Intervista al cantautore, produttore e polistrumentista siciliano.
G-laspada, al secolo Giuseppe La Spada, è un cantautore, produttore e polistrumentista siciliano.
Da teenager affronta il pubblico di importanti palcoscenici nazionali e internazionali, tra cui il Centre “Leonardo da Vinci” di Montreal (Canada).
Nel 2015 scrive e produce l’album “BAILAN” (Sony Music Mexico) per la diva messicana Lucía Méndez e l’anno successivo fonda un suo studio di produzione: il Megalith Music.
Dal 2019 lavora al progetto “Silent Nature”, una serie di live set organizzati in promontori suggestivi, mettendo in risalto la bellezza della natura, il tutto accompagnato sempre dalla musica.
Disponibile da venerdì 7 aprile, “100metri” è il suo ultimo singolo.
Il brano arriva dopo “Nuvole”, “Scendi”, “Scusa”, “Luna” e “Indietro”, singoli precedentemente pubblicati e tanto apprezzati sin dal momento della loro uscita, tanto da essere inseriti in alcune delle playlist musicali più importanti, come “Anima R&B” di Spotify e “Super Indie” di Amazon Music.
Per conoscere ancora meglio lui e la sua musica, l’abbiamo contattato per porgli qualche domanda.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Quando, come e perché hai iniziato a fare musica?
Sono sempre stato a contatto con la musica, sin da quando ero proprio bambino.
Ho iniziato a suonare la batteria a 5 anni e ho fatto parte del mio primo gruppo musicale a 8 insieme a mio padre (bassista). In casa avevo un pianoforte e, qualche anno più tardi, da autodidatta ho iniziato a suonarlo. Scrivere canzoni e produrle è stata una conseguenza.
Esiste un artista, un album e/o semplicemente un brano, che ha contribuito al tuo avvicinamento a questo mondo?
Avvicinamento proprio no, però c’è stato un album in particolare che mi ha letteralmente rapito: “Fan of a Fan: The Album” di Chris Brown e Tyga. Questo album contiene tutte le sonorità che amo. Mi ha fatto avvicinare alla musica urban, coud rap, ambient, R&B.
Ci racconti il tuo percorso artistico, fino a questo momento?
Da quando ho memoria, la musica è stata la parte principale della mia vita. Stare in studio mentre mio padre registrava o stare sul palco per me sono sempre state cose normali. A 17 anni ho fatto parte degli Atmosfera blu, un gruppo molto importante in Sicilia, in qualità di batterista. Abbiamo girato tutte le piazze della regione e non solo. Ho avuto l’onore di poter suonare per tre anni in teatri sempre più grandi a Montreal, in Canada (che, ironia della sorte, è il luogo di nascita di mia madre).
All’età di 20 anni ho avuto l’opportunità di scrivere e produrre l’intero album della diva messicana Lucia Mendez, per Sony Music Mexico, un album che è andato piuttosto bene in Messico. Successivamente, nel 2015 ho creato il mio piccolo spazio per continuare a produrre musica: il Megalith Music, ancora oggi attivo.
Negli ultimi 3 anni mi sono dedicato a scrivere musica per me, perché nonostante tutte le cose fortunate che mi sono capitate durante il mio percorso, sento davvero che l’unica mia vera missione è quella di esprimermi attraverso la mia musica, i miei testi e la mia voce.
Quale la tappa più importante?
Credo l’apertura del Megalith Music. Quella è stata una tappa molto importante per me, un sogno che si è avverato. Fino a quel momento ho sempre fatto musica dentro una cameretta o dentro degli spazi ‘prestati’ dai miei amici. Avere uno studio personale è sempre stato il sogno della mia vita.
Veniamo a “100METRI“, la tua ultima uscita. Ti va di raccontarcela?
Il brano nasce in un momento molto particolare della mia vita, un momento in cui faccio i conti con quella sensazione di sentirsi indietro rispetto a qualcosa. In questo ultimo periodo siamo circondati da grandi esempi di successo e a volte subiamo questo confronto, quando in realtà, la soluzione sarebbe fare semplicemente del proprio meglio nelle cose che decidiamo di fare, perché alla fine di tutto, dovremmo comunque fare i conti con noi stessi e non con quello che abbiamo attorno. Se sappiamo di aver fatto tutto il necessario, in qualche modo i risultati, o prima o dopo, arrivano.
A proposito di tuoi pezzi, ne esiste uno che rappresenta te e la tua musica, più degli altri?
Senza pensarci nemmeno una volta dico: “Nuvole”. Amo questo brano e sì, è proprio il mio brano manifesto.
Guardando avanti, quali sono i prossimi passi del tuo percorso?
Continuare a scrivere musica e fare sempre più concerti.
Quali, invece, i sogni?
Non voglio entrare nella banalità, però sto iniziando a vivere il sogno di una vita. Ovviamente il mio grande sogno è far conoscere a più persone possibili la mia musica, perciò a piccoli passi cercherò di rendere tangibile tutto quello che al momento si trova, come dire un po’ fluttuante nell’aria e nei miei pensieri.
Sempre riguardo i sogni, con quale grande artista ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Stimo tanto Guè, uno degli artisti che mi ha davvero aperto un mondo. Potrei aggiungere alla domanda precedente, rispetto alla musica che ha condizionato il mio percorso artistico o comunque la mia concezione di fare musica, il suo album “Vero”.
Prima di salutarci, che augurio ti fai per il futuro?
L’augurio che mi faccio è quello di non dare ascolto a quella vocina che a volte ti fa sentire costantemente a “100metri” dalla meta.
Grazie per la disponibilità. In bocca al lupo per tutto.
Grazie a voi per questa opportunità! Bellissima intervista!
Profilo Spotify dell’artista