Intervista esclusiva ad uno dei cantautori ed autori più amati e stimati del panorama musicale italiano.
Nato a Comacchio (Ferrara) l’8 gennaio 1985, Paolo Simoni è cantautore, autore e scrittore, dimostrando il suo talento e le sue smisurate sfumature, sotto ogni punto di vista.
Un percorso ricco di tappe importanti, il suo, consumatosi negli anni tra concerti, studi, nuove uscite e importanti collaborazioni

Frequenta il Conservatorio di Ferrara dove studia pianoforte e teoria musicale.
Nel 2004 consegue il diploma di sassofono presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara. Nel 2007 viene notato dal Club Tenco ed inserito come “Nuova proposta emergente dell’anno”: in occasione del Premio Tenco viene presentato e pubblicato il suo primo album “Mala Tempora” (Warner Music).
Vince il premio “miglior arrangiamento musicale” nella sezione big del Festival degli Autori di Sanremo 2009 e viene scelto come vincitore Musicultura 2009 dal comitato artistico e da Radio Rai.
Nel 2010 le sue canzoni arrivano alle orecchie di Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue, che gli propone di aprire i concerti del rocker emiliano negli stadi San Siro e Olimpico.
Nel 2012 esce “Ci voglio ridere su” (Sony Music), il secondo album che contiene anche il duetto “Io sono io e tu sei tu” con Lucio Dalla.
Nel 2013 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano “Le Parole”, il cui valore è stato riconosciuto dal Premio Lunezia. Nel 2013 esce “Ci voglio ridere su – Le parole Edition” (Sony Music), la nuova edizione del disco con il brano sanremese ed un altro inedito.
Nel 2014 escono i singoli “Che stress” e “15 Agosto”, inseriti nell’album “Si Narra Di Rane Che Hanno Visto Il Mare” (Warner Music).
Nel marzo 2015 apre i concerti di Francesco De Gregori al “Vivavoce Tour” al Palalottomatica di Roma e al Forum di Assago (MI).
Nel 2016 esce il singolo “Io non mi privo” che anticipa l’album d’inediti “Noi Siamo La Scelta” (Warner Music).
Come autore scrive “Lettera” interpretato da Gianni Morandi e “Davvero” per Loredana Bertè. Nel 2018 viene pubblicato il suo primo libro “Un pesce rosso, due lesbiche e un camper” (Compagnia Editoriale Aliberti).
Nel 2019 è ospite dell’“Infinito tour” di Roberto Vecchioni.

Proprio Vecchioni è presente, con il brano “L’anima vuole“, nel suo ultimo album.
Pubblicato da Riservarossa Records e distribuito da Warner Music, “Anima” è un disco piano e voce composto da dieci brani: ogni canzone analizza diversi aspetti della società attuale e della vita individuale.
Per un mese mi sono rinchiuso in uno studio tenendo salda a me stesso la promessa di registrare solo quando ne sentivo una particolare disposizione di spirito, senza ansie o tempistiche da seguire. L’idea era quella di arrivare ad avere delle registrazioni non editate o compromesse dal lavoro del computer. È un disco piano e voce ma è il lavoro più complicato che mi è capitato di fare finora. Questo lavoro mi ha insegnato che togliere è difficilissimo. “Togliere e mettere” le cose nel loro posto giusto è un’arte sottile
Paolo Simoni, un artista di caratura nazionale, dunque, il quale ha risposto con grande disponibilità, ad alcune nostre domande, in questa interessantissima ed esclusiva intervista.
Vi lasciamo alle sue parole
Ciao Paolo. Innanzitutto ti ringraziamo per averci concesso questa intervista.
Partiamo da una domanda classica: cosa vuol dire per te fare musica?
Ciao ragazzi! Fare musica per me significa avere in mano uno strumento potentissimo con cui posso comunicare e raccontare delle cose. È un mezzo d’espressione totale, il più geniale mai pensato tra le arti. Non la vedi, non la tocchi eppure…
Ci racconti i momenti che reputi essere i più importanti del tuo percorso artistico, fino a questo momento?
Tutti, escluso nessuno. Ho imparato sempre da tutte le esperienze. C’è da dire però che gli anni di studio adolescenziali sono stati fondamentali. Poter suonare uno strumento ed esserne padrone è la più grande soddisfazione che oggi mi ritrovo. Dona libertà. Studiare è stata ed è la parte più decisiva. Senza intellettualismi di genere ma nel senso artigianale del termine. Avere dei buoni maestri è stato davvero importante.
