Intervista esclusiva all’eclettico artista, finalista della scorsa edizione di X Factor.
N.A.I.P. (acronimo di “Nessun Artista In Particolare”), nome d’arte di Michelangelo Mercuri, è uno degli elementi più poliedrici, emersi all’interno del panorama musicale italiano, negli ultimi tempi.
Come molti di voi ricorderanno, l’artista calabrese classe ’91 è stato uno dei principali protagonisti di X Factor 2020, conquistando il favore di tutti, giudici, pubblico e colleghi. La sua esperienza nel talent targato Sky, conclusasi con l’ottimo quarto posto finale, ha dato visibilità al suo progetto artistico, mostratosi, sin dalle prime battute, con basi decisamente solide che ha fatto (e fa tuttora) della sperimentazione e dell’estrema duttilità, due dei suoi grandi punti di forza.
Abbiamo sempre seguito e stimato N.A.I.P. e la sua musica, ed è anche per questo che siamo estremamente felici di potervi regalare questa interessantissima intervista, rilasciataci in esclusiva dall’artista.
Senza dilungarci oltre, vi lasciamo alle sue parole.
Partiamo dal tuo nome d’arte. Perchè “Nessun Artista in Particolare”?
“Nessun Artista In Particolare” è un nome che associo alla scena della moneta di “Non è un paese per vecchi”, è la miglior spiegazione che ho trovato finora. Mi sento un po’ come quella moneta.
La tua musica, multiforme e senza paletti, mette in evidenza il tuo genio poliedrico. Se dovessi inquadrarla e scegliere una sua definizione, tu come la descriveresti?
Punk elettronico abbastanza triste.
Hai iniziato il tuo percorso con questa impronta stilistica già in testa, oppure si è andata via via formandosi, nel corso del tempo? Da cosa trai ispirazione?
Ho iniziato il mio percorso senza pensare a nulla di preciso, ho sempre seguito una specie di voglia o necessità, o addirittura di istinto. Penso questo abbia dato da sempre una direzione unica e coerente a ciò che faccio, che col tempo chiaramente ho avuto modo di affinare e migliorare. Traggo ispirazione più o meno da tutto.
Durante la tua positivissima partecipazione ad X Factor, hai dato prova del tuo smisurato talento. Cosa ti ha lasciato e quanto ti ha dato in termini di crescita artistica?
X Factor è stato un po’ il mio militare. Ho assorbito da tutto ciò che avevo attorno e da tutti coloro che mi stavano attorno (dai giudici, ai tecnici, ai redattori) qualsiasi cosa. Mi ha tolto tantissima energia, ma mi ha dato molte soddisfazioni. Sul piano lavorativo mi ha dunque potenziato tantissimo, artisticamente devo ancora capire bene cosa è accaduto.
Qual è il ricordo più bello, che ti sei portato via da questa esperienza?
Sicuramente il duetto con Elio è stato un grande momento, così come la cover degli Afterhours di fronte ad un Manuel Agnelli in lacrime. Anche l’episodio di “Amandoti” è stato importante per me. Forse quello che preferisco, però, è stato il momento di “Partecipo”.
Tu e gli altri grandi talenti in gara, vi siete “scontrati” a suon bella musica, sempre all’insegna del grande spettacolo. Sei rimasto in contatto con qualcuno dei tuoi compagni di avventura?
Ogni tanto mando qualche vocale pieno di finti insulti ai Little Pieces of Marmelade, con Santi abbiamo un piatto di tortellini in sospeso da molto tempo (colpa mia che non ci sono mai), con Elisa (casadilego) ci scriviamo spesso; Edda e Vergo non li vedo da molto ma li conservo sempre nel mio cuoricino, sono stati i miei compagni d’avventura, non può essere altrimenti. Cmqmartina era in prima fila con Vergo durante la data d’apertura del mio tour estivo (a Milano), sono stati molto carini nell’esserci. Degli altri ho perso un po’ le tracce.
Ad X Factor, hai avuto modo di lavorare a stretto contatto con elementi del panorama musicale di caratura nazionale ed internazionale. In tal proposito, con quale altro grande artista sogni di collaborare un giorno?
Il mio sogno proibito è Thom Yorke.
Veniamo a “DAVID CHI?“, la tua ultima uscita. Ci racconti questo brano?
È un brano che cerca di provocare una sorta di evasione per chi l’ascolta, come accade per me mentre la eseguo. In un certo qual senso, è una canzone d’amore e di disagio che utilizza la danza per funzionare.
Parlando della tua musica, quali tra i tuoi brani (editi e non) rappresenta al meglio l’universo di N.A.I.P?
Ad oggi penso “Partecipo”. Ma è tutto in continuo cambiamento, in alcuni momenti trovo che nessuno di quelli scritti finora sia sufficientemente completo da raccontare pinamente le mie intenzioni.
Quali sono i prossimi passi del tuo percorso?
Esprimermi nella maniera più completa possibile, questo può avvenire tramite la musica, ma non solo.
Grazie per la disponibilità. È stato un grandissimo piacere.
Piacere mio, grazie a voi, ciao!
Profilo Spotify dell’artista