Intervista – L’energia di Le Nora

Intervista ad una delle artiste conosciute all’interno del quarto episodio della nostra rassegna “Carrellata degli Emergenti”Le Nora.

Le Nora è il nuovo volto di Eleonora Vella classe ’93, cantautrice umbra con il biglietto aereo facile e l’ansia da creazione.
Sette anni londinesi la portano a spaziare dall’hard rock al reggae, passando per progetti inediti underground suonati sui palchi di tutto lo UK e collaborazioni come autrice per i Tileyard studios di Mark Ronson.
Galeotto fu un viaggio in solitudine in Tailandia durante il quale nasce inaspettatamente Le Nora: il suo primo progetto solista in lingua madre.
La voce è il suo mezzo creativo principale, l’energia inesauribile (o quasi) il suo motore più forte. Una vena pop e un’aorta sperimentale scandiscono il beat dei suoi brani che trasudano vita e sincerità, con l’irriverenza di chi non ha più voglia di mettere filtri ai sentimenti.
Le Nora è figlia di: Janis Joplin, Antonella Ruggiero, Gershwin, Battisti, Mrs Lauren Hill, Pink Floyd, Gorillaz, Billie Holiday, Chopin, Subsonica, Beyoncé.

Per conoscerla ancora meglio, l’abbiamo contattata per porle qualche domanda.
Ne è venuta fuori una interessantissima intervista in cui l’artista si è raccontata a 360°, con grande disponibilità.

Quando, come e perche hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato a fare musica come conseguenza alla danza: ho iniziato a 4 anni e da lì in poi corpo e musica si sono legati indissolubilmente. Crescendo ho poi capito e conosciuto la potenzialità della mia voce ed avendo sempre scritto prosa e poesia il passo verso il songwriting è stato naturale. Nel mio percorso ho avuto modo di sperimentare ed ascoltare generi diversissimi di musica: dall’opera che mi faceva ascoltare mio nonno all’elettronica e la black music scoperta nei club della Londra in cui ho studiato e vissuto per 7 anni della mia vita. Quindi si può dire che la mia musica è un concentrato delle mie passioni, i miei viaggi ed i sentimenti voglio condividere.

Cosa vuol dire, per te, fare musica?
Fare musica è per me una diretta conseguenza dell’esistere. Per quanto mi riguarda vedo nel fare musica l’atto di aprire una porta interna. Ognuno di noi è la risultante di più livelli, a volte più personaggi, colori, mood, sensazioni che ci rendono unici e pieni di affascinanti difetti. La musica non fa che accompagnare le nostre fasi, ci aiuta a normalizzare ciò che a volte ci spaventa, a sostenere un dolore, sottolineare un momento, scoprire un brivido nuovo. Non sono io la prima a dire che la musica è la forma d’arte superiore a tutte le altre per il suo potere intrinseco.

Quali sono i messaggi e le emozioni che vuoi trasmettere con i tuoi pezzi?
C’è una parola che fa da filo rosso nella mia vita, musica e testi: Energia
Ogni brano è figlio di una scintilla che scaturisce da qualcosa che mi succede intorno, vivo tutto al 100% e lo riverso in quello che scrivo.
La mia musica è il mio rifugio, ogni sensazione, anche la più bassa e meschina, è legittima quando si scrive. In musica posso dar voce alla mia personalissima ‘drama queen’.
In questo modo scrivendo mi carico della rabbia, dell’amore, della fragilità e di ogni spettro dei sentimenti e ne parlo apertamente, mi metto a nudo almeno per qualche minuto.

Ci sono degli artisti da cui trai ispirazione?
Certo che sì, ma la lista è in costante aggiornamento. 
La mia band preferita sono gli Hiatus Kaiyote, band neo-soul dal tocco magico e quasi geniale, al tempo stesso sono fan della musica pop che mi emoziona e mi fa divertire da Lady Gaga, Halsey e tanti altri. Sono cresciuta comunque con le liriche dei grandi nomi italiani, Battisti è per me maestro indiscusso di complessità emotiva coniugata nel linguaggio della semplicità. 

Con chi, invece, ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Ricordo che ancora bambina fantasticavo di stringere la mano di Tiziano Ferro durante un nostro duetto; sono sicura che scrivere insieme a lui sarebbe un’esperienza incredibile, la sua voce è il cuore dell’R&B italiano, e mi piacerebbe portarlo nel mio mondo un p  più scuro. Altri nomi con cui vorrei collaborare in ordine sparso sono Serena Brancale, Rosalia, Mahmood, Dua Lipa…si sogna no? 

A quale dei tuoi brani, editi e non, sei maggiormente legata?
Domanda tosta, ad oggi credo sia “Insomnia”, un brano che ho scritto per mia sorella e che canto solo live in acustico. È una canzone magica, specialmente per chi ha una sorella, scelta o di sangue, è quasi impossibile non identificarsi nel pezzo. Insomnia racconta l’amore incondizionato, il supporto e la condivisione dei momenti bui.

Progetti futuri?
Non sono mai stata così proiettata nel futuro come adesso, sto lavorando a tanto nuovo materiale, sto scrivendo, sperimentando e mi sto avvicinando sempre di più alla versione più vera della mia musica ma anche del mio mondo visual. Nel futuro c’è quindi l’inizio di una nuova fase, nuova musica da pubblicare senza mai smettere di suonare che è per me la finalità ultima e regina del mio percorso di cantautrice.

Chi è Le Nora oggi?
Un vulcano attivo, dentro Le Nora scorre lava di energia creativa che, per , in quanto lava scotta e può fare male ogni tanto. E’ fragile e fortissima al tempo stesso. Le Nora è la mia libertà, sento di avere per la prima volta dopo tanto tempo, il totale controllo di ci  che sono e della forma che ho scelto per parlare con la mia arte.

Dove, invece, vuole arrivare?
Le Nora vuole vincere le sue battaglie personali: ottenere lo spazio necessario per raggiungere qualcuno che magari ha bisogno della sua musica, ma non lo sa ancora.
Le Nora ha anche una missione: abbattere le barriere di lingua. Quante volte ascoltiamo canzoni di cui non capiamo le parole? Questo perché la musica parla attraverso una lingua universale. Con la mia musica voglio rompere i confini, scambiare energia, suonare in lungo ed in largo, scrivere ed ispirarmi nel confronto con nuovi ed entusiasmanti artisti.

Profilo Spotify dell’artista.

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