Hai calcato palchi importantissimi con i tuoi concerti, anche aprendo ad artisti del calibro di Ligabue, De Gregori, Gianna Nannini e Vecchioni. Tra i tuoi live, quali ricordi con più piacere?
Ricordo con piacere tutti questi avvenimenti. Sono state esperienze diverse in tempi e con un’età diversa. Quest’ultima con Vecchioni l’ho vissuta sicuramente con più maturità e consapevolezza.
Ricordo però con affetto un concerto che tenni piano e voce in una Napoli invernale semi deserta qualche anno fa. Ero in un locale minuscolo in un seminterrato, una specie di grotta, con otto persone ad ascoltarmi. Di fronte al palco c’era una Madonna nera dentro ad una vetrina che mi fissava. Fu surreale. Una serata magica che non saprei dire se per via della Madonna, delle otto persone o che altro. Fellini, credo, ne sarebbe rimasto incuriosito.
Proprio Vecchioni, è uno dei grandi artisti con cui hai collaborato, presente nel tuo ultimo album in “L’anima vuole“. Ci parli di questo pezzo e di come è nata questa collaborazione?
Lo cercai io. Volevo cantare con Roberto. Mi accolse in una Milano caldissima in un agosto africano. Portai con me dei sui libri su cui avevo annotato dei miei pensieri. Glieli lessi e parlammo per due ore di fila, di tutto, tranne che di canzoni. Verso la fine dell’incontro gli feci ascoltare il brano e lui mi chiese: “Vuoi venire in tour con me?”. All’ultima data in camerino mi disse: “vediamoci a Milano in studio che canto nella tua anima”.
Leggendo la tua bio su Spotify, ovviamente attrae l’attenzione la frase “Ha cantato con Lucio Dalla […]”. Ci racconti le sensazioni, il ricordo e cosa ti ha lasciato quest’altra importantissima collaborazione?
Lucio Dalla è stato il mio maestro. Nel bene e nel male mi ha forgiato e insegnato cose ininsegnabili. Porto dietro un retaggio pesante specialmente sull’uso della mia interpretazione vocale. Era un artista vero, completo, pazzo, saggio e paterno. Tra tutti gli artisti che ho conosciuto, senza ovviamente togliere nulla agli altri, è stato quello che mi ha regalato dei momenti di alta commozione. Ho registrato anche un disco intero nel suo studio. Durante la lavorazione accadevano cose “strane”. Lo sogno spesso anche adesso.
Ad arricchire un percorso costellato di momenti e tappe di grande rilevanza, c’è il “Paolo Simoni Autore”. Esiste un brano, scritto per altri artisti, che porti dentro più degli altri?
Quando mi arrivò il brano che scrissi per Loredana Bertè piansi un bel po’.
Cantautore, autore ma anche scrittore. Ci racconti il tuo libro “Un pesce rosso, due lesbiche e un camper”?
Avevo delle storie da raccontare che non potevo sintetizzare nella forma canzone così decisi di metterle giù in racconti. Nel libro ci sono gli anni della mia infanzia, del mio paese, ma soprattutto le figure che lo hanno abitato. Una sorta di “io narrante” che ripercorre certe tappe della sua vita racconta questi eventi e cerca di cristallizzarli con una penna ironica e piena di tenerezza. Devo molto al mio paese e alla mia gente. Le radici sono sacre. Oggi che vivo altrove parlo ancora spesso nel mio dialetto. È un modo per non perderle. Senza nostalgia ovviamente ma con la consapevolezza che è da lì che vengo.
Nuovi progetti? A cosa stai lavorando?
Sto scrivendo cose nuove. Ho qualche idea in testa ma si vedrà. Poi ci sono i live che sono sempre momenti di grande felicità.
Tanti i nomi di grandi artisti venuti fuori in questa intervista, presenti in un modo o nell’altro nel tuo percorso. Quello che ti vogliamo chiedere, però, è: con quale altro artista, ti piacerebbe collaborare, un giorno?
Mi piacerebbe interfacciarmi con musicisti e produttori fuori dall’Italia. Aprire gli orizzonti. Imparare cose nuove.
Prima di salutarci, cosa diresti ad un giovane artista che si approccia per la prima volta al mondo della musica?
Studia, non improvvisarti. Impara uno strumento, dedicati, leggi, osserva i grandi. Fregatene delle mode. Il resto è solo una grande menzogna impostata dall’industria musicale che deve legittimare se stessa. Fai musica per il piacere di farla, il resto lo fa la vita.
Grazie Paolo, è stato davvero un onore ed un grandissimo piacere.
Grazie a voi ragazzi.
Profilo Spotify dell’artista