Intervista all’artista protagonista dell’episodio 273 di #LFMConsiglia, scelto dagli utenti come Artista del mese di novembre 2021 del nostro portale.
Corrado Trotta, in arte Cokie, nasce il 22 dicembre 1997 a San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia.
Multietnico, musicalmente parlando, Cokie cerca di armonizzare più generi per creare qualcosa di unico, al fine di creare un’esperienza musicale molto diversa dal suo genere, ma profondamente connessa.
La sua musica è libera da etichette, che lui stesso ama definire “musica sperimentale”.
Cresciuto a San Benedetto del Tronto, inizia ad approcciarsi al mondo della musica già all’età di 14 anni con le prime rime sul foglio e con il freestyle. Inizia a registrare le prime strofe in uno studio improvvisato condiviso con i suoi amici.
Esordisce nel 2016, all’età di 18 anni, con il progetto solista “Dal Giorno Zero EP”, composto da sei tracce, che comincia a portare in giro per le Marche guadagnandosi i primi palchi fuori regione.
Nel 2018 pubblica “Dammi Tempo Mixtape”, un progetto composto da 10 brani.
Successivamente all’uscita, pubblica due singoli: “L’uomo invisibile” e “Cantastorie”.
Un anno più tardi, nel 2020, si stabilisce per alcuni mesi a Madrid dove collaborerà con il “California Studios”, registrando “Sangue”.
Segue la pandemia e un lungo silenzio fino a maggio 2021, quando annuncia “Freemind EP”, primo progetto ufficiale, prodotto nel Castaway Studio di Civitanova Marche e disponibile su Spotify e le altre piattaforme digitali dal 15 ottobre 2021.
Di tutto questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato direttamente con lui, in questa ampia ed interessante intervista.

Partiamo dal principio. Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Mio padre è sempre stato un cultore della buona musica; sin da piccolo ho ricordi di lui che la domenica mattina fa girare la puntina sul giradischi di quando era ragazzo: Pino Daniele, Michael Jackson, Barry White, Aretha Franklyn e i Simply Red erano una costante.
In qualche modo mi ha dato la possibilità di cogliere la diversità e la bellezza di più generi musicali.
Quando avevo sei anni abbiamo traslocato in un appartamento lontano dalla vecchia casa e tutto cambiò drasticamente; non avevo amici e l’unico luogo sicuro era la camera di mio fratello, che passava i pomeriggi ascoltando soltanto rock e metal.
Ho passato gran parte dell’infanzia con lui e ormai sapevo a memoria tutti i suoi dischi preferiti.
A 12 anni ho iniziato a scrivere testi senza strumentali, mi faceva sentire più leggero non dipendere da una struttura temporale.
Esiste un artista, un brano e/o un album che ha influenzato maggiormente il tuo desiderio di entrare in questo mondo?
Mio fratello aveva appena iniziato le superiori e mentre passavamo l’ennesimo pomeriggio in camera sua, mi disse “un fuori di testa che viene in classe con me ha iniziato ad ascoltare questo qui, senti che roba”.
Il brano era “Olio nell’acqua” di Salmo con El Raton; bocca aperta e un enorme mondo che si apre nella mia testa. Scusami, devo saperne di più.
Da lì ho iniziato a chiudermi mesi interi nell’angolino di casa in cui avevamo un pc fisso.
Ascoltavo di tutto, ero innamorato della semplicità con cui venivano espressi concetti così complessi.
Da qui è nata la voglia di scrivere veri e propri brani, ma senza la minima idea di pubblicare qualcosa, ero timidissimo. La prima volta che qualcuno ascoltò le mie rime, fu in un sottopassaggio. Incontrai per caso due amici che stavano facendo freestyle e decisi di unirmi a loro. Mi chiesero se scrivessi e gli improvvisai una strofa su un type beat; era pessimo, ma a loro piaceva quindi mi misero dentro l’idea di creare uno studio nella mansarda di Stefano (il mio attuale videomaker).
Da lì ho sentito per la prima volta i brani registrati con un microfono da 60 euro e i cartoni delle uova come pannelli isolanti. Era il nostro posto, spesso venivano amici a registrare; un flusso di idee incredibile, pensieri e paure di ragazzi che non sapevo ancora cosa stessero facendo.
Eravamo mossi dall’amore per questa cultura e non lo sapevamo.
Veniamo a “Freemind“, il tuo Album. Cosa rappresenta per te?
“Freemind” prende il nome da una delle mie tracce preferite di sempre.
