Intervista – Il sorriso del mostro: A Smile From Godzilla

Intervista al protagonista dell’episodio 13 di #LFMConsiglia del 26 novembre 2019.

A Smile From Godzilla è un progetto musicale nato verso la fine del 2018; partito dapprima come un come duo (chitarra e batteria) prosegue, poi, come progetto solista, nella persona di Daniele Montuori.
Il genere di riferimento è il britpop anni 90, genere reso celebre dagli Oasis, dai Verve e dai Blur, con influenze (soprattutto nei testi) dell’Antifolk americano portato in alto dai Moldy Peaches.
Con il pezzo “Froget your call”, estratto dall’album “Monday Morning” (disponibile dal 9 novembre 2018), è stato uno dei primi artisti di cui vi abbiamo parlato all’interno del nostro portale, inserito nell’episodio 13 di #LFMConsiglia del “lontano” 26 novembre 2019.
A distanza di quasi 2 anni e mezzo, lo abbiamo contattato per porgli qualche domanda per scoprire e riscoprire, le grandi peculiarità del suo interessante progetto artistico.

Ci racconti il tuo percorso artistico, fino a questo momento?
Nel 2018 quasi per gioco nasce il mio progetto musicale insieme a Giuseppe Carrella, batterista e cofondatore dell’avventura artistica di A Smile From Godzilla. Alla fine del 2018 ho pubblicato il mio primo disco “Monday Morning” prodotto dall’etichetta “Vipchoyo Sound factory”, un disco che mi ha fatto girare in solo in diverse città italiane per tutto il 2019 e una prima parte del 2020.

Quale la tappa più importante?
Una delle tappe che ricordo con più piacere è stata la partecipazione ad un Sofar Sound napoletano (storico formato musicale)  dove mi sono esibito in una casa privata aprendo il concerto del duo milanese Ginger Bender.

Come nasce “A Smile from Godzilla”?
A Smile From Godzilla nasce in uno stato emotivo devastato e frustrato in seguito ad un’esperienza lavorativa che non mi apparteneva più. Il nome nasce come un vero e proprio elogio al mostro giapponese Godzilla che mi ha accompagnato in tutti i miei primi anni dell’adolescenza e che ha rappresentato un simbolo di ribellione personale.

Ci spieghi la scelta del nome?
Nel nome A Smile From Godzilla ho voluto inconsapevolmente giocare con i contrasti. Da un lato abbiamo il sorriso che simboleggia la dolcezza e dall’altra parte abbiamo lo stesso sorrisso che proviene da Godzilla, quasi come una beffa, un conflitto generato dalla mia stessa musica che non ha un genere predefinito ma che si mescola all’interno di vari mood emotivi.

Cosa ci dici, invece di “The Outsider Vol.2“?
Tra il 2020 e il 2021, compreso il periodo della pandemia, ho accumulato una quantità illimitata di canzoni e verso la metà del 2021 ho sentito l’esigenza di iniziare un nuovo capitolo della mia vita e di chiudere in una scatola alcuni brani che portavo da tempo ai concerti e che non avevano mai trovato il modo di essere incisi. Così dopo una seduta di terapia dalla mia psicologa esco di corsa e nell’euforia più totale chiamo il mio amico produttore Luca Stefanelli proponendogli di produrre il disco. Inizia così una trafila di giornate trepidanti dove io e Luca ci rechiamo in uno degli studi più prestigiosi di Napoli, Le Nuvole Studio di Cardito di Massimo De Vita ( leader del progetto Blindur) .
Registriamo 5 pezzi in 4 giorni, di fila, con tanta caffeina in corpo e tanta voglia di fare.
É stata un’esperienza da tachicardia.

Quale tra quelli presenti in tracklist, reputi essere il “brano manifesto” dell’intero album?
Ogni brano presente nell’ep “The Outsider vol.2” ha un forte valore per la mia breve carriera da musicista. Ogni canzone rappresenta un periodo, una diversa visione che avevo nel mondo e come in ogni cosa gioco con i contrasti. Si passa da un brano spensierato ad uno più malinconico in un turbinio continuo di riflessioni sulla vita.
La canzone più sentita dell’ep è sicuramente “Maryjanelofi“, l’ho scritta in un periodo della mia vita di transizione, non avevo ben chiara la strada da seguire e gli obbiettivi si stavano annebbiando sempre più. Ho immaginato una bambina come protagonista, metà umana e metà cyborg, incantata dalla magia dei vicoli di Napoli e ho scritto un ritornello sognante, disteso e senza tempo . Quella è stata sicuramente la canzone più rappresentativa.

Nuovi progetti in cantiere?
In questo periodo mi sto dedicando all’aspetto social del mio progetto, un particolare che ho un pò messo in secondo piano negli anni ma che, anche in seguito agli eventi del Covid 19, ho rivalutato. In particolare ho deciso di investire sul mio canale YouTube con il caricamento costante di video, sessioni acustiche e vlog sull’arte di strada, un aspetto fondamentale del mio progetto musicale. Per il 2022/2023 ho voglia di far conoscere la mia musica a più persone possibili, in particolare all’estero.

Con quale artista sogni di collaborare, un giorno?
Sogno di collaborare con vari artisti sia della scena indie nazionale che di quella internazionale. Sogno di scrivere un pezzo e cantarlo insieme alla cantautrice Kimya Dawson, leader dei The Moldy Peaches e un giorno credo di voler far ascoltare un mio brano a Liam Gallagher degli Oasis, al costo di presentarmi sotto una delle sue ville londinesi.

Dove ti vedi, tra 5 anni?
Tra 5 anni mi vedo nella mia casa in campagna con la mia ragazza a scrivere canzoni e a creare contenuti da freelancer, come un vero e proprio content creator.

Profilo Spotify dell’artista

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