Intervista – Musica adrenalina: reietto.

Intervista al protagonista dell’episodio 251 di #LFMConsilgia del 9 settembre 2021.

Valerio Vacca, in arte reietto, nato a Bari nel 1991, è un cantautore poliedrico.
Da sempre appassionato della musica, ben presto si avvicina al mondo del rap.
Nel 2017 vince il concorso regionale Nota D’Oro, aggiudicandosi una borsa di studio per studiare canto facendosi notare dal Maestro Vince Tempera in giuria e accedendo alla finale nazionale dei Grandi Festivals Italiani, a Verona, dal quale ne esce ancora vincitore. Quest’ultima vittoria gli permette di esibirsi nel 2018 a Casa Sanremo. Nello stesso anno forma una band Funk Rap con la quale pubblica un EP e, tra contest, live e festival, colleziona molte date in Puglia e qualche trasferta.
È nel 2019 che la sua carriera prende una svolta decisiva. Con un suo amico di vecchia data, dà inizio al progetto SquadDrone, firmando con l’etichetta milanese Top Records, con la quale pubblicano il primo singolo a doppia traccia “King Size”, contenente anche il brano “DRONE”, prodotto da Hostin Dowgz.
A maggio 2020 esce il brano “è Trap bro” che anticipa l’uscita del loro primo EP “EPico” a settembre dello stesso anno, il cui brano “EASYJ3T” è prodotto da STRAGE.
Ad aprile 2021, lo SquadDrone pubblica il singolo “Parquet” e parallelamente al progetto rap, Valerio decide di dar vita a reietto, il suo progetto solista. Amante della sperimentazione e degli strumenti reali nelle canzoni, inizia a creare con Charles Kendl, i primi brani digenere R&B.
Dopo il singolo di debutto “Vabbè”, il secondo singolo “fuori” (brano inserito nell’episodio della nostra rubrica #LFMConsiglia a lui dedicato), che alla sua uscita è entrato subito nella playlist editoriale Spotify “anima R&B”, “Katy Perry” è stato il primo brano
in uscita per ADA Music Ital , a cui seguono le uscite “briciole”, “fatti male” e “Star Lord“.

Disponibile, invece, dal 13 gennaio 2023, “non mi dire” è la sua ultima uscita, in collaborazione con Falco.

Di tutto questo, e di molto altro, ne abbbiamo parlato direttamente con lui.
Vi lasciamo alle sue parole.

Partiamo dal principio. Come, quando e perchè hai iniziato ad approcciarti al mondo della musica?
Ho cominciato a fare rap a 14 anni. Ricordo che ero con mia cugina nella sua cameretta che ascoltavamo musicassette hip hop e, senza saperlo, in un certo senso mi stava “inizializzando”. Perché ho cominciato? Beh può sembrar palese, e forse lo è, ma chiaramente per “buttar fuori” ciò che avevo dentro, usavo i fogli come diario segreto. Era divertente cercare nuove rime per raccontare le mie storie, ma trovavo ancor più entusiasmante il dover musicare tutto, abbinando il canto al rap. Se ascoltate i miei ultimi brani, infatti, la mia musica si è evoluta in un rnb/pop che mi rappresenta maggiormente.

Quali tappe, del tuo percorso, hanno significato più delle altre per la tua crescita artistica e personale?
Tutte le tappe sono importanti, perché sul palco mi diverto e soprattutto mi sento vivo. Quella che però ricordo con più piacere è stata l’ospitata alla Milano Music Week nel Novembre 2019.

Cosa vuol dire, per te, fare musica?
Uffa, sarò scontato anche qui. Vabbè, per me fare musica vuol dire adrenalina. Avete presente quella sensazione che avete prima di lanciarvi facendo bungee jumping? Forse no, ma vabbè, quella sensazione lì. Fare musica ti fa librare dal suolo.

Esistono artisti, italiani o internazionali, a cui ti ispiri?
Ascolto tantissimo Mecna, lo sento affine a me, è in grado di bucarmi il petto e farmi emozionare. Però non mi sento di dire che mi ispiro a lui per i miei brani, forse mi ispiro alle sue storie, ai suoi sogni. Per quanto riguarda artisti internazionali, mi sento di chiamare in causa Bruno Mars e Chris Brown.

Cosa dici di “non mi dire“, il tuo ultimo pezzo?
Non mi dire che me lo state chiedendo sul serio! Scherzo [ride]. Penso sia un featuring ben riuscito, un bel singolo dal mood allegro che però nasconde un messaggio più profondo. Quale? Beh vi consiglio di ascoltarla. In ogni caso sono molto contento in quanto ho avuto il piacere di collaborare nuovamente con Falco, un mio amico di vecchia data.

Quale dei tuoi brani, al momento, rappresenta più degli altri reietto e la sua musica?
Vabbè, ma è facile. Direi “Vabbè“, sì è davvero il titolo di una mia canzone, la mia prima canzone da solista. Diciamo che oltre a rappresentarmi, è anche la mia criptonite. In primis perché, come “non mi dire“, anche se il beat trasmette buone vibes, il testo dice il contrario, ma soprattutto perché ogni volta che incontro per strada qualcuno che ascolta i miei brani, non fa altro che elogiare “Vabbé“, ed io sono tipo ok… e gli altri singoli? Però mi fa sorridere ciò, in quanto vuol dire che devo superarmi e, da buon capricorno, adoro le sfide, soprattutto contro me stesso.

A cosa stai lavorando in questo momento?
AHIA, SPOILERONE. STA PER USCIRE IL MIO ALBUM. (non sto “urlando”, ho scritto volutamente in caps lock) BASTA, HO DETTO TROPPO.

Sogni nel cassetto?
Vorrei solo non dover più dire che “Va bene, ma vabbè“, chiedo troppo?

Prima di salutarci, ti poniamo una domanda che facciamo a tutti gli artisti intervistati all’interno del nostro portale: feat dei sogni?
Vedi il punto 4. Mecna.

Grazie, è stato un piacere. Alla prossima.
Ciao e grazie a voi, sono in brodo di giuggiole per questa intervista. Ne approfitto per salutare mia madre. “Hei Mà, sono in TV, ah no“. Vabbé, bacetti.

Profilo Spotify dell’artista.

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