Mi ero trasferito con un amico a Madrid e diciamo che mi lasciavo alle spalle un periodo nero in Italia.
Mi tornava spesso in testa questa vecchia canzone dei Fratelli Quintale che diceva “senza pensieri non chiedo di più, Freemind”.
Mi sentivo esattamente così, volevo scrivere musica per chiudere nello scrigno quei pensieri giganti che mi colpivano in ogni momento della giornata. Non volevo più dipendere da loro.
L’album rappresenta la chiusura di un cerchio, un percorso di maturazione e accettazione dell’essere fragili. È una presa di coscienza, scavare dentro di sé e conoscere lati dell’anima che non avevo ancora compreso.
È stato l’anello di congiunzione tra Corrado e Cokie.
Rappresenta tutte quelle risposte mai date, quelle parole che avrei voluto dire quando mi chiedevano “come stai?” e rispondevo “tutto ok”. In realtà non lo era affatto.
“Freemind” è ciò che mi ha permesso di tornare a vivere nel presente.
Tra i brani presenti all’interno della tracklist, ne esiste uno che più degli altri rappresenta Cokie e la sua musica?
Di solito faccio difficoltà ad ascoltare la mia musica, mi mette in imbarazzo.
Durante le ultime sessioni in studio ho distrutto questa barriera, passando giornate intere ad ascoltare in loop l’album. Forse è in questo momento che Cokie ha abbracciato Corrado.
Se dovessi sceglierne una tra tutte, direi senza dubbio “Promessa“.
È stata scritta in una notte difficile, una di quelle che non scorderai.
È la colonna sonora dell’album, rappresenta alla perfezione lo stato di inadeguatezza in cui mi trovavo, una situazione in cui mi ero promesso di poter fare ed essere di più.
L’inizio del viaggio, le scarpe che scegli per il lungo cammino.
Più in generale, quale dei tuoi pezzi, porti dentro?
Credo che ogni brano sia una lente di ingrandimento su un dato periodo della mia vita.
Impossibile sceglierne uno. Sicuramente inizierei con “Trouble”, è stato la prima volta che sono riuscito a mettere tutta quella intimità su un pezzo di carta.
Successivamente “Sangue”, per il periodo difficile che stavo affrontando e la complicità nata fin da subito con il California Studios, studio musicale in Spagna. Vedere il fonico non capire una parola di quello che stai registrando ma rendersi conto del brano che stavamo creando, è stato speciale.
Come detto precedentemente, “Promessa” e sicuramente “Sentieri”, brano in collaborazione con Fulcro. Paolo (Fulcro) lo conosco da undici anni, abbiamo iniziato le superiori insieme. Membro della ciurma, fratello in ogni situazione. Il brano era pronto da circa tre anni, doveva far parte di un suo progetto mai uscito. Forse tutta questa attesa ha aumentato il valore affettivo della traccia.
Quale canzone di altri artisti, invece, avresti voluto scrivere tu?
Che domanda difficile… ce ne sono molte effettivamente.
Tra tutte “Ora o mai più” di CoCo, “A modo mio” di Mecna, “Parole da dedicarmi” di Nesli.
Con quale artista sogni di collaborare un giorno?
Non ti nomino artisti italiani perché altrimenti non si avverano.
Se potessi davvero scegliere la mia top 3 internazionale forse direi Alicia Keys, 6lack e Ms. Lauryn Hill.
Dreams come true, who knows.
Chi è Cokie oggi?
Cokie è Corrado, un ragazzo che non riesce a smettere di pensarci. Un tipo che cerca di dare la versione migliore di sé in ogni situazione. Un essere umano che amerà e ringrazierà per sempre la musica. Un puntino nero nel globo che si ripete di correre più forte degli altri per non guardare i propri rimpianti prima che sé stesso allo specchio.
Dove, invece, vuole arrivare?
Uso una citazione di uno dei miei pezzi preferiti:
“Ho solo due motivi e credimi gli unici / Il primo è sopravvivere ancora nei tuoi ricordi / Il secondo è vedervi qui sotto con gli occhi lucidi”.
Vorrebbe raggiungere la felicità. È un termine complesso, che forse non ha ancora compreso.Vorrebbe lasciare una traccia in questo viaggio, creare qualcosa che duri per sempre. Abbracciare con la musica chi lo ascolta, farlo sentire meno solo e più capito.
Vivere di musica, scrivere di noi.
Grazie. In bocca al lupo per tutto.
Grazie a voi per l’interesse e la disponibilità, viva il lupo.
Profilo Spotify dell’artista