Intervista al cantautore piemontese classe 1994, protagonista dell’episodio 735 della nostra rubrica #LFMConsiglia (3 novembre 2025) e vincitore del Premio della critica del mese di novembre 2025.
Lorenzo Lumia, in arte Loomy, è un cantautore piemontese classe 1994.
Le sue radici affondano nel rap, ma col tempo il suo linguaggio si apre, accogliendo le sfumature del cantautorato e fondendo questi due mondi in uno stile personale, riconoscibile, sincero.
Nel 2014 muove i primi passi sui palchi dei live e nei contest di freestyle, facendosi notare fino a raggiungere le sue prime esperienze televisive, che ne ampliano l’orizzonte e la visibilità. Nel 2019, con il brano “Senza filtro”, Loomy raggiunge il pubblico globale: la canzone diventa virale su TikTok, dove viene utilizzata in oltre 720 mila video nei due anni successivi, collezionando milioni di visualizzazioni e like sulla piattaforma.
Negli anni seguenti Loomy si dedica a brani più personali e sperimentali, percorrendo una ricerca autentica che si intreccia con il lavoro di autore, che lo porta a collaborare anche con Ermal Meta nel brano “Il Campione”. Nel 2025 firma con Triggger e inaugura un nuovo capitolo del suo viaggio artistico: più introspettivo, più intimo, sempre fedele a se stesso.
“ore piccole” (Triggger/ADA Music Italy) è il suo nuovo singolo, disponibile da oggi, venerdì 31 ottobre, su tutte le piattaforme digitali, brano con cui l’abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale nell’ambito dell’episodio 735 della nostra rubrica #LFMConsiglia (3 novembre 2025) e che l’ha portato a vincere il Premio della critica del mese di novembre 2025.
CREDITI
Autore: Lorenzo Lumia
Produzione: Federico Friso (freeso) e Matteo Fioriti
Compositori: Federico Friso, Lorenzo Lumia, Matteo Fioriti
Cover: Loomy
Di questa uscita, del suo percorso, della sua musica e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lui in questa intervista.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo dagli inizi: ci racconti le tue “prime note”?
Ciao amici de La Freddezza.
Mi sono avvicinato alla musica in realtà abbastanza presto, perché mia madre cantava in una band e faceva concertini in giro. Mio padre, invece, era un grande fan del cantautorato italiano e non solo. Di conseguenza, durante i lunghi viaggi con mio padre che facevo per gli allenamenti, diciamo che sono stato indottrinato bene.
Essere circondato da un ambiente familiare legato alla musica quanto ha inciso sul tuo
modo di ascoltare e sperimentare?
Beh, sicuramente ha inciso parecchio. Soprattutto per le influenze musicali che mi hanno trasmesso e che hanno influenzato notevolmente sia il modo in cui scrivo che la mia musica.
Arrivi dal rap ma hai costruito una scrittura molto più ampia e cantautorale: come si è
evoluto questo passaggio?
Come dicevo prima, provenendo da quelle influenze, crescendo il mio lato artistico si è poi affacciato di più verso quel tipo di sonorità perché, in realtà, è quella che mi appartiene di più da sempre. Diciamo che il rap mi ha solo dato lo slancio per iniziare a scrivere; dopodiché, crescendo, sapevo che il cantautorato sarebbe arrivato.
Le prime esperienze live e i contest di freestyle cosa ti hanno lasciato, sia come artista che
come persona?
Sicuramente mi hanno formato molto e mi hanno insegnato a mettermi in gioco. A quei
tempi, infatti, era proprio mettersi in gioco e basta, spesso senza aspettarsi nulla in cambio. Quindi sì, le considero le esperienze che mi hanno formato di più in generale, nonostante siano state proprio le primissime volte in cui mi affacciavo a un pubblico.
Il successo di “Senza filtro” è stato enorme: come hai gestito quell’ondata improvvisa di
visibilità?
Ma, in realtà, non ce ne siamo neanche resi conto, perché non avevamo ancora la piattaforma; non avevamo neanche TikTok sul telefono. Il boom di TikTok è arrivato nell’esatto momento in cui ha fatto il boom il pezzo, e così le cose si sono allineate in modo inspiegabile. È diventata virale proprio a livello mondiale, è stato piuttosto assurdo. Nonostante tutto, eravamo consapevoli che era una cosa virale e quindi non ci siamo fatti prendere dall’agitazione o dal panico.
Negli anni ti sei spostato verso una scrittura più intima: c’è stato un momento preciso che
ha fatto scattare questa necessità?
Sì. Diciamo nel periodo del Covid, quando eravamo tutti chiusi in casa. Sono riuscito a prendere la mia prima scheda audio, quindi ho iniziato a registrare ogni giorno e a scrivere ogni giorno. È lì che è nato qualcosa; in quel periodo si è sviluppato un qualcosa che poi si è trasformato. Me lo ricordo bene perché ero anch’io meravigliato da quello che stava succedendo.
Come vivi il ruolo di autore? Collaborare con artisti come Ermal Meta cosa ti ha insegnato
sulla scrittura e sull’ascolto?
Sicuramente collaborare con Ermal Meta è stato un onore, anche perché, oltre a essere un artista, è un autore incredibile. Quella è stata un po’ la spinta che mi ha fatto dire: “Ok, forse ho imparato qualcosina”. In realtà, lavorare con Ermal, ma lavorare con tutti a dire il vero, ti insegna sempre qualcosa, perché ognuno vede la scrittura e la musica a modo suo. Di conseguenza, ci si contamina continuamente.
Parliamo di “Ore piccole”, il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro
portale e che ti ha portato a vincere il Premio della Critica del mese di Novembre.
“Ore Piccole” nasce come una confessione anche a me stesso, come un confronto tra le mie due vite: la vita normale che conduco a casa e la vita musicale e artistica.
Quest’ultima, in effetti, ti prende, ti trascina un po’ ovunque e ti risputa quando vuole. Quindi, l’idea è nata un po’ per affrontare quel pensiero lì, tutto qui.
Nel brano parli di sogni, pause ed equilibrio: sono temi che senti particolarmente vicini in questa fase della tua vita?
Sì, sono temi che sento vicini da sempre, non solo in questa fase della mia vita. Quegli elementi, infatti, si ritrovano sicuramente anche in altri miei pezzi, perché sono proprio tematiche che mi porto dietro da sempre.
Guardando al futuro, quali saranno i prossimi passi del tuo cammino?
Sicuramente nella mia testa c’è un progetto intero, che sia un EP o un disco, ma in primis vorrei dare un posto, una collocazione giusta, a queste canzoni. Voglio però prima di tutto arrivare a più gente possibile, in modo che poi questi brani abbiano l’ascolto che penso meritino. Vediamo, si lavora sempre!
Prima di salutarci, se potessi scegliere un feat dei sogni con chi ti piacerebbe collaborare?
Il feat dei sogni è veramente tosto da scegliere! Vasco Rossi come artista italiano, senza dubbio. E come straniero, direi Stromae.
Grazie, è stato un grande piacere. In bocca a lupo per tutto e alla prossima.
Crepi! Un grande grazie a voi di Freddezza per lo spazio e per la chiacchierata. È stato un grande piacere anche per me. Alla prossima!
Profilo Spotify dell’artista.
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