cristani: Una delle frasi che preferisco dei nostri brani è la chiusura della prima strofa di “Valuto“, che dice: “sono divenuto disilluso, i sogni sono solo grida di uno sconosciuto ormai“. Infatti penso che l’immagine che questa frase è in grado di creare sia molto forte, inoltre rappresenta molto bene una sensazione che vivo, ma che penso sia condivisa da molte persone della mia generazione: è sempre più difficile credere ai propri sogni e non essere disillusi vedendo un mondo che pian piano si sgretola, senza che ci sia un vero e proprio impegno collettivo a mantenerlo intatto.
Feat. dei sogni?
Antonio Rapa: Elodie.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Giovanni Tamburini: Ci sono due possibilità: in un tour continuo con gli Icona Cluster o a dormire sotto i ponti con gli Icona Cluster.
Fai un augurio agli Icona Cluster per il futuro.
Antonio Rapa: Buon anno.
Profilo Spotify della band.