Intervista – Scuro

Percorso ricco di soddifsfazioni, tappe importanti e tanta musica. Andiamo alla scoperta del mondo di Scuro.

Scuro è cantante, chitarrista, autore.
Leader dei Logo con cui nel 2010 pubblica l’album “Backstage”, finalista di SanremoWeb nel 2009 e vincitore del Jack Daniel’s Tour nel 2008, vittoria che permette al cantautore di esibirsi a Nashville negli USA ed aprire live di Hard-Fi e Mick Jones dei Clash.
Cantante e chitarrista di Moods con cui pubblica l’album “Wailing” nel 2015 (primo posto nella I-tunes Electronic Chart), vince il contest degli emergenti al RockinRoma e apre i concerti di Chemical Brothers, Prodigy e Subsonica.
Allievo del CET, la scuola Autori di Mogol e con un’esperienza live decennale fatta di migliaia di esibizioni e chilometri in tutta Italia, dà quindi vita al progetto solista Scuro, percorso battezzato con il suo primo lavoro discografico Scuro EP pubblicato nel 2019.
Il mondo sonoro in cui si muove “Scuro Ep” spazia dal pop-rock dalla vena più bluesy ad un pop moderno con la cassa in 4 quarti, ma sono presenti anche ritmi più urbani e dalle connotazioni new soul o trip-hop.
Nel Dicembre del 2020, dopo quasi un anno dal lancio del suo primo lavoro discografico, pubblica il singolo “Da un’altra vita“, seguito, nell’Aprile del 2021, da “Non ci credo“, brano con cui ve l’abbiamo presentato lo scorso 6 maggio, all’interno dell’episodio 205 di #LFMConsiglia.
Apprezzatissimo lui, apprezzatissima la sua musica, da parte degli utenti, tanto da condurlo sul secondo gradino del podio della graduatoria relativa all’Artista del mese di Maggio 2021.

Partiamo subito da “Non ci credo”, il pezzo con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale. Ti va di raccontarcelo?
Volentieri: parte tutto da una melodia che mi è girata in testa un anno prima, appuntata su un memo vocale che poi ho iniziato a sviluppare con una vena più rock e più incisiva rispetto alle mie produzioni precedenti. Il testo l’ho scritto in seguito e anche per quello ho sentito di dare voce a un messaggio più diretto, sarcastico, provocatorio. Nel complesso sono molto soddisfatto del risultato, credo sia una delle cose migliori tra quelle che ho tirato fuori.

Parliamo un po’ di te. Cosa significa, per te, fare musica?
Faccio musica praticamente da sempre, fin da piccolo. Se non è tutto, diciamo che è una gran parte per me: è la mia passione, la mia attività prevalente, quello di cui mi occupo nella vita ma soprattutto per me scrivere e comporre sono il modo in cui la mia vita si manifesta, è la mia terapia, il modo con cui spiegare meglio il motivo per cui esisto.

Quando, come e perché hai deciso di entrare in questo mondo?
Posso dire che in qualche modo è andata da sé in maniera del tutto naturale e che quasi mi ci sono ritrovato dentro senza accorgermene; in realtà per poterlo fare negli anni è stato necessario perseverare, insistere ed avere idee chiare e molta motivazione, anche se poi alla fine è come se fosse una vocazione per cui anche in un periodo storico difficile come questo continuo a fare ciò che ho sempre fatto.

Quanto è stato importante, nella tua crescita artistica, essere parte di gruppi come i Logo e i Moods?
Moltissimo. La band per me è sempre stata un punto di forza, un nucleo importante che mi ha dato il coraggio di osare, esprimermi ed essere parte di qualcosa di bello, di sentirmi privilegiato. Nonostante la difficoltà nel gestire equilibri e personalità, credo che la band sia un’esperienza formativa essenziale per qualsiasi musicista. A livello artistico, con le mie due band precedenti ho avuto modo di fare delle esperienze incredibili soprattutto a livello di “live”, dal tour negli USA al Rockinroma, sia sui numerosi piccoli palchi della provincia che in quelli che ho condiviso con artisti come ad esempio Black Rebel Motorcycle Club, Prodigy e Chemical Brothers.

Ci parli, invece, della tua esperienza al CET?
E’ stata un’esperienza meravigliosa, un episodio capace di cambiarmi la vita sotto molti aspetti. La magia di quei luoghi, la condivisione con altri artisti, la presenza di un monumento vivente come Mogol, hanno contribuito a farmi entrare in contatto con la parte più interiore e ad imparare moltissimo dal punto di vista autoriale.

Cosa ti ha portato a voler intraprendere il percorso da solista?
E’ stata una sfida, un passo che avevo in mente da tempo e che ho dovuto metabolizzare bene prima di metterlo in atto. Ho sempre lavorato nelle band, per cui mi sembrava un modo nuovo e più diretto di mettermi in gioco, è stato soprattutto un bisogno ad un certo punto del mio percorso. In questo modo, sebbene io continui a lavorare in squadra, ho la possibilità di esternare il mio mondo in maniera molto più personale.

Ci racconti, ad oggi, chi è “Scuro”?
Sento sempre di essere in evoluzione, mi piace molto sperimentare nuovi percorsi cercando di far confluire tutti i mondi sonori e artistici che prediligo e che hanno fatto parte del mio background. Vengo dal pop-rock, strizzo l’occhio all’elettronica ma in definitiva e più semplicemente, mi piace scrivere canzoni.

C’è un artista con cui sogni suonare e/o duettare?
Nei sogni ce ne sarebbero davvero tantissimi, anche se non ne ho uno in particolare.

Progetti futuri?
Tanti. Si sta lavorando alla ripartenza dei concerti dal vivo, alla scrittura di nuovi brani che mi piacerebbe far confluire in un nuovo album.

Dove ti vedi tra 5 anni?
E’ un lasso di tempo molto lungo per uno come me che vive giorno per giorno, a maggior ragione dopo gli eventi dell’ultimo anno. Però mi piace pensare che starò lavorando a chissà quale tipo di produzione musicale e che sarò tornato a viaggiare in giro per il mondo.

Grazie mille per la bella chiacchierata e per la grande disponibilità.
Grazie a voi per la considerazione e per il sostegno.

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