Intervista esclusiva al giovane e talentuoso artista abruzzese classe 1989.
Francesco Di Lello, in arte DILE, è un cantautore abruzzese classe 1989.
La sua passione per la scrittura nasce fin da giovanissimo come esigenza di esprimersi e raccontarsi. Inizia così a comporre le sue prime canzoni e a portarle in giro.
Nel 2019 inizia il suo percorso discografico pubblicando per OSA e Artist First il brano d’esordio “Perdersi”, che supera i 100.000 ascolti in un mese ed entra nelle playlist Viral 50 di Spotify. Il suo secondo singolo “Rewind”, prodotto da Federico Nardelli (già produttore di Gazzelle e di Ligabue) conta oggi oltre 3 milioni di ascolti.
Nel novembre del 2019 pubblica il brano “finoallesette”, che in poco tempo supera il milione di stream.
Durante la quarantena del 2020 realizza il video di “America” interamente tra le mura di casa, ottenendo un successo tale da portarlo alla pubblicazione di “Tangenziale”, a giugno 2019. Il brano entra nella playlist Indie Italia di Spotify e ad oggi conta oltre 2 milioni di ascolti.
Dopo l’uscita dell’album “Rewind”, a novembre 2020 (che ad oggi ha superato 11 milioni di ascolti( e del singolo “Maledetti noi” (pubblicato a maggio 2021), DILE torna sulle scene prima con “Mondocane” (13 maggio 2022) poi con “Duemilaventi” (1 luglio 2022), mostrando nuove sfumature della sua musica, senza però perdere la profondità di scrittura che l’ha caratterizzato fin dall’inizio del suo percorso artistico.
In questa intervista l’artista, con grande disponibilità, racconta sé, il suo percorso e la sua musica.
Come quando e perchè hai iniziato a fare musica??
Onestamente non ricordo come la musica sia entrata nella mia vita, ricordo solo che c’è sempre stata. Ho iniziato a scrivere canzoni prima ancora di avere la presunzione di capire cosa stessi facendo, e da allora passo dopo passo siamo arrivati ad oggi.
Quale, ad oggi, la tappa più importante del tuo percorso?
Sicuramente è stata l’uscita del mio primo album, il primissimo sogno diventato realtà.
Cosa vuol dire, per te, fare musica?
É molto difficile rispondere a questa domanda senza risultare scontato. La musica fa parte della mia vita da quando ho memoria. Oggi però ha un ruolo diverso: mi tiene in vita. Spesso mi ritrovo a combattere tra ansia e attacchi di panico e l’unico rimedio ingrado di farmi sentire davvero meglio è quello di chiudermi sul pianoforte e buttare nero su bianco tutto quello che passa per la testa.
Quali sono le immagini, le sensazioni, le emozioni, che vuoi trasmettere all’ascoltatore, con i tuoi brani?
In realtà i miei brani nascono in maniera molto naturale, non so spiegare che tipo di meccanismo malato si va ad innescare in quel momento.
So solo che vengono a trovarmi quando vogliono loro, ma quasi mai quando provo a cercarli. Questo per dire che non mi prefisso nulla, mi limito a parlare di me e di quello che sento.
Più in generale, come descriveresti la tua musica?
Credo che la descriverei come un diario segreto trovato per strada. Chi ascolta i miei brani forse neanche immagina di quante cose intime e personali ci sono all’interno dei miei testi.
Nella vita sono molto riservato, parlo poco di me, proprio per questo forse riesco ad inserire nei miei pezzi tutte quelle cose che non riuscirei a dire guardando negli occhi qualcuno.
Cosa dici di “Duemilaventi”, il tuo ultimo pezzo?
Non ricordo bene l’esatto momento in cui si è venuto fuori, ricordo però che nasceva in maniera molto naturale. Avevo bisogno di parlare di quella storia, ma non sentivo la solita esigenza di farlo in modo totalmente triste. É un brano che è un saluto ma anche un ritorno, capace di descrivere un momento di dolce amara consapevolezza: quello che eravamo non può più tornare, per quanto faccia male.
Quali saranno i prossimi passi del tuo percorso? A cosa stai lavorando?
Sicuramente continuare a far uscire ancora tanta musica nuova, ne ho proprio bisogno.
In questo periodo infatti sto scrivendo tanto e sto lavorando su quello che sarà il secondo album.
Guardando oltre, quali sono gli obbiettivi che ti sei prefissato?
Non sono mai stato bravo con gli obbiettivi, diciamo che l’unica cosa che vorrei fare in futuro è esattamente quella che sto facendo in questo momento: scrivere nuovi brani e cantarli per tutta l’Italia.
Giocando con la fantasia, con quale artista sogni di collaborare, un giorno?
In Italia abbiamo davvero tanti artisti incredibili, così su due piedi direi Samuele Bersani.
Se invece devo giocare con la fantasia probabilmente Bon Iver.
Prima di salutarci, fatti un augurio per il futuro.
L’augurio che mi faccio è quello di avere sempre il coraggio di riuscire a raccontare la mia vita dentro le canzoni, senza preoccuparmi dei risultati o degli stereotipi.
Grazie, è stato un piacere.
Mio, vi ringrazio e vi abbraccio!
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